di Gianluca Ginella
Nell’indagine sulla sanità regionale rientra anche una presunta violazione sul contributo dello Stato al finanziamento dei partiti politici. La procura di Ancona contesta la fornitura di volantini di propaganda elettorale delle scorse elezioni regionali. E’ uno dei reati che rientrano nell’inchiesta che coinvolge i vertici dell’Asur (leggi l’articolo). La contestazione viene mossa solo a Massimiliano Picardi, gestore della Medilife spa di Roma e ad altre quattro persone. Secondo la procura Picardi, in concorso con Roberto Dotti, quali gestori e comunque referenti della società Medilife, e Gianluca Tomassini, quale addetto alla segreteria di Gian Mario Spacca, ex governatore e all’epoca (in un periodo precedente e comunque vicino al maggio del 2015) candidato a consigliere regionale, avrebbero provveduto a fornire circa 21mila volantini di propaganda elettorale a favore di Spacca, in assenza della delibera dell’organo sociale competente con l’indicazione espressa del contributo erogato ed in assenza dell’indicazione del contributo nella contabilità della Medilife. Una accusa quasi identica viene contestata a Picardi, sempre in qualità di gestore di Medilife, Antonello Delle Noci e Giorgio Baldantoni, quali referenti di Luca Ceriscioli, attuale governatore delle Marche e all’epoca dei fatti contestati (un periodo precedente e comunque prossimo al maggio 2015), candidato a consigliere regionale, avrebbe provveduto a fornire volantini di propaganda elettorale a favore del candidato, per un valore complessivo di 18.300 euro, Iva compresa, in assenza di delibera dell’organo sociale competente della società Medilife spa – dice la procura –, con l’indicazione espressa del contributo erogato «ed in assenza di indicazione del contributo medesimo nella contabilità della Medilife, in particolare – dicono i pm – facendo figurare che il contributo proveniva dalla società Tipoxtil srl, anziché dalla Medilife spa».
La procura di Ancona ha iscritto nel registro degli indagati nove persone, tra cui compaiono nomi di spicco come quello il direttore del servizio Sanità della Regione, Piero Ciccarelli (all’epoca dei fatti contestati direttore dell’Asur regionale), e Alberto Carelli, ex direttore amministrativo dell’azienda sanitaria, poi direttore dell’Area vasta 4 e dell’Area vasta 3 di Macerata. Entrambi, insieme a Picardi, secondo la procura di Ancona, sarebbero stati i vertici di una presunta associazione per delinquere che aveva lo scopo di far ottenere e poi gestire una serie indefinita di appalti in ambito Asur alla società Medilife. Questo attraverso la commissione di reati di turbativa d’asta, abuso di ufficio, truffa ai danni dell’Asur. Il legale di Ciccarelli, l’avvocato Gianfranco Formica, oggi è intervenuto spiegando che esiste un solo contratto di Medilife con l’Asur ed era stato fatto nel 2009, quando Ciccarelli non era direttore.
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La sanità ogni volta che ritorna allo Stato, è sempre troppo tardi. E visto che non esiste un settore amministrato dalle regioni esente da scandali, dovrebbero essere chiuse prima possibile.
Possibile mai che abbiano incioampato su un volantino??
Perche meravigliarsi ? Cosa c’e’ tanto di strano ! Da quando sono state instaurate le Regioni Non si sente altro che parlare di continui scandali. Come esattamente dice il Sig. Transocchi bisognerebbe subito eliminare le Regioni . Non parliamo poi della Sanita’ . Ogni giorno la TV e la Stampa ci danno notizie di episodi incredibili ma non si sente un qualsiasi politico che abbia il coraggio di dire BASTA ! Hanno distrutto le MUTUE che rispetto ad oggi erano un gioiello di perfezione e non c’erano ad amministrarle manager nominati dalla Poltica con stpendi dorati ma Dirigenti che erano DIPENDENTI delle stesse MUTUE e cin stipendi certamente non dorati !
anche per questa volta, no i comment ma no comment
Ah, io sono più tranquillo di Ceriscioli!!
Eliminare le regioni non è fattibile, come eliminare le province è stato un errore soprattutto perché non è stato licenziato il personale e c’è molta confusione sul l’attribuzione degli incarichi. Centralizzare tutto porterebbe al caos e al mal funzionamento del sistema. Il problema della corruzione parte dalla politica, che designa i vari manager sanitari e i manager pubblici in genere ma alla fine siamo noi che scegliamo chi ci rappresenta.
C’entra poco, tuttavia in tema di regioni occorre sapere che la Regione Sicilia spende da sola quasi quanto tutte le altre Regioni messe insieme! Ha, ad esempio, più di 20.000 dipendenti!