Maceratese, il ritorno di Guido Di Fabio
“Adesso 9 partite col coltello tra i denti”

SERIE D - Il tecnico, che era stato esonerato ad inizio stagione, è felice del suo ritorno in biancorosso: "Non vedevo l'ora di ricominciare, ho accettato subito la proposta della presidentessa. Non sono in cerca di rivincite"

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L'allenatore della Maceratese Guido Di Fabio

L’allenatore della Maceratese Guido Di Fabio

di Filippo Ciccarelli

Guido Di Fabio è tornato alla Maceratese, società che negli ultimi anni è stata la sua casa e con la quale ha conquistato la promozione in serie D, due anni fa, e la fase nazionale dei playoff lo scorso anno. Ieri (leggi l’articolo) è stato infatti deciso l’esonero di Massimiliano Favo dal sodalizio biancorosso.

Mister, quali sono le sue sensazioni dopo il ritorno in panchina?
«Sono contento perché senza lavorare io non ci riesco a stare. E’ la prima volta che mi era capitato: da quando avevo 16 anni, ed ho ho cominciato a giocare, fino ai 39 quando ho smesso e ho iniziato la carriera da allenatore, non era mai successo. Non sono mai stato così tanto fermo. Il fatto di essere stato richiamato mi fa molto piacere».

Quando è stato contattato dalla Maceratese?
«Ieri ho parlato con la dottoressa Tardella, mi ha chiesto se ero disponibile a tornare, le ho detto subito di sì. Non vedevo l’ora di ricominciare».

Maria Francesca Tardella, presidentessa della Maceratese

Maria Francesca Tardella, presidentessa della Maceratese

Avete avuto un chiarimento, visto l’esonero dopo tre giornate di campionato?
«Non ce n’era bisogno, io non cerco rivincite. Sono qui per far rendere al massimo la squadra e conquistare più punti possibile».

A proposito della squadra: lei conosce gran parte dello spogliatoio, ma tanti altri giocatori sono arrivati dopo il suo esonero…
«Sono cose che capitano. Il 50% della squadra è nuovo, qualcuno lo conosco, altri no. Vorrà dire che in questi giorni impareremo a conoscerci in fretta. L’obiettivo di tutti dev’essere quello di dare il massimo e di affrontare le partite rimaste col coltello fra i denti per cercare di arrivare il più in alto possibile in classifica. Ci sono 9 partite, 9 finali, dobbiamo ricreare l’entusiasmo».

Lei ha sempre avuto feeling con la tifoseria, un legame che non sembra essersi spezzato. Ha sentito qualcuno dopo l’ufficializzazione del suo rientro?
«
Sì, ho ricevuto diverse telefonate di tifosi contenti del mio rientro. So che nelle giornate scorse ci sono stati anche dei cori, mi fa piacere, anche perché penso che in questi anni il binomio vincente sia stato rappresentato dalla società e dalla squadra, da una parte, e dai tifosi dall’altra. I tifosi sono il nostro fiore all’occhiello, con loro in questi anni abbiamo condiviso più gioie che amarezze. Quando sono arrivato, tre anni fa, non c’era entusiasmo, siamo riusciti a riportarlo».



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