Da sinistra: il sindaco Alessandro Delpriori e Luciano Stopponi
di Monia Orazi
Avanti tutta con il progetto per diventare l’ex albergo Agorà, dove nei giorni scorsi l’imprenditore fabrianese Luciano Stopponi era tornato a protestare, un luogo per accogliere chi non ha più una casa. Il sindaco di Matelica Alessandro Delpriori ed il costruttore hanno presentato il loro progetto. “L’Agorà è un problema aperto che deve trovare una soluzione, è alle porte della città, una struttura non finita, sinora le controversie legali ci hanno impedito di agire, ma adesso con i problemi del terremoto può diventare utile per accogliere chi non ha più una casa – ha detto Delpriori –, abbiamo già proposto alla Protezione civile di farne un centro di accoglienza per gli sfollati o per gli studenti universitari rimasti privi di abitazione. Può accogliere oltre cento persone, sistemarlo costa molto meno che mettere le casette”. Delpriori ha detto di aver contattato il curatore fallimentare che gestisce la situazione dopo il fallimento della Canfaito srl ed il contenzioso con la banca che ora vanta la proprietà in gran parte, del complesso edilizio di oltre 10mila metri quadrati.
“Il progettista ha già pronto un progetto per la finitura, sabato insieme a Stopponi abbiamo sottoposto il progetto al presidente della Regione Luca Ceriscioli il quale ha dato l’adesione di massima, anche al rettore Unicam Flavio Corradini il quale vede come percorribile la possibilità che la struttura possa ospitare studenti universitari, magari gestita dall’Ersu. Dovremo incontrarci ancora per trovare il giusto procedimento amministrativo con cui realizzare il progetto, ci vorrà del tempo, dovremo anche conoscere le necessità esatte dell’università”. Stopponi ha aderito al progetto presentato dal sindaco: “Condivido quanto detto dal sindaco Delpriori, ho caldeggiato questo progetto, l’Agorà è una struttura ottimale per accogliere chi non ha più una casa. Potrebbe essere gestito da una cooperativa sociale, come nel progetto di social housing da me proposto. Io sono pronto a rinunciare alla mia parte di proprietà, a patto che la banca faccia lo stesso”.
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