Il leghista Sandro Zaffiri:
“Olio di ricino per Gabrielli”
Il Pd chiede le dimissioni

FACEBOOK - Frasi forti del vicepresidente del consiglio regionale riferite al prefetto di Roma. Ceriscioli: "É vergognoso"

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Sandro Zaffiri con Matteo Slavini a Senigallia

Sandro Zaffiri con Matteo Slavini a Senigallia

«Porco di un comunista al servizio del Pd… attento che ti abbiamo segnato sul nostro elenco, arriveremo, l’olio di ricino te ne daremo tanto». Questa la frase scritta sul proprio profilo Facebook dal vicepresidente dell’Assemblea legislativa delle Marche Sandro Zaffiri (Lega Nord) contro il prefetto di Roma Franco Gabrielli per la vicenda dei profughi. Ovviamente sono arrivare condanne da ogni parte per la frase indifendibile del leghista che citando il prefetto di Roma è riuscito nell’intento di scatenare la ribalta mediatica al secondo tentativo. Era passata inosservata infatti una precedente uscita poco “elegante”, appena una settimana fa, che chiamava in causa Renzi e Monti: «Ciao a tutti, forza ragazzi l’ Europa si sta sgretolando, Renzi è in difficoltà. Il popolo vuol votare basta con il fascimo di Renzi, di Letta e del quel faccia di caxxo di Monti a morte». Un linguaggio facile da trovare sui social network ma decisamente inopportuno per chi ricopre un incarico istituzionale seppure da pochi giorni.

Il prefetto Franco Gabrielli

Il prefetto Franco Gabrielli

Il primo a condannare le dichiarazioni è il presidente del Consiglio regionale Antonio Mastrovincenzo: «Ritengo gravissime – afferma Mastrovincenzo – le parole pubblicate ieri su Fb da Sandro Zaffiri. Con espressioni inaccettabili, ha offeso pesantemente e minacciato il prefetto di Roma Gabrielli, ‘colpevole’ secondo lui di aver permesso l’accesso a 19 profughi in una struttura di accoglienza, forzando il blocco di manifestanti guidati da Casa Pound. Sono amareggiato da parole che oltraggiano le istituzioni e, allo stesso tempo, fomentano intolleranza verso persone disperate che fuggono da guerre e miserie. Zaffiri è vicepresidente del Consiglio regionale delle Marche, terra accogliente e solidale; il ruolo che ricopre non gli consente di superare il limite della decenza e del rispetto delle istituzioni» Si unisce il presidente delle Marche Luca  Ceriscioli. «Le parole scritte sul profilo Facebook di Zaffiri non possono che essere condannate e stigmatizzate. Nessuno può permettersi di evocare pratiche fasciste, per di più se é un rappresentante delle istituzioni. É vergognoso e mi auguro possa quantomeno chiedere scusa al prefetto Gabrielli al quale va tutta la mia solidarietà e quella della giunta regionale per il lavoro che sta compiendo. Proprio questa mattina ho letto le parole del padre di Raghad, la bambina morta su un barcone per mancanza di insulina e poi gettata in mare dalla sua famiglia. Una vicenda che non può lasciarci indifferenti. Le Marche continueranno a fare la loro parte, la solidarietà tra i popoli è il principio fondante della nostra democrazia e chi va contro questo valore non merita di rappresentare il consiglio regionale. Evocare pratiche squadriste o continuare ad aizzare e stuzzicare istinti populisti come fanno la Lega e Salvini, non contribuisce in alcun modo a risolvere e mettere freno al fenomeno dell’immigrazione»

Sandro Zaffiri

Sandro Zaffiri

La sequela delle condanne continua con il segretario del Pd Francesco Comi che chiede le dimissioni di Zaffiri: «È inaccettabile e francamente riprovevole l’espressione adottata da Zaffiri contro il prefetto di Roma Gabrielli. Violare così prepotentemente il rispetto della persona e scadere nella becera e vile violenza verbale dimostra il limite, umano prima ancora che politico, del consigliere leghista. E lo sconcerto è ancor più grave se si pensa che tale comportamento è del vice presidente del Consiglio regionale. Ragion per cui ritengo opportuno richiedere le sue dimissioni da tale carica. Questa è politica da medioevo, di inaudito squallore, che niente ha a che fare con la politica del cambiamento che i marchigiani hanno scelto e che richiedono. Nessuno ha bisogno di questi modi di ‘bassa Lega». Si aggiunge al coro di biasimo anche il presidente del gruppo del Pd Marche Gianluca Busilacchi: «Sono assolutamente sconcertato e indignato. Condanno fortemente le frasi di inaudita violenza usate da Zaffiri: non sono degne in assoluto, a maggior ragione se a pronunciarle è un uomo delle istituzioni, che ricopre un’importante carica istituzionale, come è quella della vicepresidenza del Consiglio regionale. Domani proporrò al Gruppo Pd una iniziativa formale, da portare in discussione nella seduta dell’Assemblea legislativa, per richiamare e condannare senza mezzi termini le parole indicibili e indecenti di Zaffiri. Non è fomentando violenza o odio che si risolvono i problemi degli italiani e dei marchigiani»

Sandro Zaffiri risponde così: «Ho usato parole forti, è vero, ma dall’altra parte ci sono delle azioni, e io sto dalla parte del popolo, delle famiglie. Quando verranno dati 1.500 euro a un cieco, a un disabile italiano allora ne riparliamo. A Roma sono state compiute azioni gravissime nei confronti di chi contrastava il degrado. Chiedo scusa per le parole, ma chi mi ha votato vuole sentirsi dire la verità. Noi – attacca poi, riferendosi a un comizio del leader leghista Salvini a Senigallia, durante le ultime elezioni – siamo stati attaccati con le bombe carta, e c’erano famiglie con bambini. E c’erano anche gli assessori della giunta uscente». Quando all’infelice frase sull’olio di ricino, Zaffiri si giustifica: «Ma non c’è nessun elenco…».



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