Fa discutere la determina dell’Asur Marche datata 24 dicembre, che ha ridisegnato il 35 percento delle reti cliniche della regione (leggi l’articolo). A contestare il nuovo assetto il senatore Remigio Ceroni, presidente del Comitato regionale di Forza Italia, e Jessica Marcozzi, capogruppo di Forza Italia nel Consiglio regionale. Tra i punti di critica la gestione poco efficiente della sanità da parte del Partito Democratico, l’assetto degli ospedali di comunità, la situazione dei punti di primo intervento, la chiusura dei punti nascita al di sotto dei 500 parti e la situazione delle liste di attesa. «Forza Italia è assolutamente contraria alle decisioni che la Giunta regionale delle Marche, alla chetichella, ha adottato a ridosso delle festività natalizie in materia di sanità – si legge nella nota diffusa dal partito – Non condividiamo le scelte che riguardano gli ospedali di comunità, profondamente diverse dalle indicazioni fornite dal Piano sanitario regionale in vigore. Sottolineiamo il ritardo con il quale la Giunta regionale interviene nella razionalizzazione della rete ospedaliera regionale ed evidenziamo lo spreco di denaro pubblico che ciò ha determinato nel corso di tanti anni e la responsabilità del Partito Democratico che ha incessantemente gestito il servizio sanitario con propri uomini.
Remigio Ceroni
Nel progetto di riforma assumono un ruolo fondamentale i punti di primo intervento che devono essere funzionanti 24 ore su 24 e avere a disposizione personale medico, infermieristico necessario e attrezzature adeguate – prosegue la nota – La rete di primo intervento non può essere smantellata ma deve essere adeguatamente potenziata. Oltre 2,8 miliardi di risorse e 22mila dipendenti sono più che sufficienti per garantire un servizio sanitario efficiente ed efficace. Al limite si deve procedere a una riduzione di personale amministrativo: meno addetti stampa, meno inutili incarichi affidati per ragioni di partito, (tacciamo sui nomi per decenza) e più medici e infermieri per le emergenze». A far discutere soprattutto la chiusura dei punti nascita, tema che ha animato il dibattito negli ultimi mesi. «La chiusura dei punti nascita al di sotto dei 500 parti è una scelta politica sbagliata, ingiustificata e pericolosa. Nel territorio debbono funzionare punti nascita ben distribuiti per evitare disagi alle popolazioni e garantiti dal punto di vista della sicurezza delle partorienti e dei nascituri che non devono percorrere decine e decine di chilometri per accedere al servizio». La nota si chiude con un appello a intervenire «sulle liste di attesa riducendo drasticamente i tempi per accedere alle prestazioni, che in alcuni casi sono scandalosi».
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Quella di F.I. non è solo un’ottima idea, ma è l’unica da percorrere non solo nella sanità, ma in tutta l’amministrazione dello Stato. Rimane da capire il perché: quando e dove comandava il berlusca non è stata mai applicata.
Tranzocchi, se guardiamo il passato, è inutile andare a votare, anche se si presentano partiti nuovi, rinnovati truccati e imbellettati. Sappiamo che una volta al Governo, il popolo italiano che già non conta adesso, non conterà neanche dopo. Quindi per il momento bisogna attaccare con tutte le forze quelli che attualmente governano e di cui abbiamo visto le scelleratezze di cui sono capaci, a livello comunale, regionale e statale. ( certo le mie e le sue e di altri commentatori che non gradiscono gli attuali governanti sono poca cosa, ma chissà forse qualcuno aprirà gli occhi e un voto in meno lo prenderanno). Poi se le cose continueranno ad andar come sempre con nuovi governanti, vedremo….
Ma quanto proposto dal dott. Ceroni non era’ nel programma dei governi Berlusconi e non e’ stato eseguito?
Micucci: il passato serve per costruire il futuro. Se oggi siamo in condizioni disastrose, credo che la colpa non è di chi non ha mai governato, ma di chiunque ha governato negli ultimi settant’anni e grazie anche non perché il popolo non conta niente, ma perché sono troppi i cittadini che non vogliono contare, aspettano che siano sempre gli altri ad andare avanti. I nostri S/governanti ci hanno riempito di leggi incostituzionali e di stampo mafioso, che se potessi avere dieci centesimi per ogni cittadino che se ne frega o che non si rende conto che è governato da una politica mafiosa sarei milionario. Il mio partito per il quale lotto e difendo è quello scritto nella carta costituzionale, che guarda caso fin dal primo Gennaio mille novecento quarantotto è sempre all’opposizione.
L’accordo stato-regioni, sulla base del quale i punti nascita sotto i 1000 parti andranno progressivamente chiusi, è stato voluto dal ministro Fazio del governo Berlusconi. Dunque attenzione a parlare di scelta politica attribuendola all’avversario politico. Comunque di questo m’interessa davvero poco-nulla…
Più interessante è ragionare sull razionale su cui la legge che si va ad applicare si basa: le comunità scientifiche attestano chiaramente che perchè l’evento nascita avvenga in sicurezza questo debba verificarsi in centri che, appunto, siano centri che gestiscano almeno 1000 parti per anno. Dato peraltro ampiamente confermato negli stati europei che hanno già applicato il provvedimento (riduzione degli aventi avversi per madre e neonato). Naturalmente questo comporta una diversa organizzazione del sistema sanitario e nella legge si dice senza mezzi termini che i requisiti che una struttura ospedaliera deve avere per il mantenimento di un punto nascita cambiano rispetto agli attuali (non si tratta solo del numero di nati ma dei servizi essenziali che la struttura ospedaliera deve garantire per gestire l’evento nascita in sicurezza e che sono propri di un ospedale con bacino d’utenza ampio, che i piccoli centri nascita non hanno). Ma mi rendo conto che affrontare con studio questi aspetti non porti voti al politico medio e metta in cattiva luce il giornalista medio, che, oltre a dover fare la fatica di approfondire seriamente la questione, risulterebbe troppo antipatico per dire con rigore ed onestà come stanno le cose.
Sull’aspetto del personale amministrativo so poco e dunque non mi esprimo, ma è un tema molto attuale in ambito sanitario e temo che di sprechi ce ne siano molti, soprattutto quando si pensa al confronto tra la spesa affrontata per il lavoro d’ufficio e quello dei sanitari. Basti pensare al recente clamore riguardo l’applicazione di una norma europea che vieta al personale sanitario, sempre a garanzia della sicurezza, di eccedere nell’orario di servizio e di non fruire di adeguato riposo, norma che renderebbe molto difficoltoso garantire i servizi sanitari attuali in assenza di assunzione di un gran numero di operatori.