di Claudio Ricci
Salva banche, sanità, riforme, politica nazionale. Un Mario Morgoni a tutto campo affronta i temi caldi locali e nazionali davanti alle telecamere di Cmtv. Nella video intervista esclusiva il senatore di Potenza Picena si sofferma sulle emergenze e le prospettive del territorio. Dall’analisi del provvedimento che ha consentito, tra gli altri istituti il salvataggio di Banca Marche all’approccio della politica e delle amministrazioni alle grandi trasformazioni che la sanità regionale e locale si accinge ad affrontare. Passando per i risultati della raggiunti con la commissione di inchiesta sull’inquinamento sul bacino del basso Chienti fino alla fedeltà alla linea riformatrice portata avanti da Matteo Renzi.
Banca Marche: «Una situazione densa ancora di preoccupazioni e conseguuenze per il territorio. Il governo non ha potuto sanare ex post un dissesto derterminato da una cattiva gestione. Primo perché non era possibile utilizzare risorse pubbliche e secondo per i vincoli imposti dall’Europa per evitare un dissesto tou cour di tutti gli istituti. Anche se attraverso il provvedimento assunto dal governo si è potuto non solo salvaguardare tutti i correntisti ma anche predisporre strumenti di tutela per i detentori di obbligazioni subordinate che sono stati raggirati. L’iniziativa dei parlamentari marchigiani continua sulla possibilità di intervenire in materia fiscale anche per gli azionisti che hanno perso i loro risparmi».
Tommaso Corvatta, Francesco Micucci, Luca Ceriscioli, Francesco Comi e Angelo Sciapichetti ad un dibattito sulla sanità a Civitanova
Sanità: «Una riforma da affrontare con responsabilità e serietà, guardando alla migliore organizzazione e qualità dei servizi per i cittadini e non salvaguardando a tutti i costi le posizioni territoriali. In provincia è improprio affrontare la questione come un derby tra Macerata e Civitanova per chi dovrà perdere o guadagnare qualcosa. Prima di parlare di ospedale unico occorre dotare il territorio di un’organizzazione omogenea con un’unicità della gestione dei servizi. Solo poi si potrà andare nella direzione dell’ospedale unico.
Il compito del Pd: «In questo senso il Pd deve affrontare il discorso con più coraggio con le comunità locali, più incisivamente rispetto a quanto fatto fino ad oggi. Non si può più intervenire su situazioni in cui continuare ad investire porta solo a risultati mediocri. Bisogna proporre uno scambio alto proponendo a fronte di una penalizzazione del territorio una maggiore risposta e qualità nel servizio offerto, vincendo così le resistenze di campanile».
La provincia nella lente del Senato: «C’è attenzione all’inquinamento dovuto alle sostanze chimiche utilizzate dagli anni 70 dalle industrie che si sono riversate nel basso bacino del Chienti e che hanno portato anche alla sospensione del servizio idrico in città come Civitanova. Della vicenda si è occupata la Commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti di cui faccio parte. attraverso audizioni con le amministrazioni comunali coinvolte e con i procuratori di Macerata, Giovanni Giorgio e di Fermo. Una relazione conclusiva sui risultati dell’indagine verrà presentata alla comunità maceratese nelle prossime settimane. Il tema interessa un pezzo consistente del nostro territorio ed è necessario ormai uscire da una situazione rimasta ferma».
Fedeltà alla linea Renzi: «Il sostegno a Renzi continua convinto. Le basi della scelta di allora (il senatore fu uno dei renziani della prima ora ndr) erano quelle di disincagliare il sistema politico e democratico dalle secche dell’immobilismo e in questi due anni c’è stata una forte spinta verso il cambiamento. Si sono fatti passi fondamentali su scuola, giustizia, lavoro e riforme costituzionali. Anche le unioni civili, hanno rappresentato sicuramente una svolta nel campo dei diritti anche se da qualche parte ci si aspettava di più. Non c’è oggi un’alternativa credibile e concreta per ciò che riguarda un progetto del Paese. Questa è la strada giusta e su cui bisogna continuare con determinazione».
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Disincagliati si va molto meglio alla deriva.
