“Bene sciogliere le Comunità montane,
serve un sistema più snello”

I presidenti Feliciotti, Chiappa e Scaficchia incoraggiano il cambiamento. perplessità dal consigliere Massi: "La proposta come formulata non procura che qualche spicciolo di risparmio"
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feliciotti

Giampiero Feliciotti

 

di Gabriele Censi

La decisione della Giunta regionale che scioglie le Comunità Montane marchigiane istituendo le Unioni Montane (leggi l’articolo) ha riscosso una unanime condivisione dei presidenti che hanno commentato il percorso avviato ieri da Spacca. Giampiero Feliciotti, presidente della Comunità dei Monti Azzurri di San Ginesio nel contempo aggiunge:  “Finalmente la Regione ha partorito e ne sono ben lieto. Sono già due anni che spingo per una sola comunità montana per provincia ora però sembra più che logico superare anche questa visione e andare verso le unioni dei Comuni anche se ritengo il limite di 3000 abitanti troppo  basso,  avrei preferito 5000: è comunque un buon passaggio. Ora si vedrà la capacità  e l’intelligenza dei sindaci, chi più azzarderà sarà certamente il più lungimirante per l’avvenire della sua popolazione. Mi auguro che anche all’interno della Regione si proceda a sfoltire i ranghi di chi controlla queste cose perché , ahimè, sono molto deboli, privi di conoscenza reale delle cose e di scarsa preparazione tecnico-amministrativa. Vale la pena sottolineare che a guidare il nuovo ente dovrà essere un sindaco, quindi è gioco forza che si rendano sin da subito impegnati per arrivare puntuali: credo che il convenzionamento dei servizi con gli attuali enti come capofila sia la soluzione migliore, ed i servizi sociali ne sono un esempio, ma questa fase necessità di un serio e dettagliato approfondimento ed una buona mentalità aziendale per realizzarli al meglio, mi pregio sottolineare come i maggiori ostacoli possano essere individuati proprio nei segretari comunali che già paventano una serie di sedi soppresse a causa delle unioni, ma si vedrà. D’altronde abbiamo aspettato troppo a causa  della scarsa predisposizione e conoscenza della stessa Regione. E’ ora che la politica la faccia chi conosce l’amministrazione pratica dei piccoli comuni e le difficoltà della montagna che ha bisogno di vera attenzione. Se vogliamo far vivere questi territori con il paesaggio che tutti ci invidiano. Altrimenti arriveranno i conquistatori  stranieri che distruggeranno tutto come già avvenuto nella sanità: tanta brava gente ha lasciato terreni ed eredità ai piccoli ospedali dei nostri paesini poi è arrivata la Regione che ha  portato tutto ad Ancona con debiti che ora ancora noi dobbiamo pagare. Sarebbe ora che Spacca invece di girare il mondo girasse i paesini nostri ma non come fece ad Acquacanina con la Giunta… tante lodi e impegni ma lasciò al povero sindaco 3000 euro da pagare!  Resta il giudizio positivo per la decisione della Giunta ma con l’avvertenza che ad ogni nuovo compito che ci viene attribuito devono corrispondere i mezzi per reperire le risorse.”

Gian Luca Chiappa, presidente della Comunità Montana di San Severino

Gian Luca Chiappa, presidente della Comunità Montana di San Severino

Gian Luca Chiappa, presidente della Comunità Montana di San Severino accoglie con piena soddisfazione la decisione della Giunta che va nella direzione  della semplificazione amministrativa e dell’incentivo alle unioni dei comuni. “Da soli non andiamo più da nessuna parte, con un sistema più snello e investimenti nella aree montane si intraprende la strada giusta. Il percorso è stato condiviso anche in sede Unci, ormai non è più tempo di contrapposizioni tra territori, bisogna salvaguardare le realtà dei piccoli comuni ma si può fare solo contenendo i costi con i servizi associati” 

Anche Sauro Scaficchia, presidente della Comunità Montana di Camerino, giudica positivamente la decisione che di fatto conferma la necessità di un ente intermedio, l’Unione Montana. “Già con la legge 18 del  2008 la Regione aveva riconosciuto questa esigenza e ora lo conferma seppure con la necessaria razionalizzazione derivante dalla spending review e le conseguenti diminuzioni di risorse per l’apparato amministrativo. Le risorse europee non possono certo essere intercettate dai nostri piccoli comuni che debbono essere sempre più in rete. Ora bisogna che cambi la visione della montagna, non è il luogo delle gite domenicali ma una risorsa. Solo con un nuovo sviluppo, non certo industriale ma ad esempio con il rilancio della zootecnia, si fanno tornare i giovani e si sostengono servizi sociali e sanitari per i più anziani”.

Francesco Massi

Francesco Massi

Sul tema interviene anche il capogruppo del Pdl in Regione Francesco Massi: «La proposta di legge per la soppressione delle Comunità Montane approvata dalla Giunta arriverà presto nella 1° Commissione e poi in Consiglio Regionale. Preannuncio, da subito, una serie di emendamenti per rettificare un testo che realizza qualche spicciolo di risparmio senza garantire un sostegno razionale ai territori montani che costituiscono la fascia più debole di tutto il territorio marchigiano. Il testo della Giunta presenta carenze di analisi e soprattutto è privo di ogni strategia di incentivo e di sviluppo per il futuro delle aree montane. Innanzitutto manca una definizione risolutrice sulla vera identificazione dei territori montani. Si pone il limite dei 3.000 abitanti per sollecitare i Comuni a costituire le unioni e quindi a gestire i servizi in forma associata. Tale limite di 3.000 abitanti è troppo basso e determinerà un frazionamento ed una grande dispersione organizzativa: il rischio è che gli attuali 98 Comuni che fanno parte delle Comunità Montane diano vita a 15/20 unioni. Tale risultato, molto probabile, comporterà lo “spezzettamento” della programmazione e del sostegno alle Zone Montane. Poiché l’attuale costo di 4 milioni che la Regione affronta ogni anno per le Comunità Montane sarà diminuito di pochissimo (infatti rimango le spese del personale e quelle per i mutui, come onestamente ammesso anche dall’Assessore Canzian) mi chiedo quali saranno le risorse che la Regione indirizzerà per sostenere ed incentivare le nuove unioni dei comuni. Come opposizione cercheremo di modificare tale proposta che, almeno in questi termini, rischia di dare un colpo mortale alle popolazioni e alle zone più deboli delle Marche. Non siamo per difendere gli apparati, ma vogliamo creare unione dei comuni tra i Comuni veramente montani, eliminando gli sprechi e definendo risorse certe per lo sviluppo.



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