di Gabriele Censi
L’ennesimo barcone con a bordo 500 migranti è naufragato nei pressi dell’isola dei Conigli, a pochi giorni dalla tragedia di Ragusa. Oltre 90 morti, tra cui anche molte donne e bambini. Il numero delle vittime è destinato drammaticamente ad aumentare. Mentre ad Ancona prendeva la parola il primo dei rappresentanti degli immigrati è arrivata la notizia. Ancora una tragedia della disperazione in mare.
Nel Mediterraneo, che, durante la conferenza nazionale sull’immigrazione della Filctem-Cgil, Delia Nardone, segretaria nazionale, aveva appena definito un cimitero. Poco dopo il segretario della Cgil regionale Roberto Ghiselli dava il triste annuncio alla platea: “Un barcone è affondato con 500 persone a bordo si stanno contando i morti che sono già oltre 80…”
Silenzio e commozione quando Roland Minka, rappresentante sindacale venuto da Padova, ricorda che 10 anni prima sul quel barcone ci poteva essere lui: “Sono fortunato perché ora lavoro in un azienda che tutela i miei diritti e oltre al contratto ho anche una cosa che non ha un valore quantificabile, la dignità. L’integrazione non è facile ma bisogna impegnarsi e combattere le naturali resistenze”. Suscita anche tanti sorrisi quando accenna una frase in perfetto dialetto veneto che contrasta vistosamente con le sue origini della profonda Africa. “Non c’è più Italia senza di noi” si legge su un cartello di una manifestazione in effige. Questa frase viene presa a emblema dell’ incontro organizzato da una federazione sindacale di un settore che ha una percentuale di addetti stranieri superiore al 14% del totale. Più della media nazionale della popolazione attiva che raggiunge il 10%.
“Non è più tollerabile che in Italia, su questa parte più fragile della popolazione, si riversino gli umori più negativi che si traducono nel mancato rispetto dei diritti di cittadinanza e del lavoro. E’ questo il motivo principale per il quale rivendichiamo per tutti il valore del contratto, che unisce e non discrimina nessuno”: così , il segretario generale della Filctem-Cgil Emilio Miceli, intervenendo di fronte alla folta platea di lavoratori e delegati immigrati di settori – chimici, tessili, gomma-plastica, vetro, calzature, concia – “La grave crisi economica non può rappresentare un alibi per nessuno: la partita la vinciamo – ha concluso il suo intervento Miceli – se riusciamo a battere le diseguaglianze e a garantire ad ogni lavoratore un’occupazione dignitosa”: la legge di stabilità in procinto di essere varata dal Governo che ha ottenuto di nuovo la fiducia dal Parlamento, dovrà tenere conto anche di questo”. La Conferenza Filctem-Cgil – che il prossimo anno ha deciso di riconvocarsi a Lampedusa – ha puntato il dito su una delle piaghe della condizione sociale del nostro paese. Le lavoratrici e i lavoratori migranti – è stato detto – pagano gli effetti della crisi in maniera pesante: sono più sfruttati, più sottopagati, più disoccupati. Insomma più irregolari. “La via d’uscita da questo scivolamento inesorabile verso una ulteriore povertà – secondo Vera Lamonica, segretaria confederale Cgil, che ha concluso i lavori dell’assise – va individuata attraverso politiche che affrontino davvero il tema del lavoro e dell’occupazione, e la necessità di avviare – aggiunge la dirigente sindacale chiamando in causa il Governo – una riflessione generale su come intervenire anche dal punto di vista normativo per impedire che cresca ulteriormente il campo dell’economia sommersa e che gli effetti della crisi – ha concluso Lamonica – ci consegnino un paese privo di ogni speranza di futuro positivo”.
Da Ancona a Macerata il coro è unanime: “Tragedie umane come queste sono inaccettabili. Non possiamo permettere che episodi di morte ed orrore continuino nelle acque del Mediterraneo, abbiamo il dovere morale di intervenire – dichiara Giovanni Lattanzi, direttore del GUS Gruppo Umana Solidarietà, organizzazione che da oltre 15 anni si occupa di richiedenti protezione internazionale e rifugiati. E’ per questo che chiediamo al Governo italiano, nel pieno esercizio dei suoi poteri, di rivedere la legislazione in materia di immigrazione ed asilo ed attivare tutti gli strumenti a disposizione per evitare altro dolore. Quello degli sbarchi lungo le nostre coste non è un problema solo italiano ma coinvolge tutti i Paesi europei. Il Governo deve intervenire e farsi subito promotore nei confronti dell’Europa affinché diventi il primo attore per la risoluzione di questo problema. Da 15 anni stiamo facendo la nostra parte al fianco degli immigrati e richiedenti asilo, ma facciamo appello alle istituzioni italiane ed europee – conclude Lattanzi- affinché ci aiutino in questo percorso ed evitare che le coste italiane si trasformino in un cimitero invece che in porta d’ingresso verso l’Europa”.
