Lidia Iezzi boccia Ciarapica
Record di assenze in consiglio

CIVITANOVA - Al secondo posto compare Massimo Mobili, ex sindaco della città

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Il consigliere di "Vince Civitanova" Fabrizio Ciarapica

Il consigliere di “Vince Civitanova” Fabrizio Ciarapica

«Campione di presenze sui social network  ma recordman di assenteismo ai consigli comunali». Il consigliere del Pd Lidia Iezzi fa le pulci ai colleghi dell’opposizione in consiglio e “boccia” il leader di Vince Civitanova che conta zero presenze in consiglio nel 2015, dal 1 gennaio al 30 giugno: «il moralista Ciarapica – afferma la Iezzi – in sette convocazioni per ben sette volte ha lasciato deserto il suo scranno. Quel consigliere Ciarapica, che i cittadini hanno votato per stare in aula a portare le ragioni del suo elettorato, ha abdicato alle funzioni del mandato, lasciando ad altri del suo schieramento il compito di confrontarsi con chi amministra. E’ diventato, giorno dopo giorno, il consigliere virtuale, e infatti è solo sul web che si esercita attaccando tutti con sproloqui e tante falsità. E’ lì che, senza contraddittorio e davanti ad una claque di fan, può dire tutto quello che vuole, sciocchezze comprese, cosa che mai gli sarebbe permessa in aula dove troverebbe pane per i suoi denti». La Iezzi continua poi a stilare la lista nera degli assenti e al secondo posto compare Massimo Mobili, ex sindaco della città «allergico ai consigli comunali tanto da marcare due sole presenze nel primo semestre –  continua la consigliera democrat –  E sì che da ex sindaco dovrebbe sentire il dovere di rappresentanza. No, trova molto più comodo starsene a casa, dietro una tastiera a fare la web politica. Per ora, rimandati a settembre, sempre che abbiano una giustificazione valida per tante assenze. In relazione, infatti, alle previsioni contenute nel testo unico, nello statuto comunale e nel regolamento del consiglio comunalein caso di assenza ingiustificata a tre sedute consecutive esistono i presupposti per avviare la procedura di contestazione che può portare alla pronuncia di decadenza dalla carica. Ma, senza scomodare i codici, se onorare il mandato elettorale è per loro così fastidioso e faticoso, si dimettano e lascino il posto a chi ha più passione e rispetto per il voto dei cittadini. Oltretutto, avrebbero più tempo per razzolare sul web».

(l. b.)



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