Seri: “Macerata signora
di un’estate non sua”

L'INTERVENTO - L'esponente di Pensare Macerata critica gli eventi in programma: "Pochissime sono le iniziative culturali o sportive nelle periferie, associazioni cittadine lasciate ai margini"

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Alessandro Seri

Alessandro Seri

Riceviamo da Alessandro Seri di “Pensare Macerata”:

«Macerata sarà pure la signora dell’estate ma è una signora sconclusionata e non troppo elegante, e quando si veste bene lo fa prestandosi i vestiti. L’estate maceratese, che fino a qualche anno fa era il fiore all’occhiello dell’Amministrazione Comunale e che l’Assessorato alla Cultura gestiva coinvolgendo le tante belle esperienze associative cittadine, quest’anno sembra piuttosto scarna sia in quantità che in qualità. Ai poco attenti potrebbero fare un certo effetto le affermazioni altisonanti relative ai 400 eventi curati da 60 associazioni (non tutte cittadine) ma dobbiamo pur far notare che tra questi 400 eventi almeno un quarto e forse ancor di più sono relativi alla stagione lirica o ad essa collegati e non sono riconducibili ad uno sforzo economico o di programmazione del Comune. Dei restanti eventi la stragrande maggioranza sono piccole attività il più delle volte autofinanziate e autopromosse da singole associazioni, semplicemente recepite dall’Assessorato alla Cultura senza una reale visione d’insieme. Tutto il resto sono esperienze sportive o simili che poco hanno a che fare con l’humus della città. Presentare in pompa magna le Olimpiadi della provincia di Macerata o il beach volley in piazza della libertà, organizzato tra l’altro da un’associazione non maceratese, o ancora tentare di far passare per evento culturale (mentre invece trattasi di solidarietà) la sfilata di vip televisivi in go kart, è un’operazione che di certo non posiziona la città in quella elité culturale dove gli amministratori dicono dovrebbe essere.

Pochissime sono le iniziative culturali o sportive nelle periferie, questa carenza fa sì che centri urbani come Piediripa, Sforzacosta e Villa Potenza restino praticamente fuori da una programmazione colta. Ciò che viene proposto nelle frazioni o nei quartieri periferici è spesso già esistente da anni, quindi semplicemente confermato, oppure sono le solite commedie dialettali o la festicciola che nulla da e nulla toglie. Nessuno sviluppo quindi, nessuna reale attenzione alla crescita e alla qualificazione dei luoghi più lontani dal centro. Non bastano le sagre o il teatro dialettale per far sentire vive le persone che abitano nei quartieri oltre le mura. Mentre gli altri capoluoghi delle Marche si dotano di strutture per la produzione culturale (vedi Ancona con l’ex Mattatoio rivitalizzato proprio grazie all’associazionismo dal basso) e investono con convinzione su questa prospettiva, Macerata sembra sempre più centrata sull’idea del grande evento che però alla fine dura, quando va bene, un mese e poi lascia la città in balia di se stessa per gran parte dell’anno.

Per tentare di essere competitivi nel settore della cultura e quindi di conseguenza del turismo culturale non basta lo Sferisterio, non basta Palazzo Buonaccorsi e di sicuro non basteranno i pupi dell’orologio. Per essere competitivi e riconoscibili sul piano culturale servono coesione sociale, valorizzazione delle realtà locali e programmazione a lungo termine, soprattutto programmazione culturale di qualità basata sul riconoscimento delle tante eccellenze che caratterizzano Macerata e che a volte questa amministrazione ha lasciato ai margini. Nell’estate maceratese, ci sono ad esempio una teoria di eventi doppione rispetto a tanti eventi che già hanno trovato da tempo la loro visibilità, la loro centralità e persino il loro riconoscimento nazionale. Quindi la domanda è perchè spendere le già esigue risorse per attività culturali che si sovrappongono e per eventi sportivi o culturali che esulano dalla vita della città? Perchè non incentivare invece le tantisisme associazioni di qualità esistenti e soprattutto attive e renderle protagoniste dell’estate maceratese? Perchè spacciare un calendario di attività estive di prim’ordine quando invece esso è sostenuto in gran parte da eventi dove l’amministrazione comunale è marginale? Sarebbe stato meglio, molto meglio, dare ossigeno, vita e fiducia alla Macerata profonda, quella che la cultura e lo sport li praticano tutto l’anno, quella che fa vivere la città senza far ricorso ai lustrini e alle paillettes, ai divi della televisione o alle canzonette mondiali che poi tra l’altro portato pure male. Insomma sarebbe stato meglio se la signora dell’estate fosse stata realmente maceratese e avesse compreso quanto sia saggio fare tesoro dei proprio tanti tesori



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