Non è da adesso che quasi tutta l’informazione televisiva, cartacea e online si accanisce – e non le mancano buone ragioni – contro la “casta” dei politici, ai quali vengono addebitate malefatte di ogni genere, escluso, forse, soltanto lo stupro. La qual cosa induce l’altra parte della società, ossia la ben più consistente “società civile”, a ritenersi di gran lunga migliore e a convincersi che senza i politici – o con politici miracolosamente capaci di comportarsi non da esseri umani ma da paradisiaci esecutori di opere misericordiose – questa nostra Italia sarebbe finalmente felice o comunque meno infelice. Premesso che non intendo schierarmi dalla parte dei politici, i cui limiti anche etici sono evidenti, aggiungo tuttavia che sarebbe il caso di smetterla con una così rigorosa distinzione di merito fra loro, considerati i cattivi, e la società civile, considerata la buona. Non è affatto così. E lo dimostrano un’infinità di dati che l’informazione – ed è l’informazione a creare l’opinione pubblica – continua, se non a nascondere, certamente a porre in secondissimo piano.
Qualche esempio. E’ ragionevole, mi chiedo, che per insultare qualcuno basti definirlo “democristiano”, come se nei suoi alti e bassi la Dc, per la quale non ho mai votato, non abbia avuto una funzione prevalentemente positiva nei vari decenni che seguirono alla fine della guerra mondiale? O che partecipare alle pubbliche istituzioni nazionali, regionali, provinciali e locali non significhi “lavorare” ma sfruttare da parassiti il “lavoro” della società civile costretta obtorto collo a fornire denaro per il mantenimento di schiere di mangiapane a tradimento? Sto esagerando, me ne rendo conto, ma fino a un certo punto. Perché questa è l’aria che tira. E lo dimostra l’altissima astensione dal voto, lo dimostrano i qualunquismi, i populismi, i fanatismi, l’infuriare delle peggiori utopie, le spassose e feroci gag da avanspettacolo di Grillo unite alla funeree feriosità di Casaleggio, le metaforiche e indiscriminate “decapitazioni” di Salvini, nel cui linguaggio compaiono, a volte, toni da Isis, e lo dimostra il progressivo radicarsi di estreme destre e di estreme sinistre. E’ l’antipolitica, signori. Ma anch’essa, in verità, è una politica, benché priva di quell’oculata saggezza che sta negli indispensabili compromessi con la realtà. Il tutto in una sorta d’impazzito uragano che fa vacillare non solo il Parlamento – anzi, l’Urlamento – ma, e dovrebbe insegnarlo la storia degli anni venti del secolo scorso, sta insidiando la stessa Democrazia. Ripeto: forse sto esagerando.
Ora basta, però. Siamo in piena estate, la gente va in ferie ed è il caso che io la smetta di fare il menagramo. C’è tanta rabbia in giro, ne prendo atto. Ma un po’ di rabbia, sebbene di segno diverso, ce l’ho anch’io. E me ne scuso. Perciò cambio discorso, lascio perdere la politica e sposto l’attenzione sulla presunta onestà e sulla presunta legalità della società civile. In che modo? Servendomi dei dati che il comandante delle fiamme gialle provinciali ha reso pubblici per il periodo da gennaio a maggio di quest’anno. Li riassumo: 66 evasori totali, 271 casi di “lavoro nero”, 9 imprese intestate a prestanome, per un’azienda di Appignano è stato scoperto un “buco fiscale” di oltre 17 milioni e per una di Civitanova il “buco” ha superato i 6 milioni, a Corridonia, col sistema delle fatture false, è saltato fuori un indebito credito d’imposta pari a vari milioni di euro, a Tolentino un albergo con 51 televisori non pagava il canone, un po’ dovunque vi sono decine di badanti e colf che non dichiarano imposte, 31 gli imprenditori denunciati per frode al fine di ottenere fondi comunitari e nazionali, 15 le denunce per reati contro la pubblica amministrazione, nei guai per riciclaggio i direttori di tre banche. Il tutto in appena cinque mesi. Non contribuisce anche questo a dare un’immagine della nostra società civile? Attenzione, dunque, a prendercela soltanto con la “casta” politica.
Lasciatemi concludere con una sbalorditiva notizia trovata sul Corriere della Sera a proposito degli effetti della cosiddetta “terza rivoluzione industriale” a causa sia dell’economia in rete, quella “digitale”, sia della prevalenza della finanza sull’economia reale. La cosa, intendiamoci, riguarda gli Stati Uniti, ma, di riflesso, ha a che vedere pure con l’Europa e l’Italia. Eccola: negli anni sessanta del secolo scorso la General Motors aveva ricavi per 7 miliardi di dollari e dava salari a 600.000 dipendenti, mentre oggi la digitalissima Apple incassa 88 miliardi di euro e i suoi dipendenti sono meno di 93.000! Poi ci lamentiamo se manca il lavoro, se è precario, se è mal retribuito. Ma così va il mondo e bisogna rassegnarsi.
