di Filippo Ciccarelli
“Buongiorno. Ho ricevuto l’incarico che ho accettato con riserva secondo le formalità di rito. Sono rimasto sorpreso dalla telefonata ricevuta questa mattina: la situazione è molto difficile, fragile, inedita. Dalle urne non è uscita una maggioranza, sono passati 60 giorni e il Paese sta ancora aspettando un governo. Tutti sappiamo che non può continuare così. Sento la responsabilità più pesante della capacità delle mie spalle di reggerla, ma penso che il Paese abbia bisogno di risposte, soprattutto chi soffre di più, chi ha perso il lavoro, le imprese che chiudono”.
Si è presentato così, nella veste di nuovo presidente del consiglio incaricato, Enrico Letta, vice segretario (dimissionario) del Partito Democratico. Letta era stato indicato come capolista alla Camera sia in Campania che nelle Marche, ma ha optato per l’elezione nella nostra regione, facendo così entrare a Montecitorio Khalid Chaouki. Nel corso del tour elettorale toccò anche la nostra provincia, tenendo due incontri a Macerata e Civitanova lo scorso 28 gennaio (leggi l’articolo). Nell’occasione Letta spiegò di non essere “un paracadutato” né un capolista “finto, come invece è Berlusconi”, ma un politico seriamente legato al territorio marchigiano. “Per le Marche ho in mente due azioni principali: la difesa del lavoro e dell’occupazione, e la realizzazione di infrastrutture come la Fano-Grosseto”. L’esponente del Pd, durante l’incontro con i politici locali tenuto all’Hotel Claudiani, ricordò anche il suo lavoro a fianco della Regione durante il terremoto del 1997. Riferendosi a Macerata, Letta la definì “una delle piccole capitali della cultura italiana. Il Governo Bersani ha tra le sue priorità la rivalutazione della cultura dopo i tagli selvaggi degli anni passati. Ci muoveremo subito anche per le Università e per la ricerca, diremo basta ai tagli senza logica. Se non ci saranno pronti interventi dal primo luglio gli Atenei non saranno in grado di chiudere gli stipendi”.
“La politica ha perso tutta la sua credibilità, lo si è visto in questi mesi e lo si è visto dalla risposta popolare. O si ritrova la credibilità tutti, oppure non c’è possibilità di avere strumenti in grado di risolvere i problemi – ha proseguito Letta – ecco perché metterò grande impegno e motivazione, anche per le riforme costituzionali necessarie per cambiare il bicameralismo paritario che abbiamo, per ridurre il numero dei parlamentari e cambiare la legge elettorale. Questa legge elettorale, diversa per Camera e Senato, ha finito per bloccare tutto: e se anche si rivotasse, probabilmente, non usciremmo dal blocco. Parlerò con tutte le forze presenti in Parlamento. Ma servirà anche un cambiamento in Europa, un’Europa troppo attenta all’austerità. Svolgerò domani le consultazioni alla Camera, e spero nel più breve tempo possibile di tornare dal Presidente della Repubblica a sciogliere definitivamente la riserva. Vorrei poi aggiungere – prosegue Letta – un ringraziamento al Presidente Napolitano. Lui ha reso possibile questo tentativo complesso e difficile, a cui mi dedicherò con tutto il mio impegno: se si riuscirà a fare un governo, lo chiamerei un governo di servizio al Paese. L’Italia ha bisogno di nuova linfa, sarà un impegno di programma molto importante. Mi metto di fronte agli italiani con grande umiltà, senso dei miei limiti ma anche con una determinazione fortissima. Sono onorato – conclude Letta – dalla fiducia del Presidente della Repubblica”.
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Si è riecceso il Forno a Casa Letta, con la preparazione delle oramai famose crostate . Da una parte stà per infornare il nipote Enrico, con l’incarico a Premier, mentre alle prossime dimissioni di Napolitano, sarà giunta a cottura la nomina a Presidente della Repubblica, per il più noto Gianni, braccio destro di Silvio. Nepotismo puro! Il giaguaro è diventato gattopardo. Il popolo bove dei sopravvissuti può aspettare le prossime elezioni.
….. che novità…ringraziamo per l autentico fuoriclasse!
Per le Marche è una buona notizia sicuramente!
Anche se lui è toscano dovrà comunque tenere anche a noi.
Sempre che duri!!! Visto che Brunetta già vuole comandare!!!
Senza l’estirpazione……..la vedo dura!
Insomma questo Letta è un pluriparacadutato come ce n’abbiamo tanti.
……
Oggi, alle ore 13.20, i banchi del Senato del Pdl e della Lega erano vuoti. Si stava discutendo l’informativa per la ricostruzione dell’Abruzzo e dell’Emilia Romagna. Si vede che l’argomento non interessava.
http://www.cadoinpiedi.it/2013/04/24/senato_banchi_pdl_e_lega_vuoti.html
Avete notato?
Il Presidente Napolitano, che ha già toppato con Monti, topperà una seconda volta con Enrico Letta.
E dove ha scovato i toppanti? Li ha scovati nella Trilaterale e nel Gruppo Bilderberg.
Monti è nella Trilaterale e nel Gruppo Bilderberg.
Enrico Letta è nella Trilaterale e nel Gruppo Bilderberg.
Gianni Letta, lo zio probabile Presidente di questa povera Repubblica delle banane, è nel Gruppo Bilderberg.
Stanno, insomma, in quei riconosciuti comitati di affari politici, economici e finanziari che tengono in pugno gli Stati deboli e i loro popoli. In effetti, comandano sul pianeta.
Enrico Letta ha ricevuto i complimenti del segretario di Stato John Kerry, noto per essere in quella combriccola oscura di potenti che fa capo a Skull and Bones, ossia a Teschio e Ossa. Si dice che dalla gioia il giovane Letta sia stitico da due giorni.
Per fortuna, che ci sarà il Movimento 5 Stelle e una buona parte del PD, a fargli da lassativo.
Come mai Giorgio Napolitano impone personaggi del potere come Monti e Enrico Letta che sono nella Trilaterale e nel Gruppo Bilderberg?
Come mai Berlusconi ci ha imposto Napolitano?
Come mai il PD ha votato Napolitano e non Rodotà?
Come mai?
Oltre al nipotato del premierato per completezza dell’inciucio si dovrebbe avere anche la benedizione della chiesa e quindi consiglierei una nomina già istituzionalizzata con tanto di promessa sull’altare alla famiglia Boccia – De Girolamo in tandem, gli darei il ministero del “comunquevadaquisemagnasempre” Mai nella storia c’è stato un momento come questo in cui i cittadini si sono sentiti così impotenti, inutili, interdetti, ignorati, isolati, forse sì, una settantina di anni fa.