Ma davvero la società civile
è meglio della “casta” politica?

Nient’affatto e lo dimostrano i dati ufficiali della guardia di finanza. Ma la gente, orientata dall’informazione, se la prende esclusivamente con le pubbliche istituzioni e con chi le gestisce.

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liuti giancarlodi Giancarlo Liuti

Non è da adesso che quasi tutta l’informazione televisiva, cartacea e online si accanisce – e non le mancano buone ragioni – contro la “casta” dei politici, ai quali vengono addebitate malefatte di ogni genere, escluso, forse, soltanto lo stupro. La qual cosa induce l’altra parte della società, ossia la ben più consistente “società civile”, a ritenersi di gran lunga migliore e a convincersi che senza i politici – o con politici miracolosamente capaci di comportarsi non da esseri umani ma da paradisiaci esecutori di opere misericordiose – questa nostra Italia sarebbe finalmente felice o comunque meno infelice. Premesso che non intendo schierarmi dalla parte dei politici, i cui limiti anche etici sono evidenti, aggiungo tuttavia che sarebbe il caso di smetterla con una così rigorosa distinzione di merito fra loro, considerati i cattivi, e la società civile, considerata la buona. Non è affatto così. E lo dimostrano un’infinità di dati che l’informazione – ed è l’informazione a creare l’opinione pubblica – continua, se non a nascondere, certamente a porre in secondissimo piano.
Qualche esempio. E’ ragionevole, mi chiedo, che per insultare qualcuno basti definirlo “democristiano”, come se nei suoi alti e bassi la Dc, per la quale non ho mai votato, non abbia avuto una funzione prevalentemente positiva nei vari decenni che seguirono alla fine della guerra mondiale? O che partecipare alle pubbliche istituzioni nazionali, regionali, provinciali e locali non significhi “lavorare” ma sfruttare da parassiti il “lavoro” della società civile costretta obtorto collo a fornire denaro per il mantenimento di schiere di mangiapane a tradimento? Sto esagerando, me ne rendo conto, ma fino a un certo punto. Perché questa è l’aria che tira. E lo dimostra l’altissima astensione dal voto, lo dimostrano i qualunquismi, i populismi, i fanatismi, l’infuriare delle peggiori utopie, le spassose e feroci gag da avanspettacolo di Grillo unite alla funeree feriosità di Casaleggio, le metaforiche e indiscriminate “decapitazioni” di Salvini, nel cui linguaggio compaiono, a volte, toni da Isis, e lo dimostra il progressivo radicarsi di estreme destre e di estreme sinistre. E’ l’antipolitica, signori. Ma anch’essa, in verità, è una politica, benché priva di quell’oculata saggezza che sta negli indispensabili compromessi con la realtà. Il tutto in una sorta d’impazzito uragano che fa vacillare non solo il Parlamento – anzi, l’Urlamento – ma, e dovrebbe insegnarlo la storia degli anni venti del secolo scorso, sta insidiando la stessa Democrazia. Ripeto: forse sto esagerando.

241° Anniversario della Fondazione della Guardia di Finanza

La guardia di finanza di Macerata in formazione completa per il 241° anno della fondazione 

Ora basta, però. Siamo in piena estate, la gente va in ferie ed è il caso che io la smetta di fare il menagramo. C’è tanta rabbia in giro, ne prendo atto. Ma un po’ di rabbia, sebbene di segno diverso, ce l’ho anch’io. E me ne scuso. Perciò cambio discorso, lascio perdere la politica e sposto l’attenzione sulla presunta onestà e sulla presunta legalità della società civile. In che modo? Servendomi dei dati che il comandante delle fiamme gialle provinciali ha reso pubblici per il periodo da gennaio a maggio di quest’anno. Li riassumo: 66 evasori totali, 271 casi di “lavoro nero”, 9 imprese intestate a prestanome, per un’azienda di Appignano è stato scoperto un “buco fiscale” di oltre 17 milioni e per una di Civitanova il “buco” ha superato i 6 milioni, a Corridonia, col sistema delle fatture false, è saltato fuori un indebito credito d’imposta pari a vari milioni di euro, a Tolentino un albergo con 51 televisori non pagava il canone, un po’ dovunque vi sono decine di badanti e colf che non dichiarano imposte, 31 gli imprenditori denunciati per frode al fine di ottenere fondi comunitari e nazionali, 15 le denunce per reati contro la pubblica amministrazione, nei guai per riciclaggio i direttori di tre banche. Il tutto in appena cinque mesi. Non contribuisce anche questo a dare un’immagine della nostra società civile? Attenzione, dunque, a prendercela soltanto con la “casta” politica.
Lasciatemi concludere con una sbalorditiva notizia trovata sul Corriere della Sera a proposito degli effetti della cosiddetta “terza rivoluzione industriale” a causa sia dell’economia in rete, quella “digitale”, sia della prevalenza della finanza sull’economia reale. La cosa, intendiamoci, riguarda gli Stati Uniti, ma, di riflesso, ha a che vedere pure con l’Europa e l’Italia. Eccola: negli anni sessanta del secolo scorso la General Motors aveva ricavi per 7 miliardi di dollari e dava salari a 600.000 dipendenti, mentre oggi la digitalissima Apple incassa 88 miliardi di euro e i suoi dipendenti sono meno di 93.000! Poi ci lamentiamo se manca il lavoro, se è precario, se è mal retribuito. Ma così va il mondo e bisogna rassegnarsi.



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