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Secondo me il suo articolo è totalmente errato per un semplice problema di proporzioni. Mi spiego(se ci riesco). I danni creati dalla “casta” con tutti i soldi che rubano e con la totale incapacità di gestire la cosa pubblica sono di una grandezza infinita. La lista della guardia di finanza non è altro che un tot. di delinquenti comuni. La maggioranza della società civile e sono tantissimi rispetto ai signori sopra citati è composta da : artigiani,operai comuni,pensionati, ecc. che soffrono tantissimo per poter sopravvivere dignitosamente quanto pensa che questi possano evadere?? Quindi la sua riflessione pecca totalmente di proporzioni.
io invece sono abbastanza d’accordo e penso che questo ragionamento vada inquadrato maggiormente nella qualità piuttosto che la quantità. Le proporzioni, che esprimono la quantità certo non si confrontano, ma la qualità delle due compagini si è quella trova riscontro. Il paragone per cui ci sta tutto, compreso il ricorso alla storia e la DC. Siamo, ma forse lo siamo stati da sempre, una società pronta a cercare nell’altro il problema senza mai provvedere in prima persona ad una soluzione possibile.
Ringrazio il sig. Liuti per il suo intervento che condivido in pieno.
Noi italiani in particolare siamo specializzati nel lamentarci dei nostri politici, dimenticando che li abbiamo eletti noi e sono parte di noi.
Guardiamoci intorno e vedremo macchine parcheggiate fuori posto, spazzatura di varia natura abbandonata in ogni dove (cartacce, mozziconi, bicchieri e bottiglie di plastica), pedoni che attendono pazientemente che qualche automobilista di buon cuore si fermi davanti…alle strisce pedonali, e via dicendo.
Perché i politici dovrebbero essere diversi da noi?
Non mi dite che rubano di più. Anche colui che non mi rilascia la ricevuta fiscale o il dipendente pubblico che non fa il suo dovere stanno rubando.
Quello che manca in questo Paese è il cambio di mentalità: siamo tutti abbarbicati al nostro orticello e non ci rendiamo conto che lo stiamo perdento tutti insieme.
no,in Italia no!!!!!!!!!!!!!
infatti la casta politica è frutto della “società civile” che abbiamo!!!!!!!!!!
TUTTI POSSONO RUBARE, LA CLASSE POLITICA, NO! NEL CODICE PENALE CI SONO REATI CHE RIGUARDANO TUTTI I PUBBLICI UFFICIALI COME APPUNTO I POLITICI ELETTI A QUALCHE CARICA. PER LORO I REATI PREVEDONO ( PER MODO DI DIRE ) AGGRAVANTI PER LA LORO POSIZIONE. RISULTATO: ” DAVANTI ALLA LEGGE SIAMO TUTTI DISEGUALI “.
La madre der borzaroletto
Ih che ha rrubbato poi?! tre o cquattr’ombrelli,
cuarc’orloggio, e cquer po’ de fazzoletti.
Pe cquesto s’ha dda fà ttutti sti ghetti
com’avessi ammazzato er Reduscelli?!
Bbe’, è lladro; ma li ladri, poveretti,
nun z’hanno da tiené ppiú ppe ffratelli?!
Si Cchecco è un lupo, indove sò l’aggnelli?
Nun c’è ch’er zolo Iddio senza difetti.
Tant’e ttanti, Eccellenza, a sto paese
arrubbeno pe ccento de mi’ fijjo,
e ssò strissciati, e jje se fa le spese!…
Io sempre je l’ho ddato sto conzijjo:
«Checco, arrubba un mijjone; e ppe le cchiese
sarai San Checco, e tt’arzeranno un gijjo».
vede Liuti e’ come dire che gli evasori fiscali in Italia sono tutti uguali…nulla di piu’ falso!!! se tu evadi anche 10 euro stai pur tranquillo che ti si presenta equitalia…ma se sei un politico/personaggio famoso ed evadi milioni di euro equitalia bussa si alla tua porta ma…per mettersi daccordo su quanto versarle!!! Se spesso si parla dei politici e dell’amministrazione pubblica come fonte di tutti i mali un senso e non di qualunquismo come affermazione l’ha. Se poi parliamo di evasori anche per l’artigiano che per poter “campare” a fronte di uno stato sanguisuga che non toglie a chi dovrebbe togliere ma mazzola chi suda per vivere allora teoricamente abbiamo ragione praticamente un po’ meno. Gli evasori anche conclamati,(dottori,ginecologi,meccanici ma anche note ditte che costruiscono cucine e che fino a poco tempo fa’ rifornivano la guardia di finanza…) si conoscono ma si fa’ finta di nulla spesso perche’ allacciati ai poteri forti dell’economia e della politica…e quindi ritorniamo sempre li…sullo scranno che non e’ papale attenzione…
Caro Giancarlo, la società civile non è ne migliore, ne peggiore della “casta politica”, è identica , con la differenza che la casta politica ” magna a quattro ganasce ” , la società civile deve contentarsi delle briciole perchè più non può.
