Ospedale unico rimandato a settembre:
l’app non mette d’accordo i sindaci
E Ceriscioli mischia di nuovo le carte

IL NODO- Nulla di fatto nell'incontro col governatore: i risultati dell'algoritmo creato per scegliere la location non sono stati presentati. Bufera tra Macerata e Tolentino. Il presidente della Regione all'assemblea: "Manca l'immaginazione per una scelta condivisa, vi do due o tre scenari e su quelli decidete”. Ma i primi cittadini vogliono votare su un'unica opzione

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Il sindaco di Macerata Romano Carancini, il presidente della Regione Luca Ceriscioli e l’assessore regionale Angelo Sciapichetti

 

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di Federica Nardi

(foto di Fabio Falcioni)

Doveva essere il giorno della scelta per la location dell’ospedale unico, ma il dibattito, (a tratti un vero e proprio scontro verbale soprattutto sul tema Tolentino), che ha animato i sindaci dell’Area vasta 3 ha praticamente esaurito il pomeriggio lasciando aperta la questione per i primi di settembre. Il presidente Luca Ceriscioli è arrivato con il software che avrebbe dovuto indicare la posizione più baricentrica, con tanto di foglietto stampato alla mano, ma è rimasto tutto in tasca. Principalmente perché rispetto agli accordi iniziali di indicare il luogo più centrale, tenendo in considerazione la presenza fuori discussione dell’ospedale di Camerino, il governatore ha chiesto di considerare non “il più baricentrico, ma il possibile assetto complessivo della sanità provinciale”, riaprendo di fatto ogni scenario.

scelta-ospedale-unico-1-1-325x244Il software non è quindi stato avviato (e nessun sindaco ha chiesto di farlo) anche se, come ha poi confermato Ceriscioli uscendo poco prima della votazione finale “gli scenari ce li ho qui, me l’hanno dati oggi. Ho detto iniziate voi a ragionare, ma si è visto che è molto difficile e molti sfuggono a questo dibattito. Qui al momento manca l’immaginazione per una scelta condivisa. Allora facciamo il contrario: io vi do quei due o tre scenari e su quelli decidete”. Ma di scenario ce ne sarà solo uno, così come hanno deciso 20 sindaci per alzata di mano: hanno indicato che la Regione dovrà portare una location basata sul criterio di centralità e su altri già indicati durante l’anno come la viabilità. Civitanova e Potenza Picena avrebbero invece preferito la presentazione di due scenari: uno con il peso specifico di Camerino (ed eventualmente anche di San Severino), l’altro considerando esclusivamente la location più baricentrica.

IL PESO DI CAMERINO – Abbottonatissimo Ceriscioli sui risultati anche se non definitivi della app. Anche se è evidente che la gara principale si gioca al momento tra Tolentino e Macerata e poi con Montecosaro, dove il nosocomio sarebbe appetibile anche per l’area del Fermano. Le altre candidature sono Civitanova, Castelraimondo e San Severino. “I valori non sono così lontani – ha detto Ceriscioli -. Anche dal peso che diamo a Camerino, cambia il risultato. Più un comune sta in una posizione centrale, più è probabile venga scelto dall’algoritmo, ma la differenza tra uno e l’altro non è così grande come ci si immagina”. Per quanto riguarda invece le eventuali infrastrutture da potenziare, per il governatore la decisione può essere presa a valle, cioè dopo aver deciso la location dell’ospedale unico. L’importante, ha detto, “è liberare quanto prima le risorse per arrivare con la sanità fin dentro casa delle persone”. Risorse che a oggi ammontano a circa “15 milioni di euro l’anno – ha ricordato Carancini – per mantenere gli ospedali e che invece potrebbero essere liberate per i servizi”.

scelta-ospedale-unico-2-1-325x244GLI OTTO PER TOLENTINO – Agguerriti nel dibattito Rosa Piermattei (San Severino) e Giuseppe Pezzanesi (Tolentino) che hanno difeso le loro rispettive posizioni fino all’ultimo minuto. La prima vorrebbe salvo a ogni costo il presidio settempedano, facendolo rientrare nell’asse della copertura del territorio montano insieme a Camerino (ipotesi accolta dallo stesso Ceriscioli). Il secondo fin dal primo intervento ha provocato Carancini e l’eventuale scelta maceratese additandola come politica e mettendo sul tavolo l’appoggio, reso ufficiale solo oggi, di 8 comuni dell’entroterra che favorirebbero la location a Tolentino. Si tratta di Sant’Angelo in Pontano, San Ginesio, Caldarola, Cessapalombo, Loro Piceno, Monte San Martino, Bolognola e Serrapetrona. “Siccome si spendono 240 milioni della collettività – ha detto Pezzanesi – credo si debba pensare al lato pratico e non politico”.

IL DIBATTITO – Punto fermo nel dibattito è rimasto il problema viabilità. Con Recanati, Treia, San Severino e Castelraimondo che hanno ricordato la difficoltà ancora attuale sia di viabilità dalla montagna verso la costa sia tra la valle del Chienti e quella del Potenza, anche considerando l’età avanzata della popolazione. Gentili (Monte San Giusto) ha chiesto contestualmente alla costruzione del nuovo ospedale di “rafforzare il sistema dell’emergenza”. Paoloni (Belforte) che “non venga dimenticata la valle del Fiastra dato che per una buona candidatura non si possono considerare solo gli ettari disponibili”. Il neosindaco di Civitanova Ciarapica ha sottolineato che la sua è la “città più popolosa della provincia. Soprattutto dopo il terremoto. Rispetto ai 40mila abitanti oggi ne ospitiamo 60mila. Accogliamo più di 100mila persona al giorno. Inoltre – ha concluso – abbiamo fatto milioni di euro di investimento nell’ospedale, quindi vorremmo sapere cosa ne sarà dei nostri servizi e reparti”. Ha invitato a fare un passo indietro il sindaco di Pieve Torina Gentilucci: “Dobbiamo pensare più in grande. La nostra gente per problemi più gravi va a Torrette. La distanza a quel punto ci tocca sempre. Il nostro comune mette ad esempio a disposizione auto per le famiglie che a volte hanno difficoltà anche a raggiungere Macerata. La differenza non la fa percorrere 10 minuti in più in auto, ma avere o no un servizio d’ eccellenza”.

(Servizio aggiornato alle 21,04)

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