di Enrico Maria Scattolini
IL PIEDE ED IL CERVELLO. Splendido (+++) il sinistro di lunga gittata con cui Orlando ha irrimediabilmente trafitto il Siena nell’attimo migliore (per i biancorossi) della partita di ieri sera al “Franchi”; intelligente la scelta di Bucchi: di mandarlo in campo a poco più di venti minuti dalla fine in luogo di D’Anna (leggi la cronaca).
AZZECCATISSIMA (+) per aver individuato l’uomo giusto al momento giusto.
MA ANCHE CORAGGIOSA (+) per la sua valenza tattica. In contestuale risposta all’ultimo tentativo di Atzori di potenziare l’anemico attacco toscano con il ricorso allo “spauracchio” Mastronunzio. Assunto in bianconero solo pochi giorni prima,dopo tre anni di inattività per la nota squalifica, in concorrenza con l’Ancona.
BUCCHI HA INFATTI INTUITO che sarebbe stato un errore abbassarsi troppo sotto l’incalzare della pressione disordinata, ma massiccia, dei padroni di casa ed ha risposto con l’arma offensiva. Che poi avrebbe prevalso contro la…simulazione psicologica di Atzori (+).
PER LA VERITA’ LA LUSINGA DEL PREDILETTO 5-3-2 stavolta era esclusa dall’indisponibilità di Lasicki, ma restava pendente l’alternativa più prudente, già altre volte percorsa, di effettuarenominalmente la sostituzione con Giuffrida, ritornato in efficienza, abbinarlo a Carotti sull’asse intermedio e spostare Foglia nell’out di destra. Cioè nelle funzioni di D’Anna(+).
A QUESTA SOLUZIONE ho francamente pensato quando ho osservato Giuffrida accelerare gli esercizi di stretching. Sarebbe stata ampiamente giustificabile .(+).
INVECE E’ ANDATA DIVERSAMENTE. Il mister biancorosso ha …elasticizzato il suo modulo (+), sino al limite di un 4-3-3 che comunque assicurava una buona percentuale di copertura sulla fascia destra per la freschezza di Orlando, ma che soprattutto faceva guadagnare campo e tempi di gioco-attivi/passivi- alla Maceratese. E la metteva pure in condizione di sfruttare contropiedi da infilare fra le smagliature dell’apparato difensivo di un Siena decisamente a trazione anteriore.
MAGARI CON L’IDEA di carpire quella concretezza(-) sin lì sfuggita a Fioretti ed a Kouko. Soprattutto al primo, in due precedenti, clamorose opportunità.
E COSI’ è puntualmente accaduto (+++).
A DIFFERENZA DEI TOSCANI (-) che da Mastronunzio hanno ottenuto soltanto la marginalità un “velo”, non sfruttato da un suo compagno di reparto; e che, nel complesso della valutazione dei 93 minuti d’impegno, hanno avuto soltanto un paio di occasioni da rete. Una per tempo: all’inizio con Mendicino, che ha concluso sull’esterno della rete di Forte, ed allo scadere con Libertazzi, impreciso nei pressi dell’area di porta ospite.
TROPPO POCO per contrastare una Maceratese (+) capace di esprimere un’importante cifra di gioco dopo un avvio attendista. Insuperabile in terza linea, favorita forse dall’insistenza avversaria per lo sfondamento centrale, una volta esauritisi la spinta sul long- line destro di Avogadri e gli inserimenti, su quello mancino, appunto di Mendicino. Ben organizzata, fluida, ed a tratti pure elegante nella costruzione delle azioni. Sovente alla conclusione, sia pure senza esito, con Fioretti e Kouko.
MA PER BATTERE IL PORTIERE della migliore retroguardia del girone (+), insieme a quella della Spal, occorreva la prodezza. Che è arrivata da Orlando nell’eccezionalità dell’eurogol (+++).
SE FACCIO FATICA a nascondere qualche timido imbarazzo per il peana, d’altronde più che meritato (+), sopra rivolto a Bucchi -io che con i mister calcistici ho raramente feeling-, non ho alcuna difficoltà ad elogiare Orlando, ragazzo di autentico talento(+).
AL SUO RECENTE ARRIVO IN BIANCOROSSO(+) , abbiamo avuto modo di rivivere insieme il suo spettacolare finale di Chieti-Maceratese della scorsa stagione rammentando ancora le ansie, poi tramutatesi in angosce per la sfumata vittoria in extremis della benamata, che lui, giovane semi sconosciuto in nero-verde, aveva provocato nella tifoseria ospite.
