di Gianluca Ginella
Caso delle scritte contro il ministro Cecile Kyenge, chiuse le indagini. Tommaso Golini, responsabile provinciale di Forza Nuova, resta l’unico indagato per la frase apparsa nella notte tra l’8 e il 9 maggio scorsi alla sede del Pd, in via Spalato a Macerata. Golini, secondo la procura di Macerata (le indagini sono state coordinate dal procuratore Giovanni Giorgio) sarebbe l’autore della scritta “Kyenge torna in Congo”. La procura di Macerata aveva disposto esami tecnici ripetibili e irripetibili su materiale rinvenuto a casa di Golini. Si trattava di diversi oggetti, come un barattolo di colla fresca, un pennello, dei manifestini di Forza Nuova, di tre telefoni cellulari. Al termine degli accertamenti la procura di Macerata ha ritenuto di avere in mano elementi tali per chiudere le indagini. Ora Golini, indagato per l’ipotesi di reato di propaganda di idee fondate sull’odio razziale, etnico e religioso, potrà presentare delle sue memorie o chiedere di essere sentito.
La vicenda, come detto, risale allo scorso maggio. La mattina del 9 Macerata si era svegliata con la notizia di una scritta incresciosa contro il ministro Kyenge. La scritta aveva suscitato una lunga catena di reazioni da parte della politica che aveva condannato il gesto a firma di Forza Nuova. Delle indagini se n’era occupata la Digos di Macerata con il coordinamento del procuratore capo Giorgio. E Golini era stato indagato.
L’esponente di Forza Nuova ha comunque sempre negato di essere lui l’autore della scritta contro il ministro.
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