Banca Marche, piccoli risparmiatori uniti:
“Pronti a tutto
per recuperare i nostri soldi”

Sala gremita per l'assemblea dell'associazione a Jesi. Il presidente Stronati e l'avvocato Canafoglia hanno illustrato le azioni da attuare per tentare di recuperare i soldi andati in fumo. Il presidente dell’associazione dei dipendenti Forlani : "La causa di tutto è il comportamento di Bianconi e i suoi 36 compari"

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Un momento dell’assemblea di questo pomeriggio a Jesi

 

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La platea dell’incontro


di Gabriele Censi

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Oltre 500 persone, sala congressi dell’hotel Federico II di Jesi stracolma per l’assemblea dell’associazione azionisti privati di Banca Marche. Dopo la stangata dell’azzeramento di tutto il loro capitale con l’operazione Nuova Banca Marche, un popolo variegato (c’erano pensionati, imprenditori, professionisti, anche giovani se pur in misura minore) si è riunito per cercare una via di uscita  per non perdere i propri risparmi. Ha aperto l’assemblea il presidente Bruno Stronati con l’invito a mantenere i nervi saldi e agire con lucidità.
Il percorso scelto da sottoporre a discussione e delibera finale è illustrato dall’avvocato Corrado Canofoglia: “Con l’obbligo del segreto per tutti gli attori della vicenda imposto dal decreto, l’azione risarcitoria civile è limitata. Continuiamo a strutturare la costituzione di parte civile per quando ci saranno i rinvii a giudizio contro i responsabili di questo disastro, che sono da ricercare tra gli amministratori e i dipendenti apicali, il collegio sindacale e le società di revisione. Più urgente è l’azione di pressione politica da esercitare per cambiare il decreto”. Su questo fa chiarezza l’intervento di Carlo Ciccioli, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia: “Il decreto verrà assorbito nella legge di stabilità e dopo il passaggio in Commissione sarà immodificabile, ci sono pochi giorni di tempo”. Del mondo politico locale prendono la parola anche il segretario della Lega Nord Marche Luca Paolini e il sindaco di Jesi Massimo Bacci, contestato a gran voce quando chiede di stare vicino alla Nuova Banca. “Ci hanno cacciato dalla famiglia” urla un anziano.

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Da sinistra seduti: Corrado Canafoglia, Bruno Stronati e Sandro Forlani

Faticano i moderatori a tenere a bada la platea che si infiamma spesso ma dopo tre ore di discussione si vota e all’unanimità si da al direttivo dell’associazione un mandato ampio di agire. Il presidente dell’associazione dei dipendenti Sandro Forlani torna alle cause del crac: “La madre di tutto questo è il comportamento di Bianconi e i suoi 36 compari, poi oggi credo che si può recuperare molto dai crediti in sofferenza. Banca d’Italia e Governo hanno le loro responsabilità ma non dimentichiamo mai da dove ha origine tutto.

Stronati al nostro microfono conclude:  “Dobbiamo essere uniti e fare pressione sulla banca e sulla politica usando tutti gli strumenti tecnici  disponibili per recuperare quanto possibile. Non abbiamo più nulla da perdere e anche chi ha avuto paura fino ad ora a denunciare troverà il coraggio”

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