LA SUA PERFORMANCE ERA QUINDI NELL’ARIA. E’ arrivata proprio nei minuti finali, da Orlando evidentemente preferiti (+). Ci aveva provato anche a Santarcangelo contro il Rimini e domenica l’altra in casa con il Teramo. Ma senza successo.
“PER LA VERITA’ UN TENTATIVO l’avevo fatto anche ieri sera prima di quello centrato ”,
ha voluto precisare in sala stampa, una volta sottrattosi agli …insidiosi abbracci (+), per l’asfissiante insistenza, dei suoi compagni.”
ERA QUINDI IN CONFIDENZA(+), tanto “…che, non appena ho potuto, ho calciato subito di sinistro a conclusione di una “sterzata” dall’esterno all’interno, anche se ero distante una trentina di metri dalla porta di Montipò. Ho capito subito che il tiro mi era riuscito bene”. Questa la sua ricostruzione di una prodezza che resterà, incancellabile, nella sua memoria. Al pari di tutti i maceratesi.
MA CHE NON E’ LA PRIMA(+). Ha rammentato l’attaccante: “Anche l’anno scorso,a Chieti, ho combinato una cosa simile. Non c’è due senza tre….”.
“MAGARI LA PROSSIMA CON LA SPAL”, mi sono permesso di auspicare (+).
PERCHE’ SE E’ PIENAMENTE CONDIVISIBILE (+) la persistente prudenza della dottoressa Tardella e del suo staff (Bucchi in primis) sull’obiettivo dei …”ventisei punti rimasti per raggiungere la salvezza”.
…..NON SI PUO’ VIETARE AD UNA CITTA’ INTERA il sogno del primato (+) alla vigilia dello scontro diretto con la capolista, davanti di tre punti. Pur se momentaneo.
ALTRIMENTI perché si va allo stadio!!!
(foto di Fabiola Monachesi)
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OLIO DI RICINO
Finalmente siamo stati illuminati su due concetti fondamentali.
La Maceratese continua a vincere perchè gli allenatori (tutti) sbagliano formazione e fanno giocare giocatori fuori ruolo favorendo la Rata.
Catenacciara significa dominare la partita dal punto di vista tecnico-tattico, avere diverse occasioni da gol senza che l’avversario ne abbia neppure una.
Oggi sono più tranquillo.
Abbiamo anche capito che in effetti IL CALCIO HA UN SENSO E LA SQUADRA PIU’ FORTE VINCE come ieri allo stadio Franchi di Siena.
Ho intitolato OLIO DI RICINO queste poche righe in onore di chi ogni domenica sbaglia pronostici e deve ingoiare e rosicare per questa stupenda RATA. Ho paura però che continuare a ingoiare tutto questo olio di ricino finirà ricoverato all’ospedale.
PS Ogni riferimento a persone o fatti è puramente casuale.
Rivedendo più volte il Goal di Orlando, mi sono reso conto che è stato un capolavoro, anche se viene naturale da chiedersi quanto in questi casi giochi un ruolo determinante la fortuna, comunque complimenti al giocatore che ha osato da quella distanza confidando nelle sue capacità.
Forza Rata se si vince con la Spal c’è odore di B.
Capisco l’entusiasmo di Leonardo Zippilli ma c’è tanta strada da fare, fondamentalmente per rimanere in Lega Pro dato che siamo neopromossi in quella che io ho considero Serie C unica (dopo 40 anni…); poi tutto quello che verrà in più di positivo sarà benvenuto.
Mi è stato fatto notare che i palloni di recente utilizzo consentono a volte traiettorie come quella di Orlando; rimane in ogni caso il fatto che il gol è bellissimo!
Molinari,il suo riferimento alla “Serie C unica” è per me molto suggestivo. Mi ricorda i miei trascorsi come cronista del “Carlino” e la mia vecchia NSUPrinz con la quale percorrevo le strade(scarse le autostrade ,a quei tempi)dell’Umbria,Toscana e Liguria.Con il terribile Passo del Bracco in mezzo.Ma la squadra di Giammarinaro,Turchetto , Dugini e Berti (all’inizio anche di Mazzanti,fino all’inopinato arrivo di Del Negro)meritava ampiamente quei sacrifici.
Anch’io,come lei, considero l’attuale Lega Pro come la C a Serie Unica.
Saluti.
Caro Scattolini, purtroppo io ero appena nato all’epoca di Giammarinaro (la mia prima partita sarà solo del 1976, un Maceratese-Russi con rigore sbagliato o da Cittadini o da Sentimenti); per gli anni della Serie C unica mi sono nutrito dei ricordi e degli aneddoti di mio padre. Saluti