Sono ore fondamentali per la Provincia di Macerata. Nel pomeriggio si riunirà la Commissione regionale che dovrà decidere se accogliere la proposta del Consiglio delle autonomie locali che prevede di passare da cinque a quattro Province.
Le fermane Ortenzi (Pd) e Romagnoli (Fli) e dell’ascolano Perazzoli (Pd), infatti, voteranno contro la discussione del parere del Cal in aula. Invece sono favorevoli i maceratesi Massi (Pdl) e Marangoni (Popolo e Territorio) e il pesarese Traversini (Pd). Si troverà a fare l’ago della bilancia Paola Giorgi dell’Idv. La sua decisione è destinata ad incidere pesantemente anche nelle dinamiche interne al partito. L’assessore provinciale e segretario Idv Giovanni Torresi e iconsiglieri provinciali Giacomino Piergentili e Vania Longhi che minacciano l’uscita dal partito in caso di voto contrario alla discussione.
«In qualità di amministratori dell’Italia dei Valori della Provincia di Macerata che hanno raccolto le firme finalizzate al referendum che prevedeva l’abolizione di tutte le Province, pur non dissentendo ad oggi su questa linea, ma dissentendo dal Governo che ha, invece, previsto il riordino delle stesse con secchi tagli lineari, la Commissione del Consiglio regionale, oggi dovrà esprimersi sulla proposta del CAL Marche in merito al riordino delle Province ed assumerà una decisione fondamentale per la salvaguardia delle identità territoriali della nostra regione e per la stessa sopravvivenza della provincia di Macerata e di quanto essa storicamente rappresenta anche sul piano sociale ed economico.
Nella nostra qualità di rappresentanti dell’IDV in Provincia di Macerata auspichiamo caldamente una decisa presa di posizione della vice presidente del Consiglio regionale, Paola Giorgi, il cui voto in Commissione può risultare decisivo affinché la proposta del CAL Marche possa giungere alla discussione in Aula con un parere favorevole anche se preso a maggioranza.
La proposta del CAL Marche, a cui la Regione aveva annunciato di volersi rimettere, prevede una richiesta al Governo di riordino del territorio marchigiano su quattro ambiti provinciali. I motivi a sostegno di tale proposta sono già noti e sono stati fatti propri dal CAL il 1° ottobre a larga maggioranza.
Noi amministratori provinciali dell’IDV confidiamo molto nel responsabile voto dei nostri rappresentati in tutti gli organi della Regione ad iniziare dalla odierna seduta della Commissione consiliare. Qualora il nostro auspicio dovesse rimanere inascoltato non esiteremo a prendere unanimemente le decisioni più opportune, non esclusa l’uscita dal partito».
***
L’Assemblea legislativa delle Marche ha deciso, in apertura della seduta odierna, di rinviare l’esame delle pdl riunite in un unico testo sugli impianti a biogas e biomasse. A chiedere il rinvio il vice presidente della giunta Paolo Petrini per l’assenza del governatore Spacca, oggi a Bruxelles. La richiesta è passata con 17 voti a favore, 15 contrari e 3 astenuti, sancendo anche in questo caso una spaccatura nell’Idv.
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ma che te capisci tu de politica!!
Si dimette il presidente della Provincia di Milano
Lasciano Podestà (Milano), Cesaro (Napoli), Armosino (Asti) e Simonetti (Biella). Stanno scadendo i termini di incompatibilità con la carica da parlamentari
Sergio Rame – Mar, 09/10/2012 – 14:20
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Una raffica di dimissioni. Uno dopo l’altro stanno facendo un passo indietro numerosi presidenti di Provincia.
Il presidente della Provincia Guido Podestà
E tutti a ridosso della scadenza, prevista per legge, di scelta tra l’incarico nell’ente locale e la (attuale o futura) poltrona in parlamento. Così, questa mattina, a presentare la lettera di dimissioni sono stati Guido Podestà (Milano), Luigi Cesaro (Napoli), Maria Teresa Armosino (Asti) e Roberto Simonetti (Biella).
Un protesta durissima contro i tagli (pesantissimi) fatti dal governo Monti. Un grido d’allarme per gli enti locali che protestano contro la mancanza di fondi per il territorio. Da Asti a Milano, le accuse mosse dai presidenti di Provincia sono sempre le stesse. A quanto si apprende da ambienti di Palazzo Isimbardi, la decisione di Guido Podestà di fare un passo indietro sarebbe, infatti, stata dettata dalla volontà di dare una “sferzata al governo” per denunciare i tagli all’istituzione imposti dalla spending review avviata dallo stesso esecutivo. C’è chi ipotizza che il suo gesto sia un modo per protestare contro i tagli alle Province (e quindi che si tratti di una provocazione) e chi, nel futuro di Podestà, vede una candidatura alle prossime elezioni politiche. Per essere candidabili al Parlamento, infatti, i presidenti di Provincia devono lasciare il loro incarico almeno sei mesi prima delle elezioni.
