La Corte dei conti sulle spese facili: 23 consiglieri ed ex consiglieri regionali citati a giudizio per presunto danno erariale per 148mila euro, 9 sentenze e tre ordinanze di condanna a rifondere 70mila euro relativamente alla gestione e rendicontazione irregolare dei rimborsi tra il 2010 e il 2012. Questi i numeri della giustizia contabile, riferisce l’Ansa, sulle cosiddette spese facili in Regione. Numeri che ridimensionano molto il quadro iniziale delle indagini. Già il procedimento penale aveva visto proscioglimenti per 63 dei 66 imputati. Per i tre che rimangono c’è stato un rinvio per via del terremoto. La Corte dei conti – dice l’Ansa – ha sostenuto la necessità di spiegare le attività svolte con i fondi del Consiglio per non lasciare un “ingiustificato spazio di insindacabilità”. Ai consiglieri è infatti riconosciuto un “ampio margine discrezionale, che può essere sindacato soltanto se le scelte risultino del tutto irrazionali ed abnormi”. Tuttavia “è necessario che l’oggetto di tale libera scelta emerga in sede di rendiconto” per “verificare l’attinenza con le funzioni istituzionali, e non per operare una valutazione di merito”.
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