Da sinistra, in senso orario: Germano Ercoli, Giovanni Fabiani, Rosaria Del Balzo Ruiti e Moreno Pieroni
di Maria Stefania Gelsomini
Quale futuro per lo Sferisterio? Il dibattito lanciato da Cronache Maceratesi (leggi l’articolo) ormai è aperto. La situazione non è delle più rosee: i fondi pubblici si assottigliano, le sponsorizzazioni private da sole, per ora, non bastano, i maceratesi per lo più si mostrano indifferenti. Il rischio chiusura per la prossima stagione non è così remoto, il disinteresse di una buona parte della città al riguardo è evidente e preoccupante. Come ha intenzione di muoversi la politica locale per scongiurare il pericolo? Ora che gli enti pubblici hanno prosciugato le casse, gli sponsor privati sono chiamati a sostenere sforzi maggiori rispetto al passato. Non potevano mancare in questo dibattito le voci di due imprenditori che negli ultimi anni hanno creduto e investito molto nello Sferisterio: il calzaturiero fermano Giovanni Fabiani e il civitanovese Germano Ercoli (da notare: entrambi non maceratesi, come la maggior parte degli sponsor privati dello Sferisterio). Fabiani, main sponsor della stagione lirica 2015, pur in vacanza non si sottrae alle domande e si mostra piuttosto ottimista sul futuro della stagione lirica: «Non vedo un grave pericolo. Lo Sferisterio rappresenta l’identità delle Marche e dell’opera italiana, e una comunità non rinuncia alla propria identità, soprattutto in momenti di successo come questi anni di Micheli. Tra l’altro mi dicono che il ministro Franceschini potrebbe rivedere i criteri del Fondo unico per lo spettacolo (Fus) per il 2016». E per il prossimo anno? «Ho ancora un anno di contratto, ma ho del tempo per poter decidere se posizionarmi come principale sponsor della manifestazione». La ricetta per salvare lo Sferisterio? Semplice, per Fabiani è in mano ai privati: «che altri imprenditori mi seguano come sponsor».
Più preoccupato invece il patron di Eurosuole Germano Ercoli, che partecipa alle attività dello Sferisterio come charity partner a sostegno delle campagne sociali (nel 2014 con ActionAid e quest’anno con la Lega del Filo d’Oro): «Quando taglia il ministero e tagliano gli enti pubblici, si deve sempre provvedere a livello del territorio con l’aumento delle tasse. Alla fine le istituzioni locali, le imprese, il commercio e gli artigiani sul territorio sono quelli che ne pagano le conseguenze. Non so quanto si potrà riuscire a risanare la situazione, e mi auguro anche che gli sforzi di ripresa che ci sono stati non vengano nuovamente mortificati dall’attuale crisi cinese». Pensa positivo Moreno Pieroni, neo assessore regionale con delega allo Spettacolo, al Turismo, alla Promozione e organizzazione delle attività culturali: «dobbiamo far fronte al momento a due situazioni critiche, la prima è l’immediato, dobbiamo cioè reperire i fondi per rimpinguare i grandi eventi come il Rossini opera festival e il Macerata opera festival per il 2015.
Quindi siamo impegnati a garantire quei fondi intanto nell’assestamento di bilancio, e questo è fondamentale rispetto all’erogazione di finanziamenti del Fus». Il che significa: più fondi eroga la Regione, più fondi erogherà il Fus. E la conferma del possibile recupero in bilancio di 2 milioni di euro destinati alla cultura è venuta anche dal presidente Ceriscioli in un recente incontro con gli amministratori locali a Civitanova. E per il 2016? «Faremo un bilancio di previsione, con un dibattito in giunta e in commissione, e poi anche un giusto confronto con gli enti locali, ma con la convinzione che queste strutture di eccellenza devono essere tutelate e garantite. Il nostro impegno va in questa direzione». Intanto si sa per certo che anche il prossimo anno mancherà il sostegno della Fondazione Carima. La presidente Rosaria Del Balzo Ruiti ha le idee chiare e forse le mani legate: “la Fondazione per il 2016 seguirà la delibera adottata dalla precedente presidenza e dal precedente CdA, i fondi si sono ridotti e sono stati potenziati per aiuti sul territorio ad altri settori non meno importanti. Oggi quella tipologia di finanziamenti del passato non è più pensabile. Sono convinta però che vadano percorse tutte le strade possibili, perché lo Sferisterio è una ricchezza e un patrimonio culturale che non possiamo disperdere. Auspico una maggiore partecipazione di tutta la città, perché ho visto quest’anno un coinvolgimento in forma anestetizzata, molti turisti ma pochi maceratesi. E poi riguardo alla Notte dell’Opera, è triste sentire la Donna è mobile cantata nella splendida cornice della Loggia dei Mercanti in una piazza che pensava solo a mangiare e chiacchierare ma non ad ascoltare».
