di Alessandra Pierini
Il tempo dell’opera lirica scorre ad un ritmo diverso da quello della politica: è evidente nella gestione della stagione allo Sferisterio di Macerata. Lo scorso 12 agosto le luci sul palco si sono spente ed è calato il sipario sulla 48ma edizione del Macerata Opera Festival, archiviata come quella dei record grazie alle presenze e all’incasso , superiori a tutte le aspettative (leggi l’articolo). Da record anche il fatto che Francesco Micheli, confermato direttore artistico per i prossimi tre anni, ha annunciato i titoli delle stagioni dal 2013 al 2015: un vero colpo di scena se si pensa che l’anno precedente il cartellone è stato annunciato a gennaio. Quindi, bisogna dirlo, questa volta lo Sferisterio era riuscito a mettere da parte un notevole e prezioso vantaggio che poteva essere utilizzato per lavorare in modo più attento e preciso, per conquistare fette di pubblico rimaste escluse lo scorso anno e per valorizzare, in un anno difficile, una delle poche cose che a Macerata nel 2012, è innegabile, ha funzionato. Purtroppo, invece, ci ritroviamo punto e da capo: siamo nuovamente a novembre, “Mò vene Natale” direbbe Renato Carosone e si fa fatica anche semplicemente a decidere il giorno adatto per una riunione del CdA, figuriamoci il destino delle scelte importanti.
Mentre il sindaco Romano Carancini lotta con il bilancio e con la sua maggioranza e il presidente Antonio Pettinari segue da vicino le sorti della Provincia di Macerata che potrebbe lasciare l’associazione orfana di uno dei due soci, intanto che lo Sferisterio, il monumento si intende, è abbandonato al maltempo e alle intemperie e gode di piccole manutenzione solo grazie allo sciopero degli operai (leggi l’articolo), altre realtà si muovono. Così ad esempio, secondo rumors insistenti, il direttore generale del Macerata Opera Festival Luciano Messi troverà un ruolo di spicco all’interno del teatro delle Muse di Ancona dove Alessio Vlad non è ancora stato confermato per la prossima stagione. Un importante riconoscimento per Luciano Messi che è anche membro direttivo del consorzio Marche Spettacoli e che, secondo i bene informati, non ha nessuna intenzione di lasciarsi scappare l’occasione e avrebbe già accettato un incarico. Questo non vuol dire che lascerà lo Sferisterio ma è vero che questo clima di costante incertezza e i continui rinvii delle decisioni non potranno che incentivare la ricerca di strade alternative da parte di quei soggetti capaci e meritevoli che si sono finora dedicati all’Arena.
Altra incognita che incombe sul futuro del Macerata Opera Festival è la soppressione della Provincia di Macerata e l’accorpamento con Fermo e Ascoli. Perdere uno dei due soci, renderebbe lo Sferisterio claudicante e anche il bilancio ne risentirebbe in maniera significativa. Torna quindi in auge e con grande urgenza il discorso del nuovo statuto che ormai anche i più tenaci Bruno Mandrelli (Pd) e Riccardo Sacchi (Pdl) sembrano aver abbandonato di fronte alla disarmante scarsa attenzione delle parti chiamate in causa, come anche la questione della forma giuridica più adatta ad un teatro di opera (tra le ipotesi quella della Fondazione).
Tanti elementi che possono decretare il successo o il fallimento di un teatro come lo Sferisterio che in un momento di crisi può rappresentare una ricchezza sulla quale investire.
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Tira una brutta aria senza aiuto della provincia per il MOF… meglio andarsene dalla barca che affonda…
prima di andare ci presenta almeno il bilancio 2012???? 🙂
Ricordo che anche lo stesso Orazi, con qualifiche e incarichi diversi e pur continuando a lavorare a Macerata, accettò un incarico nel momento in cui il Teatro delle Muse riaprì dopo il bombardamento del 1944. Non ci furono all’epoca scene di sgomento e di disperazione…
E comunque, politica o meno, “è il mercato bellezza, e tu non puoi farci niente”.
