Farmaco ai pazienti in cambio di soldi
Ex primario sotto accusa

RECANATI - Avrebbe prospettato di fornire a chi assisteva un certo medicinale per convincere alcuni dipendenti di una ditta farmaceutica a consegnargli o promettergli denaro. L'indagine nasce a Reggio Calabria, oggi si è aperto il processo al tribunale di Macerata. La difesa respinge con forza le accuse: "Medico scrupoloso, benefattore per tanti bambini. E' assolutamente estraneo ai fatti"

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L’avvocato Claudio Di Meglio

 

Ex primario finisce sotto accusa al tribunale di Macerata perché dietro la prospettiva di somministrare ai pazienti un determinato farmaco, avrebbe indotto tre rappresentanti di una azienda farmaceutica a dargli o promettergli somme per 40mila euro. I fatti risalgono a diversi anni fa ed erano stati oggetto di una indagine della procura di Reggio Calabria che iscrisse decine di medici nel registro degli indagati. Tra questi anche Edoardo Bartolotta, 70 anni, oggi in pensione, residente ad Ancona e originario di Siracusa. Il processo si è aperto questa mattina al tribunale di Macerata. Le accuse sono di concussione e corruzione per induzione. Bartolotta, nella sua qualità di primario, all’epoca dei fatti, del reparto di Pediatria all’ospedale di Recanati, «mediante la prospettazione della possibilità di somministrare ai pazienti del nosocomio – dice l’accusa – il farmaco “Nutropin Aq ormone della crescita” commercializzato dalla “Ipsen spa”» avrebbe indotto tre dipendenti dell’azienda farmaceutica (si parla di un area manager national, di un direttore delle vendite e di un informatore scientifico) a dare o promettere indebitamente delle somme di denaro che, continua l’accusa, Bartolotta avrebbe utilizzato per fare dei viaggi di piacere. L’accusa, sostenuta dal pm Cristina Polenzani, parla di 20mila euro nel 2007 e altrettanti nel 2008. Parte del denaro sarebbe stato accreditato ad una agenzia di viaggi in provincia di Bologna, verso la quale, sempre stando all’accusa, Bartolotta avrebbe creato un fondo. La difesa, che sottolinea che tutto nasce dalle dichiarazioni di un dipendente licenziato dalla Ipsen e che i medici indagati sono stati tutti prosciolti o archiviati, respinge totalmente gli addebiti. «Il dottor Bartolotta è stato benefattore per tanti bambini, un medico molto scrupoloso. Questo farmaco della Ipsen all’epoca era il meno costoso per il sistema nazionale. Il dottor Bartolotta ha improntato tutta la sua carriera professionale ai criteri ippocratici di tutela del malato. Si dice assolutamente estraneo a questa vicenda» dice l’avvocato Claudio Di Meglio, legale dell’ex primario. Il processo è stato rinviato a gennaio.

(Gian. Gin.)



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