Alessandro Maccioni, direttore dell’Area Vasta3
di Federica Nardi
L’ospedale unico di Area vasta è diventato realtà. Firmata il 30 dicembre la determina che trasforma, almeno a livello organizzativo, gli ospedali dell’Area vasta 3 (Macerata, Civitanova, San Severino e Camerino) in un Presidio unico. Atteso da anni, il provvedimento porta la firma del direttore dell’Area vasta 3 Alessandro Maccioni ed è propedeutico alla nomina di un unico responsabile medico di Area vasta. A contendersi la carica saranno gli attuali direttori medici di presidio: Massimo Palazzo (Civitanova), Giovanna Faccenda (Camerino e San Severino) e Gianni Genga, titolare dell’incarico a Macerata e attuale presidente dell’Inrca (istituto nazionale di riposo e cura per anziani). Ma l’ospedale sarà unico solo a livello “virtuale”. Non ci sarà nessuna modifica per i reparti specialistici che manterranno l’assetto attuale (stabilito nel marzo 2015 da una determina dell’Asur), contrariamente a quanto proposto dai sindacati che, qualche mese fa, auspicavano la possibilità di accentrare fisicamente le specializzazioni in un unico ospedale di Area vasta (leggi l’articolo).
Tra le novità, la possibilità per i medici di ruotare tra i quattro stabilimenti del Presidio unico, per «garantire la continuità dell’assistenza ai pazienti ricoverati e le consulenze di emergenza per il Pronto soccorso», si legge della determina. Per quanto riguarda Radiologia, il laboratorio analisi e il servizio immunotransfusionale, la continuità del servizio 24h sarà garantita, come da determina, «non appena completata l’opportuna rete telematica, in ogni stabilimento del Presidio unico». Rideterminati anche i posti letto, che verranno organizzati come segue. Macerata: 315 posti letto ordinari, 48 per day hospital e day surgery. Civitanova: 158 posti letto ordinari, 24 per day hospital e day surgery. Camerino: 76 ordinari, 7 day hospital e day surgery. San Severino: 60 ordinari, 18 day hospital 3 day surgery. Un altro provvedimento che sotto le feste rivoluziona l’assetto sanitario del Maceratese. Il 24 dicembre era stata firmata la determina che ha ridisegnato il 35 percento delle reti cliniche delle Marche , comprese quelle dell’Area vasta 3 (leggi l’articolo).
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Diventerà un grande torre di BABELE, finchè vi presiederanno ai vertici certe teste incompetenti politicizzate…..
In una democrazia degna di rispetto, la sanità che funziona è quella che i posti letto dovrebbero essere disponibili all’occorrenza e non mettendone a disposizione una certa quantità, e quando sono tutti occupati chi ha bisogno aspetta. Il codice a colori nei pronto soccorsi, bisognerebbe stamparlo in fronte a tutti coloro che hanno votato la legge per poterli applicare. Le liste d’attesa per le visite specialistiche, sono vistosamente di stampo mafioso perché servono esclusivamente a spazientire i malati per dirottarli nelle cliniche private. I medici tutti e primari compresi nella sanità pubblica, dovrebbero essere esclusivamente quelli laureati per merito e non quelli raccomandati dalla politica. ORA: SE PENSIAMO CHE POSSANO ESSERE LE REGIONI A RIMETTERE IN SESTO LA SANITA’ PUBBLICA DOPO CHE L’HANNO SFASCATA PER SPORCHI INTERESSI POLITICI. E’ COME PRETENDERE CHE IL LADRO SI DENUNCI DA SOLO.