Ho ascoltato tutta l’intervista a morgoni ma sinceramente non ha detto nulla che non sapessimo già. Invece non ci ha detto di cosa si tratta il ddl 46539 presentato il 25 febbraio al Senato firmato anche da Morgoni.
Da quanto letto sulla stampa prevederebbe una modifica dell’articolo. 143 del codice civile, abolendo l’ obbligo di fedeltà fra i coniugi. Come spiega il Senatore questa scelta? E sarebbe finalizzata a cosa?
Nulla di nuovo al fronte occidentale…
La solita solfa Piddina sull'”impossibilità” di rimediare al dissesto di Banca Marche immettendo denaro pubblico, perché così “vorrebbe l’Europa”.
Epigoni di un Partito Comunista che fino agli anni ’80 (mica gli anni ’80 del Settecento o dell’Ottocento …) andava nelle piazze per dimostrare contro l’entrata dell’Italia nel Sistema Monetario Europeo. Lo potevano fare purtroppo a buon mercato: non li manganellava più nessuno, da quando era scomparso Scelba dalla vita politica …
Adesso a tutto quello che dicono premettono: “perché così vuole l’Europa”. Nullità erano allora e nullità sono rimasti ora che, cambiata la situazione e cambiato soprattutto (proprio scomparso) il loro datore di lavoro di allora, l’Unione Sovietica Comunista, hanno rischierato tutti gli apparati sulle linee dell’imparaticcio del politicamente accettabile di oggi, e cioè l’ossequio all’Europa.
Interessante la storia delle quattro banche colate a picco, spolpate dalla dirigenza collusa col sistema dei partiti. Una di queste banche, l’Etruria, era il cortile di casa della famigliola di Maria Etruria (appunto) Boschi. La Boschi, ricordate? Quella che ha promesso che a breve, per colmare la lacuna lasciata con la post-Cirinnà, proporrà una legge sulle adozioni che includa tutti: etero, pederasti, singoli, tutti adottabili da tutti: forse anche cagnolini e scimpanzè. La Boschi che fa il ministro perché viene dal cerchio magico di Renzi, il referente di Morgoni.
Se il governo avesse fatto tutto quello che era uso fare prima (prima dell’epoca del “ce lo chiede l’Europa”) quando una banca andava in difficoltà, e cioè risolvere la faccenda politicamente, favorendone magari l’assorbimento da parte di altri banche o salvandola immettendo, in qualche forma, direttamente liquidità, cosa sarebbe accaduto? Che Margrethe Verstager, la danesina della Sinistra Radicale, attuale commissaria europea alla “Concorrenza” si sarebbe arrabbiata perché avrebbe strillato agli “aiuti di stato”? Hai detto un [email protected]@o … E se Padoan non si fosse sbrigato a ricevere un sì della danesina avremmo rischiato di andare oltre il 1 gennaio e sarebbe scattato il “bail in?” Hai detto due [email protected]@i …
Con Margrethe, che viene da un paese che non ha nemmeno l’Euro (per fortuna loro) uno magari fa volentieri una chiacchierata per telefono di 5-6 minuti per dirle: “Guarda, faremo così e così; quando ho un minuto ti mando due righe di e-mail per spiegartelo meglio. Ciao.” Certo con Margrethe o con chiunque sia non si va a trattare la sorte di gente che ha investito e creduto nelle banche del nostro paese, e che subisce nella propria vita quotidiana prima le conseguenze dei dissesti causati da dirigenti asserviti alla politica proprio in zone (Toscana, Marche, Ferrara) dove non si muove foglia ove PD non voglia, e poi dello stupido servilismo piddino nei confronti dell'”Europa”. Se Margrethe non fosse stata contenta delle mie idee avrebbe suggerito a Juncker, il cameriere della culona, di far aprire una procedura d’infrazione contro l’Italia? E quindi? ne sarebbe risultata una multa di, poniamo, un mezzo miliardo di Euri? E ariquindi? Se non paghiamo al multa e gli diciamo, a Margrethe la danesina, a Juncker, a tutto il cucuzzaro, di pensare ai [email protected]@i loro che noi pensiamo ai nostri, che succede? Che ci tolgono soldi a noi destinati dai contributi comunitari? Bene. La Ragioneria Generale ci spiega che, per esempio per il 2014 (ultimo anno per cui sono disponibili i flussi generali, relativi ai 12 mesi dell’anno), l’Italia ha versato alla (cosiddetta) Unione Europea 17.188,34 milioni di euro, e ne ha ricevuti indietro circa 9.881,81 milioni, sparpagliati fra le varie voci di intervento. Avanziamo più di 7 miliardi di Euri. Ci avessero fatto, per questi ipotetici “aiuti di stato” alle banche, una multa, che so io, di 500 milioni di Euro, sarebbe stato facile far fronte: bastava togliere altrettanti milioni dai contributi che versiamo all’Europa. E vedere, poi, chi si stufa per primo di giocare al gioco del “Se non fai questo io ti faccio quest’altro”. Facile no?
