di Alessandra Pierini
Da questa mattina 101 dipendenti della Provincia di Macerata sono formalmente ma non fisicamente trasferiti alle dipendenze della Regione (leggi l’articolo). E’ quanto prevede l’attuazione dell’ormai famosa legge Delrio che, in nome della riduzione della spesa pubblica non ha fatto altro che passare delle funzioni alla Regione, in alcuni casi senza rifinanziarle. Per quanto riguarda i dipendenti, al di là di alcuni casi, ma sono una minoranza, di trasferimento dalla sede maceratese al capoluogo di Regione, in realtà non cambia molto. A parte il fatto che da oggi avrebbero dovuto diventare lavoratori regionali. Questo processo previsto da mesi e programmabile, in realtà non ha visto il suo compimento. I dipendenti non hanno infatti ancora firmato il nuovo contratto e si trovano in un Limbo piuttosto imbarazzante. Basti pensare che in una qualsiasi azienda privata questa zona d’ombra sarebbe inaccettabile e persino sanzionabile.
Non così in Regione dove si prevede che la prossima settimana arriveranno i nuovi contratti da firmare per mettere in regola la posizione di ognuno. Nel frattempo i dipendenti non possono utilizzare la pec e il protocollo informatico: entrambi dovranno essere sostituiti con gli strumenti regionali. La posta cartacea viene rinviata a palazzo Raffaello. Non potranno neanche produrre atti amministrativi quali delibere e determinazioni dirigenziali. Questo comporta una sorta di forzata inoperatività delle risorse umane legate alle funzioni trasferite che sono, peraltro, tutt’altro che accessorie: protezione civile, formazione, beni e attività culturali, turismo, agricoltura, caccia e pesca, difesa del suolo, trasporto pubblico locale e viabilità, edilizia pubblica e servizi sociali. La giunta provinciale ha fatto, la settimana scorsa, delle osservazioni sulle disposizioni della Regione relativamente ai trasferimenti dei dipendenti, in merito alla continuità dell’operatività: sono rimaste inascoltate nella pratica. Insomma chi vuole lavorare, attualmente, non può farlo.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
I nostri politici, tutti sapevano che con l’istituzione delle regioni prima o poi le province sarebbero state chiuse. con 46 anni di tempo non hanno trovato un modo decente per sistemare il personale. Ciò sta a significare che quei partiti che vollero le regioni hanno agito con inganno fin dal primo momento, sia nei confronti dei cittadini costretti a pagare tasse incostituzionali non giustificate, e sia nei confronti dei dipendenti delle province che allo stato attuale non sono né carne né pesce.
Embe’ disse la pecora al pastore…… Che schifo di sistema…. Troppa teoria e poca praticità
Nelle aziende private succedono cose che noi umani non avremmo rivisto senza Renzi. Operai ridotti a meri schiavi ” zitti e cuccia “, licenziati in tronco con tutti li rami, presente incerto e futuro inesistente. Mi sembra alquanto inopportuno accostare aziende private e aziende pubbliche piene di raccomandati dal voto leggero come una piuma che si posa sempre sulla scheda giusta e che non è detto sia sempre quella se i tempi cambiano e le garanzie non sono più quelle di una volta. La fiducia va riposta su chi più la merita. Ma poi che sto a di, ci sono o ci sono stati licenziamenti che mi sono sfuggiti ogni volta che si grida allo scandalo, perché si va a fare la spesa dopo aver timbrato senza considerare che se non si ha niente da fare è alquanto stupido riscaldare la sedia o stare a rifarsi le unghie, quando a casa ci si può mettere più comodi, specialmente per quelle dei piedi. E poi nei casi in cui dovessero avvenire licenziamenti perché si va a timbrare in mutande visto la fretta di ritornare a casa, mi sembra che i giudici siano sempre propensi a non lasciarli in mezzo alla strada… per giunta in mutande. E poi dei pubblici non possiamo dire che fanno come i privati, che dopo aver massacrato, distrutto, umiliato e mi fermo qui, vanno a farsi belli in oriente. E qui Cerasi ho voluto rispondere anche se parzialmente ad un tuo quesito. Mi è stato pregato di non farlo ma non ho saputo resistere e quindi spero che questo escamotage non mi venga rimproverato. Cerasi facciamo così il pubblico consideriamolo per quello che forse è, ossia uno spaccato culturale sull’italiano. Quello che non mi va proprio giù sono certi atteggiamenti nel privato che……..,….?!?!?!
fosse stato un privato avremmo assistito ad una semplice riduzione di personale,ma si sa nel pubblico e’ un altra storia.
Aggiungo e continuo: “…come sempre, purtroppo”.
Lo smantellamento deliberato e la svendita dello Stato ai potentati stranieri continua.
Si svende e privatizza persino il fulcro della sicurezza dello Stato!!!!
Renzi, infatti, ha pronto il decreto, per appaltare addirittura i servizi segreti informatici ad un’azienda privata!!!! Quella del suo antichissimo e fedelissimo amico e superfinanziatore Carrai (peraltro in fortissima contiguità con Israele e Mossad).
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/01/16/marco-carrai-a-capo-di-unagenzia-per-la-cyber-security-nascono-gli-007-del-giglio-e-lui-pretende-la-qualifica-di-agente-segreto/2380168/
C’è bisogno di un’altra riforma: rifare le Province e abolire le Regioni (covo di ladri).
@ Sauro Micucci
A quale quesito si riferiva??
Io so soltanto che oggi la componente più “importante” dei sindacati è il pubblico impiego (contratto a vita) ed i pensionati (retributiva, non certo contributiva).
Questo, a mio avviso, ha generato una stortura nel Sindacato, visto che ha finito a fare solo gli interessi (molti legittimi, molti altri meno) di alcuni lavoratori (a scapito di tanti altri)
Oppure lei si riferiva ad altro?
Ad esempio al fatto che, solo in Italia, il pubblico, ha così tanti vantaggi che i dipendenti pubblici (degli altri Paesi) sono molto invidiosi??
Quoto Giuseppe Matteucci con entrambe le mani.
Cerasi@ Molto giusto quello che dici e che aggiunge qualcosa a tutto il discorso. Mi riferivo a quel che ti chiedevi sul noto brand e ti posso assicurare, che, almeno per quello che riguarda gli operai licenziati e sono tanti, qualcuno si è sentito giustamente umiliato e trattato come pezza da piedi, comunque un modo di fare che è sempre stato un segno di riconoscimento oltre che di penoso savoir faire del brand in questione. Quando si ha a che fare con certa gente è sempre meglio ricordare che dall’altra parte non ci portiamo niente. Spero che tu mi abbia capito sennò riscrivimi e vorrà dire che faro nomi e cognomi.