Anche il presidente della Provincia di Asti, Maria Teresa Armosino, ha deciso di fare un passo indietro denunciando l’impossibilità di “far valere le ragioni del territorio”. Nella lettera inviata ai consiglieri provinciali l’esponente del Pdl ha ricordato che “le ultime disposizioni normative porteranno alla soppressione della Provincia di Asti e che i recenti tagli dei trasferimenti statali causeranno all’ente uno squilibrio di bilancio, nonostante l’amministrazione abbia, sin dal suo insediamento, attivato le operazioni volte alla riduzione delle spese e la gestione risulti corretta, trasparente e in linea con le previsioni di bilancio”. La Armosino, eletta nel 2008 al ballottaggio con il 58% dei voti e tuttora parlamentare del Pdl, ha duramente criticato il decreto “salva enti” (in via di pubblicazione sulla Gazzetta) Ufficiale provocherà “l’inevitabile e incolpevole dissesto delle Province”. “Il riordino non tiene conto delle funzioni e dei servizi svolti dalla Provincia, nè dell’impoverimento del territorio astigiano conseguente alla perdita della circoscrizione provinciale quale sede di molte istituzioni statali”, ha concluso assicurando comunque la prosecuzione del proprio impegno in parlamento.
Firmando la lettera di dimissioni dall’incarico, il presidente della Provincia di Biella,Roberto Simonetti, ha elencato le difficoltà seguite ai tagli di risorse e le nuove norme sul riordino delle Province. Simonetti, che attualmente è parlamentare della Lega Nord, ha anche sottolineato che la cancellazione della Provincia di Biella voluta dal governo Monti, “i dati drammatici del suo bilancio a causa dei tagli subiti ai trasferimenti erariali, la legge sull’ineleggibilità e la necessità del Biellese di essere rappresentato all’esterno dei propri confini”, lo hanno spinto a rassegnare le dimissioni. Un atto che l’esponente del Carroccio ha definito “necessario” per poter proseguire l’attività politica ed istituzionale di rappresentanza concreta del territorio.
Una scelta diversa è stata, invece, fatta dal presidente della Provincia di Pesaro-Urbino Matteo Ricci che, questa mattina, ha convocato una conferenza stampa per annunciare l’indisponibilità a candidarsi alle prossime elezioni. Commentando la rinuncia a correre per la Camera, l’esponente del Pd ha spiegato che la sua è una scelta “rivoluzionaria visti i tempi”. Non ci saranno, invece, dimissioni da protocollare per il presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro che intende ripresentarsi alle prossime elezioni politiche. La strada scelta per lasciare l’incarico è una mozione presentata in un consiglio provinciale convocato d’urgenza per dichiararlo decaduto. Ieri, invece, era stata la volta del sindaco di Avellino, Giuseppe Galasso, che si è dimesso per potersi candidare con il Pd alle elezioni politiche della prossima primavera. “Lascio con la convinzione di aver rispettato e realizzato in anticipo il programma presentato agli avellinesi”, ha spiegato.
Ecco, spaccatevi pure voi! E su che? Sulle poltrone, tanto per cambiare. Bravi bravi, continuate tutti così. Vedrete a primavera che bel polverone vi combiniamo…
Abbè, siamo messi in buone mani vedo… :/
confidiamo nella buona volontà del popolo sovrano di lasciarli definitivamente a casa.
La provincia di Fermo? non vi sembra una cosa un po’ ridicola? Quanto ci costa? Se vogliamo che esista non possiamo lamentarci che ci siano i tagli sulla scuola, sulla sanità, ecc.
Gli esponenti del partito Torresi, Piergentili e Longhi minacciano di uscire dal partito se la vice presidente dell’assemblea legislativa voterà contro la discussione del parere del Cal. Giorgi (Idv): “Mi farò carico di portare la proposta del Cal ma poi voterò no nel rispetto della linea nazionale del partito”. Un partito idv guidato a livello regionale da Favia e Giorgi completamente in contraddizione con la base, anche quando votarono per il rigassificatore di Falconara. Vorrò vedere se saranno coerenti Torresi, Piergentili e Longhi e passeranno dalle minacce ai fatti vista la loro incoerenza passata in cui si dice ma non si fa. È ora di dimostrare che Favia e Giorgi rappresentano solo se stessi e i loro raccomandati.
Oh, Filippo!
A me la Giorgi m’attizza, politicamente s’intende. Perchè più di lì non vado.
Mi consigli di votarla alle prossime elezioni, oppure dovrò votare il Five Stars Movement?