La casta politica gode di privilegi, mentre la società civile,molto spesso, deve contentarsi dei calci nel sedere che derivano dalla sua inferiore condizione e questo acuisce il disprezzo e distacco.
Ricordo molto bene molti anni orsono un detto che si sentiva ripetere spesso…..”freca tu, che feco io, tando frecamo lo stato ” . E questo è avvenuto. Chi più chi meno, tutti,dico tutti, abbiamo cercato di essere furbi, abbiamo cercato di farla franca, abbiamo cercato di mettere in tasca ciò che non ci apparteneva.
Qualcuno ha riempito bene le sue tasche, molti altri no.
Infine, lasciami dire, caro Giancarlo, ho rispetto della Guardia di Finanza e per il suo operato.
Ma quando la Guardia di Finanza andrà a mettere gli occhi nel settore della attività privata, nel settore dei professionisti, nel settore degli artigiani, dove è il vero porcaio dell’evasione fiscale, massiccia, generalizzata,
senza scrupoli ?
Per me, lo ripeto, la casta politica e la società civile sono eguali.
Mi scuso per l’errore grammaticale “ne……ne ” non accentuato; una svista a cui desidero porre rimedio.
@ Ginobili. Dopo il suo bel post, si va a preoccupare degli accenti? Non siamo mica a scuola. Lasci che siano i puristi, così attenti alla grammatica a preoccuparsi più degli accenti che dei contenuti. Ogni tanto capita che qualche sverdone insulti qualcuno per un errore grammaticale, cercando di farlo sentire un ignorante perché non è d’accordo con quello che scrive. Sono solo delle stupide bassezze. Molto peggio non saper ne leggere e ne scrivere. Prima che glielo dica qualcuno Le faccio notare che se si sbaglia a volte è meglio non cercare di correggere. Nello scrivere si accenta, nel parlare si accentua.
Per tanti anni c’è stato un patto non scritto di silenzio/assenso tra il settore privato e quello pubblico in Italia.
Per anni, nel Pubblico, si è assunto molto, ma molto, di più di quello che serviva (in funzione clientelare) e si sono date a piene mani pensioni anche a chi non aveva titolo (come ammortizzatori sociali, una sorta di reddito di cittadinanza ante litteram)
E poi gli scivoli, gli avanzamenti di grado mez’ora prima della pensione, le pensioni baby (che hanno cresato un esercito di lavoratori/consulenti in nero), ecc. ecc. ecc.
Insomma nel Pubblico c’erano troppi dipendenti, capi area, responsabili, controllori, addetti, ecc. ecc….. Ma nessuno diceva nulla.
Nessuno diceva nulla in quanto poi, nel Privato (cioè coloro che avrebbero avuto ragioni per lamentarsi dei troppi, inutili, dipendenti pubblici) ognuno si faceva gli affari propri, spesso dimenticando di fare fattura, rilasciare scontrini, emettere bole d’accomapgno….
Quindi si è venuto a creare, in Italia molto più che negli altri Paesi, una sorta di abbraccio mortale Pubblico/Privato in cui tutti ci guadagnavano e nessuno ci rimetteva…
Va bene l’inflazione, va bene che la Banca d’Italia stampava cartamoneta a rotoli ma, complessivamente, il Paese è cresciuto, le condizioni sociali sono migliorate, il benessere è complessivamente cresciuto.
Certo, prima o poi, i nodi sarebbero venuti al pettine ma Fin a che la barca va, lasciala andare… Fin che la barca va, non la fermare…. e tutti, allegramente hanno festeggiato…
Poi dalla sbornia ci siamo risvegliati ed ora è dura, molto dura….
“La botte dà il vino che ha”,”le querce nun fa i melaranci”. Da questi detti popolari,ce ne sono altri,sembrerebbe ineluttabile che le peculiari caratteristiche degli italiani non possano non riflettersi nei loro rappresentanti politici. Con la differenza che, questi ultimi, nell’illustrare il programma che ha permesso loro d’arrivare dove sono,pieno di interesse per gli altri,bontà e altruismo,a giudicare dai tanti troppi casi di malaffare,che vengono denunciati quotidianamente,hanno mentito sapendo di mentire.Per non dire di quando, tali reati, si riducono a tentare di farsi rimborsare spese non dovute,è il caso dei voli verso Bruxelles di Napolitano.O ancora di più basso livello, come quelli per i pasticcini consumati in famiglia.
Tiutto vero, ma, a differenza dei cittadini, i politici dichiarano, evidentemente mentendo, di essere bravi, inesti, interessati al bene comune, di battwrsi per gli ultimi ecc. Per poi tentare di farsi rimborsare dalla collettività persino il vassoietto di pasticcini consumati in famiglia.Ed è tutto dire.