di Marco Ribechi
Scoppia la rivolta dei pescatori al comune di Civitanova. I consiglieri sono costretti ad anticipare la modifica al regolamento del mercato ittico “protetti” da carabinieri e guardia di finanza. Dalla platea insulti e minacce: “Buffoni”, “Tanto dovete uscire, vi aspettiamo fuori”, “Venite al porto domani”. Scenari a dir poco inusuali in un Consiglio comunale. La sommossa si innesca attorno all’una. Già da un pezzo era chiaro il malumore dei pescatori civitanovesi, arrivati in Consiglio per ascoltare la votazione sul mercato del pesce. Un cambiamento praticamente già scritto considerando l’accordo di 39 scafi su 40. L’ora è tarda e nell’aria c’è il sospetto che il punto verrà rimandato alla prossima assise. Un consigliere allora propone di anticipare la votazione del mercato ittico, secondo l’ordine del giorno al punto nove. L’assemblea si oppone con 15 voti contrari. E’ la miccia che fa esplodere la bomba. I pescatori si avventano verso i consiglieri gesticolando e minacciando.
Solo le forze dell’ordine, chiamate pochi minuti prima dal presidente Costamagna, riescono a contenere l’ira della folla. Il Consiglio ha paura, teme per la propria incolumità. Costamagna sta per sciogliere la seduta per impossibilità di proseguire. Fortunatamente la scelta viene revocata e si adotta una procedura non proprio standard. Il Consiglio in mezzo alle urla dei presenti rimette a votazione la proposta di anticipare il punto. La rabbia vince sul regolamento comunale. Ora c’è l’approvazione dei consiglieri e si passa a dibattere. Pier Paolo Rossi, con grande coraggio abbandona l’aula dicendo: «Se si decide un ordine bisogna rispettarlo anche con le proteste. Non si può tornare su una votazione già presa. Questo è gravissimo».
Viene inscenato un lento teatrino di chi si era opposto in precedenza. Ad uno ad uno ogni consigliere spiega le ragioni del voto contrario, come a scusarsi con i pescatori. Il primo è Livio De Vivo, visibilmente preoccupato, che sudando freddo riesce a placare gli animi. Dall’opposizione invece è Erminio Marinelli a spiegare: «Abbiamo fatto il gioco delle parti – dice l’ex sindaco – abbiamo voluto dimostrare che senza di noi la maggioranza non ha i numeri per andare avanti». E dalla platea ancora calda rispondono: «Marinelli, non ci interessano i giochetti». Al termine anche il sindaco Tommaso Corvatta si pronuncia: «Non è possibile lavorare con questo clima. Trovo assurdo che pur essendo tutti d’accordo su questo punto alcuni abbiano votato contro solo per fare giochi politici. Non voglio che si pensi che abbiamo approvato solo per paura. L’amministrazione ritiene che il nuovo regolamento della Marineria sia positivo e anche più ecologico». I pescatori soddisfatti applaudono e la seduta si chiude. In molti uscendo dicono: «E’ una vergogna, mai vista una cosa del genere in tanti anni di Consiglio comunale».
UNIONI CIVILI – Nonostante il tumulto finale il Consiglio aveva già approvato due punti molto importanti per la città di Civitanova. Il primo è quello sul registro delle unioni civili con 19 voti favorevoli, un contrario e cinque astenuti. Tutti i consiglieri sono d’accordo sul valore prettamente simbolico di tale scelta, visto che poi di fatto mancano i regolamenti nazionali. «Sono due i valori del registro – spiega Belinda Emili di Rifondazione – La prima è mandare un messaggio al governo nazionale affinché si affretti a legiferare. Siamo gli ultimi in Europa, non è accettabile. Inoltre rappresenta la volontà di dire a tutti i Civitanovesi che la città rispetta la libertà di tutti. Con l’approvazione si terrà conto delle unioni civili in ogni futura votazione da parte del consiglio». Tutti d’accordo sui contenuti, a motivare i voti contrari solo scelte politiche sulle procedure da adottare. Anche questa votazione si è conclusa con un applauso dei presenti in sala.
