di Federica Nardi
Taglio del nastro per l’Emporio della solidarietà di Macerata. Un luogo, in via Silone, al centro del sistema di cura sociale che la Caritas sta sperimentando dallo scorso settembre, (già 250 famiglie coinvolte) e che la Caritas nazionale ha preso a modello per tutta Italia. La filosofia è semplice quanto impegnativa: superare la mera distribuzione del pacco alimentare e dare a chi ha bisogno e ne fa richiesta una carta (per un valore mensile che può variare da un minimo di 30 euro a un massimo di 120 euro), utile per fare la spesa all’Emporio o per acquistare vestiti nel Charity shop diocesano. Un modo di trasformare l’aiuto in un intervento a tutto tondo.
Chi fa richiesta (in uno dei 9 centri di ascolto di cui 6 parrocchie e 3 associazioni) deve compilare una domanda e allegare dei documenti utili a capire la situazione economica e familiare. Ma accetta anche «di iniziare un percorso di 6 mesi con la commissione dell’Emporio – spiega Emanuele Severini, referente dell’iniziativa – Utile a capire qual è il bisogno a monte. In questo percorso ci sono delle regole da rispettare, documenti da presentare che restituiscono all’iniziativa anche un senso educativo a chi chiede aiuto». Un modo, in sintesi, di responsabilizzare chi chiede aiuto.
Le commissioni di valutazione, che prendono in carico le persone e le famiglie, sono composte da operatori del Comune, dell’Acli, del Gruppo volontari vincenziani, dell’associazione Centro di ascolto e di prima accoglienza e della Caritas. «La sfida contro le soluzioni facili, come il gioco d’azzardo o il microcredito non controllato che diventa usura, è grande – dice il vescovo di Macerata Nazzareno Marconi – Quelle sono strade che attirano perché dicono: ti diamo aiuto senza vergogna. Invece noi chiediamo un dialogo. I centri di ascolto sono centri di scoperta della persona». Una scoperta che passa anche dalla collaborazione tra pubblico e privato: «Abbiamo messo insieme le banche dati dei Servizi sociali e della Caritas», dice Severini, e gli fa eco l’assessore comunale ai Servizi sociali Marika Marcolini: «un modo di operare che deve diventare consuetudine». Con loro anche il sindaco Romano Carancini e Antonio Di Ferdinando, il direttore generale della Conad Adriatico, sponsor dell’iniziativa a livello regionale. A sostenere l’iniziativa, già realtà a livello regionale, anche la Conad Adriatico. Tanti gli studenti del liceo artistico presenti stamattina: sono stati proprio loro, guidati dagli insegnanti, a decorare e abbellire l’emporio. Nel corso della cerimonia è stato ricordato il farmacista Adriano Machella, che si è tolto la vita mercoledì. La Caritas aveva iniziato ad aiutarlo.
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Bravissimi.
Ma si è meglio che il popolo viva di elemosina, invece che del proprio lavoro per una vita dignitosa. Visto che chi il lavoro lo crea viene punito non appena si muove.
Educare i poveri ad essere poveri. Mah!?!?
Ancora una volta tra i problemi principali c’è il gioco d’azzardo, creato, promosso e gestito dallo stato. Perché i nostri governanti non fanno un referendum sull’abolizione del gioco d’azzardo?