di Alessandra Pierini
(foto-servizio di Guido Picchio)
«Abbiamo fatto bene a venire, vero Sabrina? E’ molto interessante». Questo il commento di Vittorio Sgarbi, ospite a sorpresa con la sua storica fidanzata per l’inaugurazione delle sale di arte moderna di Palazzo Buonaccorsi a Macerata (GUARDA LE FOTO IN ANTEPRIMA).
Ad invitarlo sono stati gli Zampini, discendenti di Erso che commissionò a Ivo Pannaggi l’architettura interna della sua abitazione a Esanatoglia. Voci sull’arrivo del critico si erano diffuse nel pomeriggio ma il suo arrivo intorno alle 19, pur gradito dal sindaco Romano Carancini e dall’assessore Stefania Monteverde che sono corsi ad accoglierlo, ha colto tutti piuttosto impreparati. Sgarbi ha prima visitato il piano nobile e le sale di Arte antica, lasciandosi conquistare da “La Madonna col bambino” del Crivelli e poi dalla sala dell’Eneide, per poi trasferirsi nelle affollatissime nuove sale di arte moderna. Subito un suggerimento al sindaco Carancini, come se gli avesse letto nel pensiero: «A Macerata avete Palazzo Ricci. Dovete assolutamente collegarlo a questo». E il primo cittadino da parte sua: «Non hai mai fatto niente a Macerata. Ti dobbiamo invitare»
Moltissimi i maceratesi che si sono accalcati all’ingresso anche prima dell’apertura, nonostante il freddo e nonostante il significativo ritardo nella tabella di marcia. Seppure il personale dei Musei civici ha cercato di intrattenere gli ospiti con caffè, cioccolata e dolcetti, la folla “inferocita” ha accolto il sindaco Carancini e le autorità con non poche lamentele. «Sindaco, questi sono cento voti in meno» lo ha ammonito qualcuno. Non ha partecipato alla cerimonia inaugurale nessun esponente della Giunta regionale. Soprattutto non c’erano il presidente Gian Mario Spacca, né quel Pietro Marcolini che alcuni a Macerata vorrebbero come candidato sindaco unitario del Pd, in alternativa a Carancini che ha già annunciato la sua partecipazione alle primarie della coalizione di centro sinistra.
Il taglio del nastro. Da sinistra l’assessore Stefania Monteverde, la direttrice dei musei Alessandra Sfrappini, il sindaco Romano Carancini, il presidente della Provincia Antonio Pettinari e il prefetto Pietro Gardina
Intanto Romano Carancini non perde tempo e parla già da sindaco neo eletto. Come se avesse appena vinto le elezioni, più che passare in rassegna le opere fatte in passato, che pure non trascura, si concentra nell’annunciare progetti futuri: «Nulla è stato casuale nelle nostre scelte – ha dichiarato durante la cerimonia inaugurale a teatro Lauro Rossi -abbiamo voluto con caparbietà il piano nobile del Buonaccorsi, palazzo Trevi Senigallia, la sala Castiglioni della biblioteca, la valorizzazione del polo di Helvia Ricina. Sono trame di un filo rosso che vogliamo riannodare. Macerata è già riferimento nel panorama nazionale ma deve diventare capitale della cultura. Dobbiamo riportare sotto gli occhi di tutti, dobbiamo migliorare il nostro patrimonio storico, migliorare lo standard di accoglienza e rivedere la qualità dei nostri negozi. Senza attribuire colpe, colpevoli siamo stati tutti. Per decenni sono mancati coraggio e volontà di sperimentare».
Poi passa ad annunciare nel concreto due nuovi progetti: «Ci dovremo impegnare per nuove ale della nostra biblioteca ma subito dopo dobbiamo lavorare sul museo del Risorgimento per poi passare a mettere palazzo Ricci in sistema con i nostri musei».
Al suo fianco Maurizio Mangialardi, sindaco di Senigallia e presidente dell’Anci che rintraccia in Macerata un modello per la regione e per l’Italia per poi condannare l’atteggiamento di alcuni politici nella vicenda dell’Expo 2015 o a Roma con il sindaco Marino nel ciclone e Venezia: «Noi non siamo politici come questi. Noi governiamo con passione e dedizione e queste cose ci fanno arrabbiare ancora di più che ai cittadini e non sopportiamo che questa gente metta non si sa dove i soldi che ruba».
