Danni a San Ginesio nella collegiata delle suore Clarisse e Benedettine
Danni nella chiesa di Carpignano di San Severino
di Monia Orazi
(foto di Luca Maria Cristini)
Sono tante le chiese inagibili nel territorio dell’arcidiocesi di Camerino, l’arcivescovo monsignor Francesco Giovanni Brugnaro lancia l’allarme e denuncia il fatto che ad essere state di nuovo danneggiate dal terremoto, sono strutture riparate soltanto da pochi anni, dal devastante sisma del 1997. Nel corso di una serie di sopralluoghi l’arcivescovo si è reso conto personalmente della situazione. Ha affermato monsignor Brugnaro: «A Camerino ufficialmente non ci sono più chiese agibili, a San Ginesio la situazione è addirittura peggiore, ci sono molti danni. Alcune di queste chiese le ho inaugurate io stesso dopo la ricostruzione post-terremoto, San Francesco a San Ginesio, Santa Maria in Via a Camerino, di cui ho celebrato la riapertura dopo tre anni dal mio arrivo in città, se arriva un’altra scossa forte rischia di crollare. Cose come queste fanno riflettere, il danneggiamento del patrimonio restaurato dopo pochi anni. Questa volta si dovrà intervenire per attuare concreti interventi di sostegno. Sono vicino anche al vescovo Marconi, la diocesi di Macerata è stata notevolmente colpita».
Monsignor Brugnaro (con il casco rosso) durante uno dei sopralluoghi
Ad accompagnare monsignor Brugnaro nel sopralluogo l’architetto Luca Maria Cristini, responsabile diocesano dei beni culturali: «Abbiamo effettuato un giro a Ussita, Visso, Castelsantangelo sul Nera ed al santuario di Macereto di Visso, la situazione è molto più grave rispetto al 1997, l’ipocentro del terremoto più in alto ha probabilmente liberato una maggiore quantità di energia, causando maggiori danni al patrimonio». Fuori uso tutte le chiese di Camerino, il Duomo, Santa Maria in Via, la cattedrale di San Venanzio, la chiesa del monastero di Santa Chiara, le celebrazioni nei luoghi inagibili sono sospese e si svolgono in luoghi alternativi. A Caldarola rilevati danni alle chiese di San Gregorio e San Martino, preoccupazione per il santuario della Madonna del Monte. A San Ginesio danni nella Collegiata, nelle chiese delle suore Clarisse e Benedettine, a San Francesco. A San Severino danneggiata la chiesa di Carpignano, l’affresco è in pericolo; a breve potrebbe essere fatto un intervento urgente per la messa in sicurezza, per evitare danni ulteriori. A Castelraimondo danni al magnifico castello di Lanciano, di cui l’arcidiocesi è proprietaria ed alle chiese di San Biagio nel centro del paese, Santa Barbara nella frazione di Crispiero, dichiarate inagibili. Per avere un quadro completo dei danni occorrerà attendere il completamento dei sopralluoghi, la situazione è stata fatta presente anche alla Regione Marche.
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Chi deve pagare questi interventi? Lo Stato Italiano?
Lo stato vaticano ne avrà di bei soldoni per le chiese no??
pensate per le persone senza casa prima, la vita di una persona è molto più importante di tutto il resto.
Se invece di vivere tra gli agi, pensassero alla conservazione dei beni della chiesa, non ci sarebbero poi tanti danni. Ma… meglio predicare bene e razzolare male!
Prima di tutto le case e poi se avanzano i contributi le chiese. Io penso che il Padreterno è contento di questa mia proposta.
Per le chiese dovrebbe intervenire l’APSA, l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica.
Non capisco come si faccia a ragionare così! La Chiesa non è patrimonio del vescovo ma di tutta la comunità, anche di quella parte che non crede ma ne apprezza la bellezza architettonica, i tesori artistici in essa custoditi e quant’altro di artistico, di bello e di spirituale essa ha conservato fino ai nostri giorni.
@Torquati. In realtà quello che fa testo è il concordato tra Stato e Chiesa. Che cosa statuisce al riguardo?
Il Padreterno è contento di tutte le proposte che ispirano amore e per gli uomini e per le cose, soprattutto quando quest’ultime rappresentino la sacralità di un popolo.