La benedizione del vescovo di Macerata Nazzareno Marconi alla presenza di studenti, insegnanti e del presidente della Provincia Antonio Pettinari
Da sinistra: Antonio Pettinari, Annamaria Marcantonelli e Nazzareno Marconi
di Federica Nardi
La culla della formazione umanistica da oggi veste nuovi colori, in quel connubio tra antico e moderno che rappresenta il cuore dell’educazione classica. Il liceo classico Giacomo Leopardi di Macerata è tornato al suo antico splendore, grazie ai lavori voluti dalla Provincia che in pochi mesi hanno restituito alla struttura sicurezza e bellezza (leggi l’articolo). Questa mattina, a salutare il ritorno a scuola dopo le vacanze natalizie dei 620 studenti e degli insegnanti, sono stati il presidente della Provincia Antonio Pettinari e il vescovo Nazzareno Marconi. Accompagnati dalla preside Annamaria Marcantonelli, Pettinari e Marconi hanno visitato piano per piano la struttura, tornata ai fasti del 1949, anno in cui il liceo trovò spazio nella sede attuale di galleria Luzio.
Marconi ha voluto portare la sua benedizione anche ai ragazzi di fede islamica, recitando a sorpresa la formula musulmana. «Questo è l’esempio di come le cose si possano fare se c’è passione, impegno e il concorso di tutti – ha detto Pettinari – Questa è l’Italia che fa meno notizia ma che dà speranza. Agli studenti raccomando di conservare questa scuola, che ora è più bella, più sicura e confortevole, anche per le future generazioni». I lavori di messa in sicurezza sono cominciati a metà giugno 2015, dopo la chiusura estiva, e hanno riguardato soprattutto i solai, mentre gli interni sono stati ricostruiti ex novo per una spesa complessiva di 600mila euro. Ai ricordi di chi il classico l’ha frequentato e vissuto, si aggiungono nuove aule, spazi prima chiusi rimessi a nuovo e soprattutto nuovi colori (uno diverso per ogni piano), che rinfrescano le pareti dei corridoi. Dopo il tour Pettinari e Marconi si sono intrattenuti con la preside Marcantonelli nell’aula Confucio del liceo. Lì il vescovo si è soffermato a osservare i testi conservati nelle teche, aprendo una breve riflessione sul ruolo degli educatori e del liceo classico. «Il primo principio della formazione classica è l’educazione al pensiero critico – ha detto Marconi – Chi lavora nell’educazione deve essere sempre vigile. L’insegnante è un maratoneta, non un centometrista».
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Auguri al Liceo.
Già che c’era, il vescovo avrebbe potuto ricordare che nei paesi di lingua araba la sua religione era, fino a pochi decenni fa, molto diffusa, ed oggi quasi scomparsa. Avrebbe potuto auspicare che non accada lo stesso in Italia, prossimo paese di lingua araba.
Per Tramannoni. Pensa un attimo a Federico II di Svevia, nato a Jesi, ‘stupor mundi’, che ebbe precettori arabi e che gli Arabi chiamavano ‘al-inbiratur’, l’imperatore.
Nel 1927, G.B. Cutten pubblicò il libro Speaking with Tongues: Historically and Psychologically Considered, che fu considerato uno standard della letteratura medica per molti anni. Come Emil Kraepelin, psichiatra tedesco, che aveva mostrato nel 1906 l’analogia del linguaggio prodotto durante i sogni e il linguaggio schizofrenico, egli collegò la glossolalia al linguaggio prodotto nella schizofrenia e nella psicosi isterica. Nel 1972, John Kildahl assunse una differente prospettiva psicologica nel suo libro The Psychology of Speaking in Tongues. Egli affermò che la glossolalia non era necessariamente un sintomo di malattia mentale e che i glossolalisti soffrivano di meno per lo stress. Egli osservò comunque che i glossolalisti tendevano ad avere maggior bisogno di figure autoritarie e sembravano avere più crisi nel corso della loro vita.
Ma perchè anche in arabo? Non è il liceo classico di Macerata? Dove si insegnano le materie classiche? Sarò retrogrado ma per me c’entra come i cavoli a merenda. Buon Anno.
@ Paolo Tramannoni
Dobbiamo aprirci alle nuove sfide.
Si è solo adeguato ai tempi che corrono.
Avesse fatto un discorso, in un’epoca diversa, come da ordini superiori avrebbe osannato le Crociate oppure avrebbe giustificato l’Inquisizione Santa.
Per Cesca. In effetti il vescovo ha voluto ’emulare’ l’iman, forse perché quest’ultimo non è stato invitato.
Io l’avrei fatto anche in latino e greco
Vorrei ricordare che in via Barilatti c’è una pseudo scuola, insicura ed è un oltraggio per i ragazzi che lì si prendono un diploma che non li rende disoccupati, senza contare l’affitto che da anni si paga a privati…una vergogna. A quanto ci sarà una soluzione dopo oltre 26 anni di provvisorietà senza una palestra ma con scala a chiocciola e saracinesche? Adesso che anche il Classico è stato sistemato che dite di preoccuparvi della scuola di via Barilatti?
Benedizione orbo e torbo un po’ ridotta.
Per quale motivo un edificio pubblico dovrebbe ricevere una benedizione religiosa, quale che ne sia la formula?