Dall’associazione Maceratiamo riceviamo:
«Nuovo supermercato vecchi costumi. E Macerata va a farsi benedire (ma non saranno i frati a farlo)!
Il rione santa Lucia ha la sua nuova struttura commerciale. Tra qualche mese dovrebbe aprire un altro supermercato in via dei Velini, mentre sembra un po’ più lontana l’inaugurazione di quello previsto negli edifici in costruzione nei pressi di piazza Pizzarello. Se il settore privato sembra dinamico e molto presente nel suo impatto sulla comunità (anche se non mostra grande varietà di proposte, ma solo di dimensioni), dall’altra parte il pubblico sembra in grandi difficoltà. Le opere pubbliche realizzate in tempi recenti ce ne sono state, anche di importanti (pensiamo al recupero di Palazzo Buonaccorsi o alla nuova galleria delle Fonti) ma sembrano perdere di rilevanza di fronte alle grandi promesse non mantenute relative a piscine e palazzo dello sport. Sembrerebbe dimostrato il vecchio adagio secondo cui l’efficienza del privato è sempre superiore a quella del pubblico.
Ma da un’osservazione un poco più approfondita di quanto detto sinora emerge però un aspetto importante che indebolisce quella affermazione, cioè che tutte quelle tre realizzazioni ascritte ai meriti dell’imprenditoria privata hanno al loro interno una forte componente “pubblica”.
In piazza Pizzarello l’area era di proprietà pubblica ed è stata resa “appetibile” per il privato grazie all’introduzione delle notevoli volumetrie residenziali e commerciali che vi si stanno realizzando.
In via dei Velini, la Società di Trasformazione Urbana “Nuova Via Trento” (di cui il Comune di Macerata è socio, insieme ad altre imprese private) sta realizzando un nuovo edificio residenziale con supermercato al piano terra perché “cede” il tratto di strada che sta realizzando e che unisce via Valenti con via dei Velini.
Stesso discorso per il nuovo supermercato a Santa Lucia: per poter realizzare quella volumetria commerciale il privato ha dovuto “cedere” al Comune di Macerata il terreno adiacente alla strada di scorrimento in cui è prevista la realizzazione di una nuova galleria. In più, sempre in quell’area ma nella parte residua non interessata dalla galleria, il privato doveva realizzare un parco pubblico. Infine era prevista la cessione di un nuovo edificio da adibire a scuola, cessione poi sostituita da interventi di recupero da realizzare nella scuola di via Panfilo.
In tutti e tre gli episodi il pubblico appare come un attore protagonista, capace di orientare lo sviluppo delle attività cittadine.
MaceraTiAmo e alcuni residenti del rione Santa Lucia fecero un ricorso al Tar contro la “Minitematica”.Ricorso che giace oramai da due anni e mezzo negli scaffali del tribunale anconetano.
Leggendo la storia emerge ancora una volta la completa subalternità della gestione del bene pubblico all’interesse privato.
Il racconto inizia con la presentazione di un’osservazione alla proposta della recente variante al Piano Regolatore Generale da parte della proprietà dell’area in questione. Il privato proponeva le cessioni enunciate precedentemente in cambio della possibilità di realizzare nuova volumetria commerciale e un’altra in via Urbino. Nel processo di approvazione di un qualunque strumento urbanistico fare un’osservazione come quella presentata è un modo legittimo per il privato di intervenire, ma se il fine dichiarato della Minitematica era quello di “porre rimedio ad incongruenze ed errori” contenuti nel Piano Regolatore vigente allora quel tipo di osservazione (i cui contenuti evidentemente non correggevano nessun tipo di errore) appariva quantomeno incongrua; tant’è che gli uffici comunali espressero parere negativo sulla sua presa in considerazione. Invece la politica colse degli aspetti che evidentemente dovettero sfuggire agli uffici e la terza commissione consiliare, quella che si occupa di ambiente e territorio, propose al Consiglio Comunale l’accoglimento della domanda. Maggioranza e opposizione erano d’accordo. Interessante leggere le motivazioni che portarono l’allora Sindaco Giorgio Meschini a votare contro l’accoglimento di quella osservazione: “Per dichiarare, anche su mandato della Giunta comunale, il voto contrario rispetto a questo emendamento, nel merito e nel metodo dell’emendamento proposto. Nel metodo perché non riteniamo che questo sia il tema attinente alla variante urbanistica che è all’attenzione del Consiglio comunale”.