(GUARDA IL SERVIZIO VIDEO SULLA CONFERENZA DI ANCONA)
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VORREI SOLAMENTE SAPERE . A CHI FANNO COMODO QUESTE STRAGI.
VISTO CHE NOI, NON E’ CHE SIAMO MESSI TANTO BENE………..
CON TUTTTE LE TECNOLOGIE CHE CI SONO OGGI, E’ IMPOSSIBILE CHE VENGONO AVVISTATI SOLAMENTE QUANDO AFFOGANO O SBARCANO A RIVA……………..
QUESTO E’ CIO’ CHE CI FANNO CREDERE, PURTROPPO “PESCE GRANDE MANGIA PESCE PICCOLO”
V E R G O G N A
Riceviamo dal Gus (Gruppo Umana Solidarietà):
Il GUS lancia un appello affinchè ci siano decisioni immediate da parte del Governo e dell’Europa per fermare questa tragedia il mediterraneo non può essere un cimitero ma deve essere la porta dell’Europa . Appena lanciato, sono state subito molte le richieste di adesione degli operatori e dei Volontari ad aderire e promuovere l’appello, (leggi).Da domani il digiuno inizierà con il Presidente del GUS Paolo Bernabucci.
Aiutiamoli nel loro paese cosi non devo fare questo viaggio e non subire umiliazioni di ogni genere… forse la verità è che dopo nessuno ci può speculare sopra.. ecco uno dei motivi per cui vengono con tanta ficilità e vengono in un paese che è quasi ridotto alla miseria e tra un po’ saremo noi ad emigrare
Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno. Insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita.
@ Javier.
Certe cose, come quella di aiutarli a rimanere a casa loro, le dicevamo 50 anni fa, noi che ci interessavamo del Terzo Mondo. Diceva agli Occidentali il poeta senegalese Leopold Sedar Senghor: “Ora dateci con una mano quello che ci avete rubato con l’altra”. Invece, li abbiamo sfruttati con le potenze occidentali e orientali, con le multinazionali di tutto il pianeta e – peggio – abbiamo messo quelle popolazioni in mano a tribali delinquenti, ladri, assassini e criminali. Mobutu, Bokassa, Mugabe, Menghistu, Idi Amin, sono stati dei criminali e dei ladri delle loro tribù. Nyerere era un incapace. Lo stesso Premio Nobel per la Pace Mandela… I suoi figli e i suoi nipoti sono diventati ricchissimi, hanno miniere in Sud Africa e stanno facendo cagnara per l’eredità del padre e nonno, quando passerà a miglior vita.
Ora, siamo stanchi di una Boldrini, di una Kyenge, di una Comunità di S. Egidio, di una Caritas, e perfino di un Papa, che con parole e lacrime ci stanno criminalizzando, come se fossimo noi i colpevoli della situazione di quelle popolazioni tribali che si sono scannate per millenni con lance, frecce, panga e machete, mentre oggi continuano a scannarsi con modernissime armi da fuoco…
Dicano questi Sepolcri Imbiancati chi sono i colpevoli di questa situazione. Facciano nomi e cognomi di governi, di Stati, di personaggi politici africani. Papa Bergoglio ce lo aveva davanti il despota cleptomane e criminale dello Zimbabwe, ex-colonia ricchissima della Rodesia del Sud, ridotta dal despota e dalla ignoranza di una casta tribale ad una povertà spaventosa, insieme alla moglie, chiamata l'”Imelda Marcos dell’Africa”, perchè ha 200 paia di scarpe di Salvatore Ferragamo. Non sapeva Papa Bergoglio che aveva davanti uno che aveva fatto assassinare dalle truppe della Corea del Nord 20.000 uomini donne e bambini della tribù del Matabele che si opponeva al suo potere? Sì, che Papa Bergolio lo sapeva… chi era l’ex-studente gesuita ed ex-marxista Mugabe. Che avrebbe fatto Gesù Cristo se fosse stato al posto suo? Lo avrebbe cacciato dal tempio a calci nel sedere?
Javier, sai cosa non si ha il coraggio di dire? Che il crimine commesso verso quelle popolazioni tribali è stato di aver concesso loro l’indipendenza… Forse sarebbero serviti altri cinquanta anni di colonialismo “illuminato” per preparare una classe politica all’altezza di guidare democraticamente uno Stato. La situazione africana è la sconfitta dei democratici e della stessa Sinistra, che oggi piange i morti affogati…
Il termine ecatombe rimbalza da un titolo all’altro dei giornali. Riflettendo sul significato etimologico di questa parola (vedi http://www.treccani.it/vocabolario/ecatombe/) ciò mi pare molto sintomatico.
«Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo»
(Salvatore Quasimodo)
IL GUS CHIEDE CHE IL MEDITERRANEO DIVENTI LA PORTA DI ENTRATA IN EUROPA????????????????MAGARI LA PORTA D’INGRESSO LA DOVRA’ FARE L’ITALIA VISTO CHE LA SPAGNA HA CHIUSO LE FRONTIERE..
Italiani di memoria corta, che hanno scordato tragedie come il naufragio della sirio del 1906.
Negli states, in quegli anni, eravamo visti peggio dei neri.
Secondo me come al solito si fanno tante chiacchiere inutili.
Questo succede perché i paesi industrializzati e quindi economicamente avanzati con redditi pro-capite elevati non hanno alcun interesse a che le cose cambino.
Chiedete a quanti tra noi sono realmente disposti a dare qualcosa di significativo (non parlo di elemosina) al prossimo.
Quanti sono disposti a privarsi dei propri averi per donarli visto che rispetto a loro viviamo nell’abbondanza ?
Quanti cambierebbero il proprio stile di vita comodo e agiato per il prossimo?
Riflettiamo su questo (me compreso) e abbiamo la risposta.
Purtroppo facciamo parte del regno animale e quindi bestia feroce mangia bestia mite !!!
Riceviamo da Sammy Kunoun, responsabile Anolf-Macerata:
“Assistiamo sgomenti alle immagini di centinaia di cadaveri raccolti in mare, ragazzi,donne e bambini rovesciati in acqua dopo l’incendio scoppiato a bordo di un barcone diretto verso l’Europa. Si tratta di richiedenti asilo,donne e uomini in fuga da guerra e persecuzioni, cosi come gli altri morti in mare nel corso di questi decenni, ormai circa 20.000. E’ormai chiaro che il problema non è solo di leggi da modificare o di impegno dell’ltalia. L’Europa intera ha il dovere,a fronte di questa continua richiesta di aiuto,di far si che chi fugge dalla morte per raggiungere l’Europa, non trovi la morte nel suo camino. Da tempo si chiede che venga aperto a livello europeo,un canale umanitario affinché chi fugge dalla guerra possa chiedere asilo direttamente alle istituzione europee in Libia, in Egitto, in Siria o la dove è necessario (anche presso i consolati o altri uffici) senza doversi imbarcare alimentando il traffico di essere umani e il bollettino dei naufragi. C’è la necessità che l’Europa si faccia veramente carico di evitare queste morti costruendo una presenza diretta che, fin dall’interno dei confini africani, possa raccogliere le richieste di chi chiede protezione per poi accogliere sul suolo europeo ed esaminare qui la sua domanda”.
Allora, vediamo come funziona in Germania, se per caso qualcuno di quei “migranti” decide di entrare. Se non siete cittadini della UE, succede che:
La prima e’ che se non avete un permesso di soggiorno non potete fare nulla, ma proprio nulla. Niente contratti di luce, gas, acqua, niente anmeldung e quindi niente scuola per i figli, il che significa che appena li beccano per la strada e non sono a scuola, i servizi sociali se li prendono. E appena i vostri figli dicono dove abitate e non risulta niente in comune, siete fuori.
Ma non solo: senza anmeldung, non avete krankenkasse. E senza una krankenkasse, gli ospedali vi curano, ma poi vi fatturano direttamente a nome vostro. E se scoprono che non avete anmeldung, e che non siete turisti, e non avete alcun tipo di visto, la polizia si attiva e vi carica su un bel cargo verso casa.
Insomma, se siete cittadini clandestini non trovate niente, ed inesorabilmente dopo pochi mesi ve ne andrete.
Per fare un anmeldung dovete dimostrare di avere di che vivere. Il che significa, essenzialmente, pagare le tasse. Se il finanzamt vi conosce e sa che guadagnate abbastanza da vivere, non avrete problemi.
Se invece non avete redditi e volete registrarvi, iniziano i problemi: dovrete dimostrare di avere di che vivere, ovvero di avere su un conto in banca tedesco abbastanza soldi. A queste condizioni, potete stare. Altrimenti niente permesso di soggiorno, e di conseguenza niente anmeldung, e quindi niente lavoro, e niente contratti, e blabla.
Solo che se provate ad entrare nel “sottobosco” dei “nonesistenti” prima o poi la polizia vi becca. Mediamente, entro 4-5 mesi.
( fonte web )