Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, originario di Tolentino, è il più probabile nuovo successore del presidente del Consiglio Matteo Renzi che ha dato le dimissioni dopo il risultato del referendum costituzionale di domenica. Le quotazioni del titolare della Farnesina sarebbero salite notevolmente tanto che nella giornata di oggi per ben due volte è stato ricevuto a Palazzo Chigi. L’ultima volta questa sera intorno alle 18. Sul nome del ministro uscente si starebbero compattando le esigenze di Renzi e del Pd. A Gentiloni sarebbe affidato un governo a breve termine, con il solo compito di varare una legge elettorale omogenea per Camera e Senato che consenta di andare al voto. Il suo nome sarà fatto probabilmente sabato mattina nell’incontro tra la delegazione Pd e il presidente Mattarella, che chiuderà il ciclo di consultazioni
Gentiloni, 62 anni, è il cugino del noto esponente politico Francesco Massi Gentiloni Silveri. Infatti, il nonno di Paolo, Stefano Gentiloni Silveri, era il fratello della nonna di Francesco, Agnese Gentiloni Silveri. La sua famiglia è proprietaria di un palazzo in piazza San Nicola e il ministro è stato nominato lo scorso 18 giugno cittadino onorario. Nelle scorse settimane, in seguito al terremoto, ha visitato Tolentino e la basilica di san Nicola.
(a.p.)
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A Renzi piace moltissimo!
Il Governo istituzionale dovrà affrontare, nel breve periodo, una dura crisi determinata dallo sconquasso nel mondo bancario che verrà innescato dal Monte dei Paschi di Siena e aggravato dalla presenza di ulteriori bubboni: le quattro banche territoriali risolte dal “salva-banche” ma non ancora in sicurezza e le due banche venete che sono ancora zombie. Il rischio contagio potrebbe minacciare anche ulteriori istituti come Unicredit o Carige o altri.
Si renderà necessario un intervento statale forte e risoluto sulle banche. Serviranno cioè almeno 10-15 miliardi di euro (meglio ancora se 20-25) per tappare tutti i buchi più urgenti. Con una legge di stabilità già sotto osservazione della UE, che anzi richiederà maggiori sforzi, mancheranno i fondi.
L’unica soluzione sarà il ricorso al MES (Meccanismo Europeo di Stabilità), il cosiddetto Salva-Stati (che piuttosto gli Stati li affonda). Tale ipotesi comincia già a circolare in questi giorni sui giornali mainstream con la tempestiva smentita dal MEF (Ministero Economia e Finanze). In questi casi, come sosteneva Giulio Andreotti, la smentita equivale a dare la notizia due volte.
Quali garanzie chiederà il MES per il suo prestito? Saranno pesanti, fatte di lacrime e sangue, ma verranno accettate come un “sacrificio necessario”, tanto più che la loro durezza sarà spalmata sul futuro reiterando l’effetto “rana bollita”.
(da http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=126971)
Carino come porta io caschetto di sicurezza.
Pensate che se era pericoloso, tutte quelle “celebrita” erano lì??
esatto Giorgi. chiunque è nelle condizioni di informarsi e capire che la vicenda montepaschi è stata creata ad hoc per giustificare il 4° (QUARTO!!!!!!) governo tecnico NON ELETTO (!!!!!!!) richiesto da napolitano. (http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/11/19/massoneria-libro-shock-gran-maestro-magaldi-i-potenti-nelle-logge/1220062/)
Molte interessanti scoperte si possono fare informandosi, non ultima quella che nelle repubbliche parlamentari i cittadini eleggono i parlamenti e non i governi.