L’allora Sindaco si riferiva ad un esborso notevole di risorse e ad una condotta poco limpida da parte del proprietario nella trattativa per la compravendita di quelle aree e, nonostante tutto questo il Consiglio Comunale decise per l’accoglimento. L’area era edificabile e anche la strada per la realizzazione del supermercato.
Siamo arrivati all’apertura del nuovo esercizio commerciale. Con il Comune di Macerata che è diventato proprietario di un’area con tanto di parco pubblico e futura uscita per una remota galleria.
Confrontando l’edificio realizzato e inaugurato con quanto era previsto dall’accordo di cessione e sancito dal nuovo P.R.G., emerge un’incongruenza: la presenza del parcheggio tra il supermercato e la strada di scorrimento, all’interno di un’area di proprietà del Comune.
Qui le argomentazioni che il consigliere Luciano Borgiani utilizzava nei mesi precedenti per giustificare la scelta di quella realizzazione. Tra queste il riconoscimento dell’utilità pubblica che il parcheggio avrebbe avuto nei confronti della vicina Chiesa dei Cappuccini, soprattutto nelle affollate messe della domenica. Non si sa se il parcheggio a cui si riferiva era quello realizzato nell’area comunale. Comunque, probabilmente, sarà stato proprio il Comune a chiedere ai privati di realizzare quell’area di sosta: non crediamo di forzare troppo l’interpretazione se diciamo che quel parcheggio, posto proprio davanti al supermercato e ai suoi ingressi principali, sia l’ulteriore favore al privato, quasi ininfluente per il pubblico (il parcheggio realizzato nei pressi della rotatoria sembra maggiormente rispondente all’esigenza richiamata da Borgiani, anche se i percorsi presenti sono decisamente inidonei a svolgere un collegamento accettabile con la chiesa).
Domanda: quante settimane daremmo ad un imprenditore straniero per scappare dopo aver speso soldi prima senza che professionisti siano riusciti nemmeno a farlo avvicinare alla materializzazione di quella idea che lui aveva in mente? Si parla tanto di libero mercato e di crescita per creare nuova ricchezza ed uscire dalla crisi, ma la mancanza di trasparenza nel comportamento degli attori, pubblici o privati che siano, oltre ad averla determinata ne aggrava la situazione, bloccando l’azione delle energie positive estranee alle solite cricche. Non sarebbe il caso di iniziare a cercare un sistema per redistribuire in maniera equa tra tutti il patrimonio, grande ma non infinito, di cui siamo in possesso?»
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Fortunatamente c’è qualcuno che investe e ci mette i soldi di tasca sua. Investe ancora in questo pantano catto-fascio-comunista che è diventata l’Italia.
Bentornata Maceratiamo, si sentiva la vostra mancanza!
Quasi ovunque in Italia e a Macerata in modo particolare.
sono tornati
incomincia la lunga marcia per le elezioni 2015
Per fortuna che a Macerata esiste l’Università, l’unico ente pubblico che ne restaura e valorizza il patrimonio architettonico. In quest’ultimo decennio la volumetria edile è quasi raddoppiata. Ogni piccolo spazio verde è stato cementificato. Non ne possiamo più, basta!!!
Probabilmente sono invecchiato ma non riesco proprio a comprendere l’interesse pubblico di un centro commerciale in fascia di rispetto stradale inedificabile e un parcheggio pertinenziale su area assoggettata ad esproprio per viabilità di piano e/o verde pubblico
@pigi78, se gli investimenti sono questi sarebbe meglio andassero altrove.
Eppoi, in un periodo di crisi come questo, mi piacerebbe tanto sapere qual’è la provenienza di questi “fondi”…