PARTECIPATE – Più spigoloso il capitolo sulla riduzione delle partecipate. Un lungo discorso del primo cittadino apre il dibattito. «La razionalizzazione delle partecipate avviene per tre motivi: adempiere ai dettami di legge, rispettare il programma elettorale e ottenere vantaggi economici». Dopo aver spiegato il progetto, già anticipato da CM (leggi l’articolo), il sindaco annuncia: «Ora proporrò un piano molto ambizioso». Si tratta della nuova Atac che definisce “Multiservizi 2.0”. In pratica si tratta di una partecipata che svolgerà in contemporanea, grazie alla sua presenza sul territorio civitanovese, anche funzioni sociali. Non più legata solo all’aspetto numerico ma un vero e proprio connettore tra i cittadini e l’amministrazione. «Controllerà in maniera organica più servizi – spiega Corvatta – Le sue sedi saranno contemporaneamente sportelli di ascolto e comunicazione. Pensiamo un nuovo tipo di partecipata che sia partner di una missione sociale, che sia un esempio a livello provinciale e capace di decidere quando ci saranno le fusioni più ampie. Sarà una regia unica capace di fornire servizi ma anche di promuovere abitudini vantaggiose ai cittadini con incentivi e premi». Un discorso che ritrae una visione propositiva, ispirata dalla storia di Adriano Olivetti. Le spiegazioni non piacciono però all’opposizione che riporta tutti con i piedi per terra. A questo punto le parti si rovesciano: mentre la destra è per mantenere i servizi di proprietà pubblica, l’amministrazione spinge verso la cessione. «Faccio fatica a dire che abbiamo un’amministrazione di sinistra» dice più volte Claudio Morresi. L’accusa dell’opposizione è che si stia tentando una svendita per fare cassa, con risultati incerti. La maggioranza si difende spiegando che le leggi nazionali impongono di liberarsi dalle partecipate e da alcuni servizi. Questa sarebbe l’unica via possibile. La razionalizzazione delle partecipate passa con 15 voti favorevoli e 8 contrari. L’unità che Corvatta e la capogruppo Pd Mirella franco avevano annunciato c’è stata (leggi l’articolo). Il cambiamento definito storico dal sindaco una settimana fa è stato approvato. L’opposizione ammonisce: «Peserà su chiunque governerà in futuro».
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Era ora che i Civitanovesi si rappresentassero da soli visto che la nostra, per dire, amministrazione, rappresenta solo se stessa e per motivi oscuri alla cittadinanza. Corvatta già da tempo parla di pietre miliari e di scelte storiche epocali, ebbene, stanotte un po’ di storia è stata fatta. Come sempre è poi il popolo a farla, stanco di essere pressato, respinto, non ascoltato ecc. ecc. ecc. ecc…….
2.0 non sono gli argomenti epocali di cui ha parlato il Sindaco ma cui assegnare un bello 0.1
Il primo è la votazione per anticipare su richista di un consigliere il punto del nuovo Regolamento del Mercato Ittico. Niente di eccezzionale ma la platea presente fatta anche da tanti pescatori lo esigeva.
La votazione c’è stata ma una maggioranza trasversaledi 15 consiglieri comunali composta dall’intera opposizione a cui si sono aggiunti cinque consiglieri comunali della maggioraza a respinto l’anticipazione della discussione.
Questa votazioe ha scatenato un putiferio fra il pubblico tanto che sono dovute intervenire le forze dell’ordine.
Il Consiglio Comunale non sempre adotta decisioni “popolari” ma le decisioni del Consiglio Comunale vanno rispettate .Questo principio fa parte della democrazia rappresentativa.
Il Presidente del Consiglio Comunale avrebbe fatto bene, dopo verlo minacciato,di sciogliere la seuta del Consiglio Comunale. Daltronde non cascava il mondo se la votazione per il nuovo Regolamento fosse slitata di una settimana a meno che la “pressione” non fosse indirizzata verso chi anche in alcune occasioni aveva manifestato dissenso per alcuni aspetti presenti nel nuovo Regolamento.
E’ stato palpabile che quel consiglio comunale non ha avuto la forza politica e istituzionale che si deve per far rispettare una decisione tanto che dopo discussioni e urla il Consiglio Comunale ha rivotato l’anticipazione e questa volta l’anticipo è passato stragrande maggioranza con qualche astenuto e qualche consigliere comunale che ha abbandonato l’aula.
Come vogliamo chiamare questo voto? libero da ogni condizionamento? un inciampo di una maggioranza che sul nuovo regolamento del Mercato Ittico aveva delle divisioni?scarso senso delle istituzioni?Ognuno rivedendo lo Streaming della seduta del consigio comunale sul sito del Comune si potrà fare una oggettiva valutazione.