Tutt’altro che rassicurante l’allarme lanciato da Roberto Grossi, presidente di Federculture: «Nel 2014 hanno aperto 3 o 4 musei, ma centinaia hanno chiuso i battenti. La cultura sta arretrando e aprire un museo è importante quanto sistemare una strada. In Cina hanno inaugurato 4mila musei in 5 anni. Ci si riunisce intorno all cultura, leva di speranza».
A seguire, introdotte dall’assessore Stefania Monteverde, per l’occasione nei panni della presentatrice, la direttrice dei Musei civici Alessandra Sfrappini che ha parlato del percorso fatto e dei criteri usati nelle nuove sale, la docente dell’Accademia di Belle Arti Loretta Fabrizi che ha insistito sulla necessità di restituire ai musei un senso di vita vissuta e per finire Paola Ballesi che ha ripercorso la storia di Palazzo Buonaccorsi: «Acquistato nel 1967, è diventato nel 1972 sede dell’Accademia. Dopo 25 anni ci si è accorti della necessità di lavori ma non c’erano i soldi. Ci penso il Padreterno con una scossa di terremoto. Il palazzo fu dichiarato inagibile, l’Accademia si trasferì». La Ballesi ha sottolineato l’assenza tra gli artisti presenti di Magdalo Mussio, artista poliedrico e docente dell’Accademia: «Fu l’unico a dare una scossa negli anni ’70 come Pannaggi la diede in precedenza».
Dopo la cerimonia, trasferimento in massa a Palazzo dove centinaia di persone erano già in attesa. Maceratesi di ogni età si sono riversati nel museo del terzo piano e si sono soffermati davanti alle opere, nella sala dedicata a Ivo Pannaggi hanno approfittato degli auricolari e aspettato con pazienza il loro turno per ascoltare le storie del ‘900 maceratese. Grande successo per il touch screen che raccoglie storie e testimonianze tra le quali quella di Silvio Craia che ha voluto essere presente per testimoniare in carne e ossa un’epoca in cui Macerata è stata grande.
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Oggi proprio non era il caso di andare , troppa gente !
andare la sera… pochissima gente tempo a iosa e veramente vale la pena complimenti un bel lavoro. Merita
Orgoglio maceratese
Abbiamo davvero un bel museo adesso . Ill nuovo piano mi è piaciuto perché racconta anche un pezzo di storia della nostra città e del paese.
Ma a sorpresa o è stato invitato? Nn siete molto chiari. . Anke se è di poko konto. .
Davvero un ottimo lavoro. Le cassandre maceratesi della cultura (o della presunta tale) hanno un’ulteriore occasione per ricredersi.
Sarà aperto anche oggi?
Quando le cose sono buone e fatte bene, la gente risponde ed apprezza.
Ebbi modo, anni fa, di stare un pomeriggio col Professore Sgarbi. Nella Sacrestia del Duomo mi resi conto della sua vasta conoscenza dei pittori del passato, pur di seconda e terza categoria. Ma è nell’angusta saletta dove è – o era – esposto Allegretto Nuzi che mi resi conto dell’umiltà del Professore nel rapportarsi con gli oggetti sacri di infimo valore. Lì divenni un suo ammiratore.
Il Professore Sgarbi aiuti Macerata a uscire dal letargo e a valorizzarsi, come egli ha fatto per altre città.
Interessante l’abito dell’assessore Monteverde, richiamante l’astrazione geometrica e certe intuizioni di Pannaggi.
le nostre Marche sono piene di opere d’arte e paesi stupendi. Ha fatto bene Spacca a sponsorizzare la serie tv su rai 1. Perché ha valorizzato molto la nostra regione.
Meno male Sgarbi che riesce a Valorizzare il nostro patrimonio culturale facendo venire da tutta Italia turisti, ( vedi la mostra a Fabriano da Giotto a Gentile, che mi pare sia stata prorogata, giustamente, fino a gennaio, vedi l’esposizione a Urbino dell’opera La bella Principessa attribuita a Leonardo). Spero che anche a Macerata riesca a portare qualcosa di grande perché Macerata città se lo merita. Amato o odiato che sia, Sgarbi è un gran personaggio.
Ho visitato oggi il Palazzo e i nuovi allestimenti, bello, tutto molto bello. Chissà perchè per esaltare il giudizio positivo mi viene da dire “non sembra di stare a Macerata”
E’ come se a Civitanova fosse approdato a sorpresa Capitan Findus in persona.