Ricordi e aneddoti
del Venerdì Santo a Macerata

RITI PASQUALI - Le prime notizie sulla processione con la statua del Cristo morto risalgono al 1492
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Processione dello scorso anno a Macerata

di Mario Monachesi

Come vuole la tradizione ogni Venerdi Santo dalla chiesa di San Paolo parte alle 20,15 la processione con la statua del Cristo morto. Secondo uno scritto di Mons. Otello Gentili, questa pia pratica ha inizio nel sec. XVIII grazie alla Confraternita del S. Sepolcro (con oratorio proprio sotto la Chiesa di San Paolo), anche se tra il 1492 e la prima metà del ‘500 si hanno notizie di sacre rappresentazioni della Passione. Notizie storicamente più certe risalgono invece al 1804, quando la Confraternita delle stimmate di San Francesco partecipa per la prima volta alla “Processione del Cristo morto” con cento confratelli muniti di torce e con Cantori che eseguono il “Miserere” di Niccolò Zingarelli e ” l’Adoramus Te, Christe” di Fernando Paer. In quegli anni suggestivo era l’ordine di sfilata. Aprivano i Gendarmi a cavallo e subito dietro: “tamburi, plotone di truppa, quattro lampioni piccoli, quattro bandiere calate, due mandatari, due fabbricieri con torce calate, Padri Cappuccini che formano il “primo toro con torce, cinque torce, tronco con due stemmi, quattro file di fratelli a tre a tre con torce, concerto con quattro lampioni piccoli ai lati, fratelli a tre a tre con torce inalberate (dopo tre file un “mistero” con due fratelli con torce inalberate e due lampioncini ai lati e due bandiere calate avanti), ai due terzi dei fratelli, coro dei medesimi, quattro bandiere inalberate ed in mezzo sei calate innanzi ai superiori della confraternita, banda con lampioni grandi, Padri minori osservanti, chierici del seminario, quattro bandiere inalberate e due calate che precedono, celebrante e Ministri, fratelli custodi del Santuario in due file, feretro ed ai lati i gendarmi, sette chierici, Maria Addolorata, banda musicale e truppa”.

processione (10)Nonostante questa imponente e sfavillante organizzazione, nelle “Memorie storiche della venerabile confraternita delle Sacre Stimmate di San Francesco in Macerata” di Antonio Natali si legge”…mancava soltanto, a rendere compito questa processione, la rinnovazione del feretro, che fosse più dignitoso e ricco”.  La rinnovazione avviene nel 1842 con la realizzazione di una “coltre di seta paonazza, ricamata a oro fino, con una cunetta sopra, di legno intagliato, parimenti dorata riccamente, ove riposa il Cristo, ed un baldacchino sopra, di velluto nero, con sfarzoso ricamo a fiocchi d’argento. Il tutto sopra una bara condotta da otto uomini posti al suo interno, con agli angoli quattro persone vestite da angeli che sorreggono le aste del baldacchino. Sul feretro la scritta, ricamata in oro su velluto viola: “Venerabilis – Confraternitas S. Sepulcri – Anni Dom. MDCCCXLI”. Nel centenario della realizzazione del feretro, la ricorrenza viene festeggiata con una solenne e suggestiva processione. Data certa c’è invece per quanto riguarda l’inizio della funzione detta delle “tre ore di agonia di Nostro Signore”. Essa nasce nel 1795 nella chiesa di Santa Caterina, per poi passare nel 1815, curata dalla Confraternita del Santo Sepolcro, nella chiesa di San Paolo. Il venerdì Santo, la Confraternita del SS. Sacramento (eretta nel 1494) fino al 1860 aveva addirittura il privilegio di poter liberare un condannato a morte.



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