“Vivere a spreco zero – spiega il professor Andrea Segrè – è un auspicio semplice, un verbo e due parole messe in fila per enunciare una piccola rivoluzione: con Last Minute Market lavoriamo da quindici anni per rintracciare gli equilibri insiti nel sistema, correggendo le dinamiche dello spreco. Spieghiamo come recuperare, anziché disperdere gli eccessi e al tempo stesso coprire le esigenze dei consumatori o delle comunità a basso potere d’acquisto. Una formula economica più che etica, un sistema “win-win” dove vincono tutti”. Di questa e di altre tematiche si parlerà venerdì 10 maggio, alle ore 10, nella Sala Confenze del Cosmari, in località Piane di Chienti a Tolentino, nell’ambito del convegno promosso dallo stesso consorzio e dall’Università di Bologna, Last Minute Market, Legambiente, Slow Food e Coop Adriatica. L’incontro, dal titolo evocativo (“Mettiamo a dieta la pattumiera: comportamenti ecosostenibili ed ecocompatibili”) vedrà tra i relatori proprio il professor Segrè, ordinario di Politica Agraria Internazionale e Comparata all’Università di Bologna, nonché fondatore e presidente dello spin off accademico Last Minute Market.
“In direzione di un orizzonte che abbiamo chiamato, quest’anno, Spreco zero, va anche la nostra campagna europea “Un anno contro lo spreco”, che da alcuni mesi lavora capillarmente sul territorio grazie a uno strumento che si chiama Carta Spreco Zero, sottoscritto da oltre 300 sindaci, promosso con Nordesteuropa Editore. La Carta impegna i primi cittadini a misure concrete di abbattimento degli sprechi sul territorio amministrato: il 30 aprile a Pesaro, in occasione della presentazione dei dati 2012 del progetto provinciale Last Minute Market, la Carta sarà sottoscritta ufficialmente dalle amministrazioni della provincia di Macerata e il 20 maggio saremo a Padova con un grande forum di 1000 sindaci italiani ed europei, in occasione della Green Week 2013. Nel frattempo speriamo di ricevere una risposta anche dalla Commissione europea, in merito alla richiesta – fatta propria dal Parlamento europeo in una Risoluzione 2012 – di proclamare il 2014 Anno europeo contro lo spreco alimentare” conclude Segrè. All’incontro, organizzato per focalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica sullo spreco alimentare, parteciperanno, tra i relatori, Daniele Sparvoli, Presidente del Cosmari, Antonio Pettinari, Presidente della Provincia di Macerata, Francesco Mele, Responsabile Slow Food Italia del programma per la lotta agli sprechi alimentari, Stefano Ciafani, VicePresidente nazionale di Legambiente, e Mattia Fontanella, Responsabile Sviluppo e Innovazione Attività Sociali e di Sistema Coop Adriatica.
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certo…lo spreco è sempre del consumatore,prima perché non si differenziava nulla,ora sono sbagliati i comportamenti e noi paghiamo…e…degli spazzini che mettono la differenziata tutta insieme ne vogliamo parlare?…
Chi vede gli spazzini che ‘sbagliano’ deve fare un’opportuna segnalazione (anche anonima) al gestore del servizio di raccolta dei rifiuti.
se ci fossece un sito dove denunciare con fotografie lo stato di molti contenitori di differenziata e di indifferenziata si vedrebbero tante di quelle porcherie che sarebbe troppo bello pensare che qualcuno abbia veramente desiderio ed interesse di risolvere questi problemi, ormai si sa che si guadagna facendo spazzatura e non togliendo spazzatura…o si inverte il senso di marcia (premi per minor spazzatura) ma come si fa se chi lavora con la spazzatura è più pagato quanto più è tanta e quanto più la si fa girare? Aspettiamo solo che Oslo e stoccolma ce la compri per bruciarla nei loro inceneritori (hanno speso un sacco di soldi per fare gli inceneritori, poi sono stati tanto bravi da ridurre i rifiuti ed ora sono nei guai per mantenere attivo un sistema perdente (inceneritore) sono nei guai…. ma ci insegnano che il rifiuto zero è possibile rimando a Capannori e altri comuni virtuosi (vedi) Chi vuole farcela ce la fa! Ma dipende da chi sta su!
Credo sempre più convintamente che l’approccio definitivo per risolvere il problema dello spreco e far pagare la tarsu direttamente come addizionale sui prodotti acquistati.
Tanto più è difficile smaltirlo, tanto meno è riciclabile, tanto più costa.
A quel punto già sui contenitori degli alimenti (non so voi, ma a me costituiscono un buon 30% del pattume) ci sarebbe una significativa riduzione della produzione dei rifiuti. Ci sono delle merendine (peraltro famose) che su 300 grammi di prodotto, hanno 200 grammi di imballaggio…
Riguardo lo spreco alimentare, invece, dovremmo prendere un altra cosa d’esempio dai paesi nordici: il surgelato. In finlandia ho trovato un assortimento di prodotti surgelati che qui neanche immaginiamo: condimenti monodose, pietanze porzionate, e tutto materiale di ottima qualità. Ad Ancona, comunque, ci sono aziende che producono pesce surgelato di alta qualità… ma vendono principalmente all’estero…