Rubano l’argenteria del valore di qualche migliaia di euro, ma lasciano nelle teche i molto più preziosi manoscritti di Giacomo Leopardi e una collezione di dipinti del ‘400 e ‘500.
E’ accaduto a Visso, al museo civico e diocesano allestito nella chiesa di Sant’Agostino di piazza Martiri Vissani. I ladri si sono introdotti con facilità all’interno del museo e hanno sottratto tutta l’argenteria, tralasciando però quello che potrebbe essere considerato un vero tesoro. Ventisette documenti, tra cui una delle uniche due copie dell’Infinito, manoscritto di Leopardi dal valore inestimabile.
I codici del poeta recanatese erano stati portati a Visso nel 1868 dall’allora sindaco Giovanni Battista Gaolo Antinori e successivamente presentati nell’esposizione di pezzi unici del museo della chiesa di Sant’Agostino.
I malviventi, oltre a non sottrarre gli scritti, hanno ignorato anche la preziosa collezione di quadri risalenti al ‘400 e ‘500 facendo man bassa esclusivamente degli ornamenti d’argento, compiendo un colpo comunque molto cospicuo.
Indagano sull’accaduto i carabinieri di Visso e Camerino.
(c.r.)
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Sicuramente i ladruncoli saranno del posto , se non ricordo male di furti ce ne sono stati altri con modalita’ e conoscenze del luogo .Spero che le forze dell’ordine individuino presto queste insignificanti persone . !!!!
Benedetta ignoranza!!!
Io sarei portato a credere che un qualsiasi ladruncolo non proverebbe mai a rubare pezzi rari e conosciuti perchè,poi,non saprebbe come piazzarli per monetizzare il furto.Diverso il discorso quando si tratta di bande specializzate.Resta,tuttavia,apertissimo il problema di un’adeguata tutela del prezioso patrimonio culturale collocato nei numerosi musei secondari del nostro Paese.Giovanni Bonfili.
Purtropop, a Visso sento troppo spesso parlare di quelle carte come di una specie di fastidio. A volte sembrano un capro espiatorio per le politiche turistiche poco apprezzate da alcuni, che invece di puntare su mega-alberghi (che secondo loro richiamerebbero turisti a frotte) e super-discoteche (per i ggiovani, naturalmente) insistono sul turismo culturale.
Non credo comunque che si tratti di balordi del luogo, perché le antiche tavole le avrebbero prese. Ci sono “antiquari” sono sempre pronti a ricettarle. Penso che siano piuttosto balordi di importazione, attratti dal luccichio del metallo prezioso e del tutto insensibili a un patrimonio che non gli appartiene.
proprio ignoranti questi!!! guardano solo quello che luccica 😉
beata ignoranza
Non è ignoranza. È che un manoscritto non si piazza come l’argento.
Che se ne avrebbero fatto?
Ci mancava pure il ladro letterato e, a quel punto, questo disgraziato paese sarebbe entrato nell’Empireo. Ed invece, come molta della nostra classe dirigente, anche i ladri sono ignoranti.
Non sono stupidi, l’argento si ricicla, le opere d’arte no
Ma le misure di sicurezza dove sono …..!!!