Dal Kenya, dove si trova in vacanza, anche l’avvocato Bruno Mandrelli, consigliere comunale Pd ed ex assessore alla Cultura del comune di Macerata ai tempi d’oro dello Sferisterio, pone l’accento sul menefreghismo di buona parte dei maceratesi e sulla necessità di un cambiamento statutario: «In questo momento nessuno parla perché a una parte, anzi a molti, non gliene frega niente. E per quanto riguarda l’altra parte ho fatto più di una battaglia in tempi non sospetti per cambiare la forma associativa, non una battaglia fine a se stessa ma proprio per cercare di prevenire un fenomeno più che prevedibile di esaurimento dei contributi pubblici e per cercare un sistema per coinvolgere i privati. Battaglie morte, affrontate con tiepidità in Consiglio comunale e poi bloccate definitivamente in Provincia. Oggi credo che se lo Sferisterio non produce è un danno forte per la città, che tutti dovrebbero capire. Se la Regione incentivasse la defiscalizzazione dei contributi dei privati sarebbe già un gran passo avanti. Perché così come la conosciamo la struttura è solo un cadavere che cammina».
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Meno sagra e più buona musica
La domanda che farei oggi , più che quale futuro per lo Sferisterio, è ” quali risultati per lo Sferisterio” dopo quattro anni, se fino a ieri, titoloni pieni di sold out, grandi successi di pubblico e di critica, trend in crescita, bilanci sempre più in attivo, e altri mirabolanti messaggi , se sono bastati 100.000 euro in meno di contributo statale per mettere in crisi il suo futuro? Come si fa, a passae dal più grande benessere alla povertà assoluta per qualche spiccio in meno nel contesto di un giro di milioni di euro?
Se è questo il punto della situazione, do pienamente atto alle parole del Consigliere Mandrelli quando dice ” è un cadavere che cammina” e inferisco che c’è stato un drogaggio a livello riusultati effettivi.
Certo, bisogna stare al dentro per valutare con cognizione di causa le sue capacità di stare sul mercato oggi, ma i bilanci dell’associazione Sferisterio sono consultabili da tutti. Nell’ultimo disponibile del 2013, leggo tra le voci di costo più incisive , orchestra e coro (esclusi i direttori d’orchestra che rientrano nelle spese del cast) per 543.249 euro , spese generali 598.137, e allora vado a guardare le singole voci rientranti nelle spese generali e trovo :
“Per quanto riguarda la stampa e pubblicità, l’importo complessivo di € 334.806,00 comprende sia le spese per l’ufficio stampa (compensi corrisposti ai professionisti e collaboratori, accoglienza dei giornalisti, organizzazione conferenze stampa e gestione del servizio) per un totale di € 25,777,00, sia le spese per la ditta incaricata del servizio promozione e comunicazione, nonché le spese relative all’impostazione grafica, alla stampa, all’affissione, alla distribuzione del materiale pubblicitario e alle inserzioni sugli organi di stampa e sui media, per un totale di € 309.029,00. Gravano in questa voce anche le spese per le iniziative collaterali degli “Aperitivi Culturali” e dei concerti pomeridiani, nonché la stampa per i questionari consegnati al pubblico in Arena durante gli spettacoli. Si fa pre
sente che le spese di promozione sono risultate aumentate rispetto alla previsione in quanto sono stati organizzati eventi particolari in Russia ed a New York, inizialmente non preventivabili […]
e così per scene costumi, dove incidono gli eventi collaterali come il Festival Off.