Un qualche pupazzo pidiota, una qualsiasi Lia Quartapelle o roba simile, o un ex di Sciolta Civica (avete presente: erano i fantocci che si presentarono alle elezioni del 2013 con Monti, il capo del governo collaborazionista della culona …), strillerebbe: “Ma così finirebbe l’Europa!”. Appunto. Questa qui che abbiamo ora finirebbe di certo. E sai che pena. Poi, per il futuro, tutti a tavolino, e vediamo cosa si può (se si può …) fare per definire regole e procedure diverse per le istituzioni comunitarie.
Ma ce li vedete, Renzi e i suoi (per suoi intendo sia un Bersani che, per esempio, un Verdini …) a mettersi su un cammino così?
Gentile Marina Santucci, ho firmato questa proposta di legge perché ritengo che la fedeltà non sia un concetto giuridico ma etico. Il fatto che sia stato sino ad oggi, e che sia ancora oggi, un concetto giuridico, ha consentito di giustificare vere proprie follie come il ” delitto d’ onore”, cioè l’omicidio di una persona che non era stata fedele ( o che si pensava non fosse stata fedele ) al suo coniuge . Sono convinto che pretendere di regolare con le leggi la gestione degli affetti e dei sentimenti personali sia una vera aberrazione.
Credo che coloro che commettono il delitto d’onore non sanno neanche che esiste l’art. 143 c.c.
D’altronde la magistratura nell’erogare la pena relativa al delitto d’onore non tiene conto dell’obbligo di fedeltà, anche perché l’art. 143 c.c. attiene alla sfera civile laddove l’omicidio attiene a quella penale. E allora per me il messaggio è: relativizziamo il matrimonio allo scopo di rendere credibili le unioni civili.
Egregio Morgoni forse ha fatto confusione: il delitto d’onore, norma penale, è stato abolito decenni fa quindi il fatto che lei ne parli oggi è un nonsenso.
Il dovere di fedeltà è un concetto giuridico, stabilito dal codice civile; se uno non vuole sentirsi costretto da una norma giuridica, basta che non si sposi e si sentirà giuridicamente libero di fare ciò che vuole ( ma magari moralmente no, ma non è cosa che interessi nè a me nè all’ordinamento giuridico).
Io invece credo, semprechè lei abbia ben compreso cosa ha sottoscritto, che tentare di eliminare il concetto di fedeltà dal matrimonio civile ( dopo che tale obbligo era stato espunto, Renzi d’accordo, dalle “unioni civili”) sia un patetico tentativo di uniformarlo alle unioni civili ( la pasticciata legge che avete approvato pochi giorni fa), cosa che permetterebbe di equipare in tutto e per tutto il matrimonio civile alle unioni civile stesse, con le conseguenze che per ora si sono evitate. Insomma: non siete riusciti ad approvare i matrimoni fra persone dello stesso sesso? Allora state cercando di smantellare il matrimonio civile tout court e i suoi punti pregnanti. Un gioco al ribasso che, secondo me, non porterà a nulla di buono. E la cosa più triste è che lo stiate facendo con una superficialità disarmante, senza consapevolezza di ciò che dite, fate e delle conseguenze, nel completo diprezzo e apparente ignoranza dell’ordinamento giuridico italiano.