Il secondo è quello sulle Partecipate.Nate in ritardo di più di due anni rispetto al Programma originario del Centro Sinistra e del Sindaco,oggetto di diversi rimaneggiamenti, con ritardi tanto da essere stati fra i pochi Comuni delle Marche ad essere stati richiamati dalla Corte dei Conti con un sollecito all’adempimento della legge.
Un pseudo progettoquello della riorganizzazione-accorpamento- che ha tutte le caratteristiche di una forte privatizzazione degli asset più importanti sul piano finanziario e del walfare cittadino attraverso un progetto vorrei sbagliare non da certezze occupazionali ai tanti lavoratori delle Partecipate precari compresi ,che “liquida” addirittura la coop sociale il Nodo,ecc .Il tutto con il malcelato scopo di fare cassa.
LA VERITA’ SULLA COOPERATIVA ” IL NODO ” .La cooperativa ” Il Nodo” da quello che risulta dai documenti sulla trasparenza, non ha più all’interno del Cda i tre consiglieri previsti ad ogni nuovo cambio amministrativo comunale oppure non sono stati ancora aggiornati. Comunque è sempre stata sorretta dalle varie amministrazioni comunali, che ad un certo punto volevano cambiare lo statuto sostituendo il CdA con elementi comunali in seguito ad una indagine svolta da un avvocato nominato dal comune e da un commercialista, che richiedevano immediatamente tale cambio di statuto per le incongruenze riscontrate ma poi non se ne fece più niente. Copia della convocazione del Consiglio dove si doveva discutere tale mozione è:
http://www.comune.civitanova.mc.it/index.php?option=com_docman&task=doc_view&gid=727
. Una recente sentenza del tribunale penale di Ancona n. 1954 del 13/12/2013, che condannava il Pres. della Coop “Il Nodo ” al pagamento di 5000 euro di spese processuali, ravvedeva che all’interno della cooperativa, sfruttamento, lavoro nero a 2 euro all’ora e altre amenità del genere erano la norma. Inoltre,richiamava l’attenzione sul fatto che essendo questa cooperativa partecipata dal comune di Civitanova Marche, quest’ultimo visto che si trattava di denaro pubblico avrebbe dovuto accertarsi che i soldi della cooperativa venissero spesi per un vero ed effettivo inserimento sociale. Non solo non controllava ma sia dal comune ed altro continuavano ad arrivare importanti somme di denaro pubblico usato per di più per le generose prebende dei capetti. Naturalmente altre informazioni si possono richiedere alla Direzione Provinciale del Lavoro.
LA VERITA’ SULLA COOPERATIVA ” IL NODO ” .La cooperativa ” Il Nodo” da quello che risulta dai documenti sulla trasparenza, non ha più all’interno del Cda i tre consiglieri previsti ad ogni nuovo cambio amministrativo comunale oppure non sono stati ancora aggiornati. Comunque è sempre stata sorretta dalle varie amministrazioni comunali, che ad un certo punto volevano cambiare lo statuto sostituendo il CdA con elementi comunali in seguito ad una indagine svolta da un avvocato nominato dal comune e da un commercialista, che richiedevano immediatamente tale cambio di statuto per le incongruenze riscontrate ma poi non se ne fece più niente. Copia della convocazione del Consiglio dove si doveva discutere tale mozione è: http://www.comune.civitanova.mc.it/index.php?option=com_docman&task=doc_view&gid=727 . Una recente sentenza del tribunale penale di Ancona n. 1954 del 13/12/2013, che condannava il Pres. della Coop “Il Nodo ” al pagamento di 5000 euro di spese processuali, ravvedeva che all’interno della cooperativa, sfruttamento, lavoro nero a 2 euro all’ora e altre amenità del genere erano la norma. Inoltre,richiamava l’attenzione sul fatto che essendo questa cooperativa partecipata dal comune di Civitanova Marche, quest’ultimo, visto che si trattava di denaro pubblico avrebbe dovuto accertarsi che i soldi della cooperativa venissero spesi per un vero ed effettivo inserimento sociale. Non solo non controllava ma sia dal comune ed altro continuavano ad arrivare importanti somme di denaro pubblico usato per di più per le generose prebende dei capetti. Naturalmente altre informazioni si possono richiedere alla Direzione Provinciale del Lavoro.