Destinare ogni anno l’1% dei profitti alla solidarietà, con una forte attenzione al territorio dove le aziende operano. È l’appello che il patron di Tod’s, Diego Della Valle, lancia agli imprenditori italiani, in un momento “così drammatico e a rischio” per il Paese, di fronte “all’irresponsabilità” della classe politica. “Tod’s parte subito, spero che gli altri miei amici imprenditori, fortunati come me, mi possano seguire – ha detto Della Valle nel corso di una conferenza stampa – è un appello che faccio a chi vuole bene a questo paese e all’Italia che lavora davvero per fare qualcosa che abbia un’efficacia immediata”. “Guardando solo le 40 blue chip di Piazza Affari sono centinaia di milioni di euro che possono essere immessi subito a disposizione del territorio, in pratica – ha osservato – si tratta di fare una finanziaria a modo nostro e che porterebbe risultati immediati”. “Penso a progetti a sostegno del mondo dell’infanzia, degli anziani e dei giovani che entrano nel mondo del lavoro – ha spiegato Della Valle – In questo modo si toccano gli interessi reali delle famiglie, si tratterebbe di enormi risorse che vengono messe subito a disposizione, credo che non sia una soluzione utopica ma realistica, dalla prossima settimana noi come Tods’ cominciamo”. Per quanto riguarda il gruppo marchigiano per il 2013 si tratta di immettere sul territorio qualcosa come 2 milioni di euro circa. Da domani Della Valle chiamerà altri imprenditori per stimolarli su questa iniziativa: “Auspico che assieme a me anche molti altri imprenditori italiani facciano lo stesso domattina – ha detto – io un po’ di nomi li ho in mente, e vedrete che un bel pezzo di Italia lo copriremo e faremo ripartire l’economia reale del Paese. Questi sono fatti veri, parole zero”. “E’ un appello che lancio al mondo del lavoro, al mio mondo, alle aziende ben condotte e fortunate”, ha concluso Della Valle spiegando di non avere ancora parlato con nessuno: “la proposta la faccio oggi”
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… dal momento che venne fatto all’1×1000 per il piu’ grande impero economico che mai sia stato esistito, N.d.M. 😉
Casette, Cascinare, Civitanova arriva DDV
donare in beneficenza l’1 % dei profitti alla solidarietà??? ma perchè non donarne il 60%?? tanto in tutte le fabbriche di scarpe marchigiane, un paio di scarpe costano da 150 Euro in su, come nel suo punto vendita!!!! Ma mi faccia il piacere!!! invece di sparare queste banalità al solo scopo di farsi pubblicità!
la politica, il saper fare della sana politica…. è tutt’altra cosa
Da Capodarco a Matteo Renzi?
Bene Diego,
ti voglio dare un suggerimento al fine di evitare che queste risorse finiscano in un inutile assistenzialismo: perchè non metterle a disposizione, come contributo integrativo, per i progetti che verranno selezionati per la partecipazione al DISTRETTO CULTURALE EVOLUTO della Regione Marche.
Tanti giovani senza un euro potrebbero beneficiare di questa forma di aiuto straordinario e riuscire ad avviare progetti di sviluppo locale caratterizzati da forti componenti culturali e creative capaci di innescare economie con una forte ricaduta territoriale.
Se certe proposte venissero fatte direttamente da Don Vinicio Albanese, padre spirituale di Della Valle, forse verrebbero accolte con disponibilità e vera solidarietà. Chi opera per il bene comune spesso lo fà in silenzio , senza pretendere nulla in cambio. Mentre lo slogan di Della Valle “Solidarietà e Competività”, sembra proprio uno scambio di “Mastellana memoria”. Cesare ,continui a fare le scarpe che ha dimostrato di saper far bene e lasci agli uomini di Dio di fare il resto.
Figuriamoci se il biondo principe azzurro dei nostri imprenditori illuminati poteva mancare un’occasione così propizia per farsi promotore d’un bel raduno di dame di carità, ora aspettiamo solo la torva replica del bieco Marchionne (il cattivo dell’italica favola imprenditoriale).
Quello di Diego Della Valle è un segnale di costruttiva solidarietà ma, come segnale di reale interesse dell’imprenditoria nazionale alle sorti di tante famiglie italiane, Egli dovrebbe invitare le Aziende, grandi (compresa la sua) e medie a riportare tutta la produzione in Italia, soprattutto nel settore manufatturiero, invece di fare la maggiorparte delle lavorazioni all’estero (direttamente o mediante i loro terzisti italiani), e continuare a spacciare i prodotti per MADE IN ITALY . La nostra gente ha bisogno di lavoro e solo questo può far ripartire l’economia reale!
Caro Della Valle, ricordi cosa disse “Buonanima”: “Capire gli Italiani è inutile”.