Non entro nella questione se siano eccessivi o meno i costi di promozione, pubblicità e rappresentanza , ma una cosa è certa: sono spesi male. Un’altra certa, è che superano quelle del cast, con cui si pagano le voci che portano pubblico e lanciano lontano fino in orbita il nome dello Sferisterio , più di quanto possa fare Micheli in missione in Russia o a New York. I risultati veri e duraturi si conseguono con la migliore pubblicità per un teatro lirico che sono: LE VOCI, la qualità delle esecuzioni, il valore delle regie. Anche da questi ultimi quattro anni, lo Sferisterio ancora ci consegna dal suo passato le migliori produzioni, eppure costose e per questo criticate, ma ancora produttive come La Traviata di Svoboda. E’ da chiedersi , che resterà in eredità fra 10 o 20 anni di queste recenti produzioni. Il Nabucco di plastica, La Notte dell’Opera…: cosa?
Ma se di denari ne arrivano di meno, sembra, è perchè qualcuno ha sbagliato domanda di accesso ai fondi, oppure non ha fatto proprio domanda.
Quindi sembrerebbe che non ci sia alcun taglio, ma solo minori aiuti in quanto chiesti male o non chiesti proprio….
Un velo pietoso, poi, sulle sibilline affermazioni del DA su cirruttela e ruberie…
Riaspetto per il gran Lavoro di Francesco Micheli. I maceratesi devono solo ringraziarlo per ciò che ha fatto in 4 anni.
…e comunque per recuperare 300 mila euro, bastano gli stipendi del Presidente della Provincia ormai ferma e inefficente, e gli stipendi dei politici trombati del PD, ma inseriti in regioni con incarici da minimo 60 mila euro l’anno, fatevi due conti e 300 mila euro li tiriamo fuori cosi.
Lancerei l’idea di un crowdfunding; i maceratesi, e non solo, credo risponderebbero. io, per esempio, non sono affatto disinteressata alla sorte della “mia” stagione lirica, ma anche volendo donare una modestissima cifra , non ne avrei nè il modo nè la possibilità.
Oltretutto sarebbe una formidabile azione di mkt che il maestro micheli saprebbe gestire egregiamente.
No, Marina Santucci , stavolta non sono affatto d’accordo con te. Prima, tagliare le spese superflue – e ce ne sono di quelle che servono a mantenere la greppia- ottimizzare alcune voci di costo, e soprattutto, cominciare a puntare più sulla qualità che su immagine e operazioni di puro marketing esterno al palcoscenico della lirica. Scommettiamo, che solo in pubblicità e promozione si possa risparmiare la metà senza pregiudicare nulla? Prendiamo il caso della pubblicità gigante sui muri di Macerata: e quella dovrebbe chiamare a raccolta i maceratesi? Fa leva sul senso di appartenenza allo Sferisterio e dello Sferisterio a loro? Non c’hanno capito niente….ma spendono cifre da capogiro per la sola comunicazione e affissioni che alle associazioni costa la metà di un privato cittadino.
p.s.
Se però ai maceratesi piace farsi prendere in giro da uno venuto da Bergamo dove era stato sonoramente fischiato per le sue “sperimentazioni teatrali “, fate pure e fino in fondo.Se ancora non vi siete accorti, vi accorgerete presto dove vi ha portati: da nessuna parte. Per quanto mi riguarda quindi, lancio un appello contrario a quello di Marina Santucci: i maceratesi non caccino un euro per come gestito lo Sferisterio da Micheli , trattato come ” lu solitu jocarellu” in mano ai politici e dilettanti.
Li maceratesi…che chiama vabbu a chi jé dà a magnà, eppò appena sazi rinnegano tutti i loro benefattori, ché ghià non je vasta più ( come han fatto con tutti: Orazi, Pizzi) ahahahah che ridere, oggi , tra voi e Francesco Micheli alla vostra altezza e portata . Mancava solo il crowfunding…
veramente, più vi conosco e più penso meritiate il peggio che vi ritrovate. Comprese vecchie volpi democristiane- tambroniane che…lasciamo perdere quanto politicamente disinteressate.
A Citanò ce manca solo Micheli, lo Sferisterio e Carancini e pò semo tutti.