1. Giorgi, ho letto la previsione di Gufo Boschi sull’esito del referenzium, 40% Sì, 60% No. Dopo questo risultato bisogna guardare attentamente alle sue prossime profezie di cui sopra riporti un’ampio estratto e che mi fa arrivare ad una conclusione. Dato che in un mio conto bancario celo un discreto mucchietto di centesimi, non sarebbe meglio prelevarlo prima che si mangino pure quelli. Quando si parla di Banche, il mio pensiero corre subito a Renzi che avrebbe affondato pure tutta la nostra marina militare e mercantile pur di salvare le Banche, in previsione del suo unico obbiettivo: lavorare al fianco di Blair alla JPMorgan, altro che rilanci riformanti al massimo della sua stazza, che non appare più tanto longilinea e scattante. Ma dopo aver detto la mia sull’alta finanza che per me è una Banca costruita in cima al Cervino, vorrei dire sull’articolo. Gentiloni, è originario di Tolentino sì, ma anche Ministro del Governo Renzi. Ho l’impressione che qualcuno anche se per scherzo si diverta a coionarci. Non conosco la definizione italica, ne so un altra ma è ancora meno presentabile. Se gli italiani, hanno votato per la stragrande maggioranza No, che significa? Semplice, che non vogliono più avere a che fare con lui, con tutto il suo governo, compreso quello che gli porta il caffè o l’acqua minerale quando gli si secca la gola a forza di fare la sua apologia. E si parla di anche di Franceschini o di Padoan che conosce solo a quanto ammonta il suo stipendio e che molto probabilmente da quel grande economista che è, porta la sua busta paga a farsela spiegare dal suo commercialista che incredulo si chiederà.. e gli altri come saranno, come la Boschi con i suoi sorrisetti, i suoi noiosi sguardi da cerbiatta sorpresa dalla ignoranza dei suoi contraddittori? Renzi ha detto che non rimaneva a bighellonare in Parlamento come fanno gli altri, che in caso di sconfitta si sarebbe ritirato a vita privata ed altre amenità del genere. E allora, hai perso, ti ci vorrà qualche anno a metabolizzare la sconfitta e a capire di essere il più detestato dagli italiani e certo per chi credeva il contrario deve essere stato un duro colpo. Va in Tibet, la faccia da monaco tibetano ce l’hai, fatti seguire da qualche maestro che ti insegnerà le “quattro verità “ che non sono di certo quelle che credevi tu ma che comprende anche riflessioni sul dolore causato dall’essere lontani da ciò che si “desidera”. Ecco quando avrai superato, questa tranvata che ti ha colpito faccia a faccia, non certo a tradimento anche se a volte la presunzione, inconscia credo, perché se te l’hanno inculcata, quello che si è fatto cojonare sei tu. Insomma mi sono stancato, Renzi non ti vogliamo, vattene. Che c’è di più semplice. E lascia perdere i vecchi democristi come te che dovreste essere estinti e invece vi ritrovate in tutti i ganli della nostra ordinaria ma nel senso di banale, politica. Concludo con un appello: Silenzi e Corvatta non è che stete messi tanto meglio. Avete anche la fortuna che se date le dimissioni nessuno ve le congela magari non adesso, ma dopo il Natale, un po’ prima che oltre a Porta Marina ( perché non c’è il cipresso? ) non ti venga in mente per il Carnevale di mettere la tua faccia a tutta facciata su Palazzo Sforza, illuminata da trecentomila led che consumano meno anche se questo non è notoriamente un problema per te. Tanto finché puoi attingere sui soldi dei Civitanovesi che te ne frega. A mio modesto parere tu non riuscirai nemmeno a diventare consigliere della prossima minoranza. Perché non fai un refesilenzius che così ci divertiamo un po’! Magari adesso per la Pasqua. Il quesito, semplice: Chi volete libero Silenzi o Barabba?
Come anche, Giorgi, che questo parlamento è stato dichiarato incostituzionale dalla sentenza n. 1/2014. http://www.studiolegalemarcomori.it/un-parlamento-illegittimo-modifica-la-costituzione-scaricate-e-depositate-la-denuncia-per-usurpazione-del-potere-politico-fermiamo-il-colpo-di-stato/
si hanno i più bei posti e gli ottimi bocconi coi grandi ossequi e coi reverenzoni gentiloni…
Dalla sentenza 1/2014 della Corte Costituzionale:
È evidente, infine, che la decisione che si assume, di annullamento delle norme censurate, avendo modificato in parte qua la normativa che disciplina le elezioni per la Camera e per il Senato, produrrà i suoi effetti esclusivamente in occasione di una nuova consultazione elettorale, consultazione che si dovrà effettuare o secondo le regole contenute nella normativa che resta in vigore a seguito della presente decisione, ovvero secondo la nuova normativa elettorale eventualmente adottata dalle Camere.
