Lega Pro, stadi come bunker
Uno spettacolo per pochi temerari

Entrare in un impianto della terza serie come l'Helvia Recina è diventato a dir poco scomodo: dalla prevendita obbligatoria ai prefiltraggi, senza dimenticare i tornelli e l'identificazione. E così, uno spettacolo bellissimo come quello offerto da Ancona e Maceratese viene visto da poco più di mille paganti. Giusto applicare misure di sicurezza ma in certi casi le regole sono troppo rigorose

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Andrea Busiello

Andrea Busiello

di Andrea Busiello

Entrare in uno stadio e seguire la propria squadra in Lega Pro è diventato un privilegio per pochi. Ogni fine settimana gli impianti che ospitano le gare della terza serie sono quasi sempre semi deserti. Per chi non segue quotidianamente le dinamiche calcistiche verrebbe da dire che il campionato è di scarso interesse e che le società sono prive di tifosi. Tutt’altro: il campionato è bellissimo e i tifosi fanno i salti mortali per seguire i propri beniamini in casa e fuori. La realtà è che la legge italiana rende difficile in questo caso quello che potrebbe essere facile. Partiamo dall’acquisto del tagliando: spesso e volentieri i biglietti possono essere comprati solo in prevendita e quindi immedesimatevi nell’appassionato che lavora e vive ad oltre trenta chilometri dallo stadio e che fa logicamente difficoltà a comprare il biglietto esclusivamente nei giorni precedenti la gara. Altro ostacolo è rappresentato dalla tessera del tifoso. Per seguire la propria squadra in trasferta è obbligatoria questa tessera e chi non ce l’ha non può entrare allo stadio. L’esempio calzante è rappresentato dalla gara di ieri tra Ancona e Maceratese. L’appassionato di calcio residente nella provincia di Macerata che voleva seguire la partita, pur pagando regolarmente il biglietto, non poteva entrare: se non siamo alla follia ci siamo comunque molto vicini.

Le file al botteghino di Ancona per ritirare gli accrediti stampa

Le file al botteghino di Ancona per ritirare gli accrediti stampa

 

La parte esterna dell'Helvia Recina

La parte esterna del rinnovato Helvia Recina

Ecco, una volta superati gli ostacoli suddetti per acquistare i biglietti si arriva al giorno della partita dove le città vengono paralizzate. Ma non basta. Qui arriva la parte più burocratica e fastidiosa per chiunque. In tutti gli stadi della Lega Pro ci sono almeno tre posti di controllo e un tornello da passare. In ogni posto di blocco bisogna esibire documento e biglietto. Insomma, per i pochi privilegiati che entrano allo stadio a gustarsi la partita è già un’impresa essere dentro l’impianto dopo mille inghippi burocratici. Queste sono le regole e vanno rispettate ma poi non ci possiamo lamentare se gli stadi della terza serie sono spesso vuoti. A Macerata c’è chi dice che la Maceratese non è seguita come dovrebbe dalla città: in parte è vero ma con queste difficoltà per entrare in un impianto, raggiungere ogni domenica circa 1500 spettatori è un numero elevato per la categoria. C’è chi non arriva a 100 paganti a partita in questo campionato e sono tante le piazze che giocano quasi sempre nel deserto (Santarcangelo e Lupa Roma per citarne alcune). In tutto questo rigore a perderne oltre ai tifosi sono le società che incassano meno del dovuto. Il derby di ieri, finito in parità, tra Ancona e Maceratese (leggi l’articolo) è stato un match bellissimo su ambo i fronti per intensità, qualità e voglia di vincere che è stato visto da poco più di mille paganti.

I tifosi della Maceratese al Del Conero

I tifosi della Maceratese al Del Conero

Si sono affrontate due squadre che probabilmente lotteranno per la zona sinistra della classifica ma il colpo d’occhio offerto dal Del Conero era deludente: meno di 1500 paganti per una gara molto importante per la classifica più che per la padronanza territoriale. Il calcio della terza serie di oggi è questo e chi riesce ad entrare in uno stadio deve sentirsi fortunato. Tutto questo eccessivo rigore ha sicuramente effetti negativi. Paralizzare delle città perché arrivano meno di cento tifosi ospiti ha dell’assurdo. A Macerata questo è già successo in due occasioni, contro la Lucchese (11 sostenitori nel settore ospiti) e contro il Pontedera (20 supporters), e presumibilmente si riproporrà per tutto l’anno. Paradossalmente le misure di sicurezza erano più utili in serie D, quando la Maceratese era impegnata in diversi derby – Civitanovese e Samb su tutti – e non c’era la tessera del tifoso.

Durante l’estate sono stati fatti i lavori di rimodernamento dell’Helvia Recina togliendo posti auto e realizzando sezioni di prefiltraggio in varie parti dell’area esterna dello stadio. Ma è cosi necessario fare di tutto per rendere così difficile l’ingresso agli stadi? Sempre considerando che in altre nazioni, come ad esempio l’Inghilterra, non ci sono nemmeno le barriere tra tifosi e campo nella massima serie. Siamo lontani anni luce da quelle realtà ma per il bene del calcio urge un’immediata inversione di rotta.

Una delle aree di prefiltraggio dell'Helvia Recina

Una delle aree di prefiltraggio dell’Helvia Recina

Una delle aree di prefiltraggio al Del Conero di Ancona

Una delle aree di prefiltraggio al Del Conero di Ancona

 



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