Sisma: una casa di riposo unica
per l’entroterra maceratese

SANITA' - Il progetto della Regione per restituire il servizio nelle zone dove le strutture per anziani sono state lesionate dal terremoto è emerso durante l'incontro con il responsabile nazionale del Pd sanità Federico Gelli. Sul tavolo il rapporto tra referendum costituzionale e servizio sanitario pubblico: "Bisogna votare sì perché non si può continuare così, è una situazione che lede il diritto alla salute"
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Da sinistra Maurizio Del Gobbo, Angelo Sciapichetti, Francesco Vitali, Federico Gelli, Francesco Comi e Francesco Micucci durante la conferenza stampa al Centrale.eat

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Federico Gelli

 

di Federica Nardi

Un grande investimento per una casa di riposo unica nell’entroterra maceratese che vada a sostituire tutte quelle messe ko dal terremoto. Questo il progetto emerso a margine dell’incontro con Federico Gelli, parlamentare e responsabile della Sanità per il Pd nazionale, in visita oggi nelle Marche per parlare di sanità e riforma costituzionale. Dopo la tappa a Tolentino per vedere la situazione dell’ospedale lesionato dal sisma (leggi l’articolo) è stato il momento dell’incontro a Macerata prima di proseguire per Ancona. «Nella legge di bilancio ci sono le risorse per l’edilizia sanitaria – ha detto Gelli – Ma certo la vostra situazione è straordinaria e su scuole e ospedali dopo il terremoto bisogna fare un ragionamento a parte. La priorità è avere strutture sicure». E su questa scia lo seguono l’assessore regionale alla Protezione civile, Angelo Sciapichetti, e il segretario regionale del Pd, Francesco Comi, che hanno parlato di un progetto per «realizzare una casa di riposo unica per tutto l’entroterra». Location ancora da svelare, ma sarà la Regione a comunicarla una volta individuata. «Vogliamo riportare le persone dalla costa nel minor tempo possibile», ha detto Sciapichetti, che sul referendum non nasconde la preoccupazione: «Svegliarsi il 5 dicembre con la vittoria del no sarebbe come un’altra scossa 6.5 per il nostro territorio perché l’instabilità politica che si creerebbe sarebbe un duro colpo». Perché, dice il Pd regionale e provinciale compatto (presenti anche il responsabile del Pd Marche Sanità Franco Antonini, il segretario provinciale Francesco Vitali, il consigliere regionale Francesco Micucci, il capogruppo maceratese Maurizio Del Gobbo e per l’Asur il direttore amministrativo Francesco Gigliucci), il sì andrebbe a semplificare molte cose per la sanità pubblica. A entrare nel merito è Gelli: «Dal 2001 la maggiore autonomia regionale ha portato a 21 modelli differenti di servizio sanitario, uno per regione, facendo precipitare l’aspettativa di vita in alcune regioni commissariate. Il sistema sanitario nazionale però deve essere in equilibrio, soprattutto su materie come le vaccinazioni e gli acquisti di servizi e farmaci. Non si può continuare così, è una situazione che lede il diritto alla salute». Inoltre la concorrenza Stato-Regioni sulla materia sanitaria «ha portato – spiega Gelli – un 45 percento di contenziosi. Mentre la riforma elimina la materia concorrente e riaffida allo Stato le disposizioni generali e alle Regioni la programmazione e l’organizzazione con un notevole risparmio di soldi pubblici». E per le Regioni virtuose, come le Marche, i vantaggi «sarebbero notevoli – dice Gelli – perché lo Stato potrebbe premiare i modelli più efficaci».



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