Essa, pertanto, non tocca in alcun modo gli atti posti in essere in conseguenza di quanto stabilito durante il vigore delle norme annullate, compresi gli esiti delle elezioni svoltesi e gli atti adottati dal Parlamento eletto. Vale appena ricordare che il principio secondo il quale gli effetti delle sentenze di accoglimento di questa Corte, alla stregua dell’art. 136 Cost. e dell’art. 30 della legge n. 87 del 1953, risalgono fino al momento di entrata in vigore della norma annullata, principio «che suole essere enunciato con il ricorso alla formula della c.d. “retroattività” di dette sentenze, vale però soltanto per i rapporti tuttora pendenti, con conseguente esclusione di quelli esauriti, i quali rimangono regolati dalla legge dichiarata invalida» (sentenza n. 139 del 1984).
Le elezioni che si sono svolte in applicazione anche delle norme elettorali dichiarate costituzionalmente illegittime costituiscono, in definitiva, e con ogni evidenza, un fatto concluso, posto che il processo di composizione delle Camere si compie con la proclamazione degli eletti.
Del pari, non sono riguardati gli atti che le Camere adotteranno prima che si svolgano nuove consultazioni elettorali.
Rileva nella specie il principio fondamentale della continuità dello Stato, che non è un’astrazione e dunque si realizza in concreto attraverso la continuità in particolare dei suoi organi costituzionali: di tutti gli organi costituzionali, a cominciare dal Parlamento. È pertanto fuori di ogni ragionevole dubbio – è appena il caso di ribadirlo – che nessuna incidenza è in grado di spiegare la presente decisione neppure con riferimento agli atti che le Camere adotteranno prima di nuove consultazioni elettorali: le Camere sono organi costituzionalmente necessari ed indefettibili e non possono in alcun momento cessare di esistere o perdere la capacità di deliberare. Tanto ciò è vero che, proprio al fine di assicurare la continuità dello Stato, è la stessa Costituzione a prevedere, ad esempio, a seguito delle elezioni, la prorogatio dei poteri delle Camere precedenti «finchè non siano riunite le nuove Camere» (art. 61 Cost.), come anche a prescrivere che le Camere, «anche se sciolte, sono appositamente convocate e si riuniscono entro cinque giorni» per la conversione in legge di decreti-legge adottati dal Governo (art. 77, secondo comma, Cost.).
(fonte http://www.cortecostituzionale.it/actionSchedaPronuncia.do?anno=2014&numero=1)
La Cassazione, con sentenza n. 8878/14, ha potuto poi ribadire il gravissimo vulnus democratico che ha travolto la nostra democrazia affermando, con molta più durezza e decisione della Corte Costituzionale, che: “E in effetti, la dedotta lesione v’è stata per il periodo di vigenza delle disposizioni incostituzionali, poiché i cittadini elettori non hanno potuto esercitare il diritto di voto, personale, eguale, libero e diretto, secondo il paradigma costituzionale, per la oggettiva e grave alterazione della rappresentanza democratica, a causa del meccanismo di traduzione dei voti in seggi, intrinsecamente alterato dal premio di maggioranza disegnato dal legislatore del 2005, e a causa della impossibilità per i cittadini elettori di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento”;
Dalla sentenza 8878/14 della Corte di Cassazione:
La sopra ricordata precisazione della Corte Costituzionale, la quale ha osservato che le elezioni svolte costituiscono “un fatto concluso” idoneo a giustificare che i rapporti sorti nel vigore della legge annullata “rimangono regolati dalla legge dichiarata invalida” in quanto “esauriti”, dimostra che la tutela riconosciuta dall’ordinamento ai ricorrenti elettori, oltre all’accertamento per il passato della lesione subita e del diritto al rimborso delle spese sostenute per conseguire tale risultato processuale (v. il successivo p. 7), è quella, pienamente satisfattiva, della riparazione in forma specifica per effetto della sentenza costituzionale che ha ripristinato la legalità costituzionale, potendo essi, a decorrere dal 13 gennaio 2014 ed attualmente, esercitare il diritto di voto secondo i precetti costituzionali.
(fonte http://www.giurcost.org/casi_scelti/Cassazione/Cass.sent.8878-2014.pdf)
Ecco appunto. Quindi al voto.
Infatti:
«Il nostro Paese ha bisogno, in tempi brevi, di un governo nella pienezza delle sue funzioni: vi sono di fronte a noi adempimenti, impegni e scadenze che vanno affrontati e rispettati. Si tratta di adempimenti, impegni e scadenze di carattere interno, europeo e internazionale.»
(da http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Discorso&key=505)
Sì. C’è fretta. Ci aspetta la troyka. La grecia è vicina. Tanti auguri.