Che certi soggetti vengano premiati in questo modo, è tipico dell’Italia in particolare nel settore cultura, uno dei più loschi in questo paese dove vanno avanti so lo per conoscenze e immeriti. Ma Luciano Messi non è lo stesso che è stato a fianco negli anni del direttore Pizzi? Anni bui e di bilanci neri? Se ce da dare un premio, un incarico alle Muse, questo andrebbe solo ed esclusivamente a Micheli, mente, artefice, ideatore, del successo della stagione scorsa. Gli altri solo parole!!!
Luciano Messi è una persona sinceramente dedita al proprio lavoro, e come tutte le persone che amano il proprio mestiere guarda giustamente in avanti, il che non implica necessariamente – per chiosare il commento un po’ infamante di Libero – che la spinta per proiettarsi in avanti gli venga data da altri. Personalmente non mi sembra un uomo che necessiti di propaganda, né si può dire di lui che sia affamato di visibilità come tanti istrioni poco qualificati che oggigiorno circolano un po’ dappertutto, e non solo nel campo della produzione culturale. Tengo a precisare che sono un giovane laureato che con Luciano Messi ha avuto occasione di collaborare (anche se indirettamente) in più di un’occasione, svolgendo uno stage presso l’Associazione, e che la mia attestazione di stima nei confronti di Luciano Messi è per l’uomo prima che per la figura professionale. Non mi è capitato spesso di incontrare persone come Luciano in cui abbia visto insieme umiltà e bravura. Basta con quest’ossessione per i titoli, le poltrone, i guadagni: apprezziamo piuttosto gli ormai rari esempi di professionalità dai quali è bene, specie se si è ancora giovani come me, e ancor più in tempi bui (non solo per i soldi che mancano) come questi, imparare qualcosa. Chi se ne importa dei soldi. Ancor meno dovrebbero essere oggetto di polemica se sono guadagnati meritatatamente. Auguri sinceri a Luciano Messi. Ad maiora.
Si può parlare male della politica o di qualsiasi altra cosa si voglia, ma mai si può dir male delle cose visibili e tangibili. Credo che negli scorsi anni la politica, o meglio la volontà, di affidare l’organizzazione a nomi altisonanti provenienti da fuori del nostro territorio (chissà perchè !!! ve lo siete mai domandati? ) non abbia appagato le aspettative, mentre l’ultima stagione che si è conclusa ha evidenziato che non sono i nomi che fanno la differenza, ma le capacità. L’ultima edizione mi sembra che abbia raccolto molti encomi; certo, ci possono essere delle critiche, e ci saranno sempre, ma nel complesso ho letto (ed in parte visto di persona) molti aspetti positivi. Però ora siamo ad una svolta, proprio per il lento avvio verso la soppressione di Macerata capoluogo di provincia (anche se io mi auguro ancora di no). La fuga (anche se si scrive parziale, ma io credo che è meglio fare una cosa bene che due smezzate, quindi sarà una fuga totale) dicevo, una fuga del D.G. Messi dà una avvisaglia della condizione precaria della manifestazione, dato che si troverà due dei tre soggetti in difficoltà: il Comune di MC per il prosciugamento delle casse comunali che si sta ripercuotendo anche in consiglio, e della Provincia in quanto, scomparendo come soggetto giuridico, non potrà più partecipare attivamente (e non credo che l’eventualità di Fermo o Ascoli capoluoghi facciano pendere la principalità dell’azione sponsorizzativa per lo Sferisterio, bensì per i loro scopi campanilistici).
Queste sono soltanto le prime avvisaglie di quanto accadrà dalla soppressione della Provincia di Macerata per i maceratesi o, comunque, per quelli che rimarranno nella cosiddetta Provincia Marche Sud (e non succederà tanto di meglio per chi vorrà andare nell’anconetano, soppressi come è stato sempre dalla egemonia di Ancona capoluogo di Regione). Prima di fare soppressioni o sconclusionate opere di taglio, era meglio riorganizzare tutta la politica, dal Senato ai comuni, nessuno escluso; invece si è cercato di fare un’azione a furor di popolo, che talvolta è accecato dalla volontà di colpire sparando nel mucchio.