di Gabor Bonifazi
Dopo il vento di Bora che ieri ha costretto Annito ad ammainare la storica tenda a strisce all’ingresso del balneare è arrivato puntuale quel vento dell’Est detto anche Guarniero a spazzar via le ultime nubi di quel cielo in tempesta. Approfittando del cielo terso e del mare mosso che continua imperterrito la sua operazione di erosione soprattutto delle spiagge libere, un gruppetto di pie donne bagnanti è andato in pellegrinaggio in quel di Loreto per espiare probabilmente gli ultimi peccati di gola. Nonostante stamani nessun battello sia uscito dal porticciolo di Castelnuovo per salpare le reti, i ristorantini registrano una buona presenza anche perché è arrivato il momento degli arrivederci tra i componenti delle varie comunità di villeggianti che hanno fraternizzato in spiaggia sotto gli ombrelloni. Come da consuetudine si parla di mangiare, dei prodotti tipici, delle sagre, dei mercatini, delle feste e delle fiere, si scambiano le ricette e gli indirizzi per incontri che non avverranno mai.
Una certa integrazione del villeggiante con la popolazione locale avviene attraverso le varie manifestazioni. Un frammisto di valore di uso e di scambio non può che avvenire con manifestazioni culturali, effimere spettacolazioni nei dintorni del Castello Svevo o ancora più facilmente attraverso quelle mangerecce servite nel cortile della scuola elementare quali “Sardò a scattadetu” proposti dai pescatori o Cozze in tutte le salse dal Cozzaro Nero o ancora le vongole dal Sel. Tuttavia anche a questa bella estate sembra mancare quel clima di festa praticato con vigore dagli sportivi amanti del mare: pesca, nuoto e voga. Sembrano del tutto scomparsi i grandi nuotatori come pure i grandi vogatori e gli amici pescatori. Stiamo forse sul punto di perdere il misterioso e freudiano rapporto ravvicinato con il mare? Sembrerebbe proprio di sì, visto che ora il pigro villeggiate preferisce il bagno di sole per l’abbronzatura perenne e il lungomare per marce forzate alla ricerca della linea perduta. Ecco perché ci piace segnalare come è cambiato il costume attraverso la testimonianza documentata con una piccola foto del 1944 gentilmente concessa da un grosso professionista di Recanati che vuole mantenere l’incognito, l’ultimo grande nuotatore del balneare che io conosca: “Arrivavo con mia madre e mio fratello alle 10 in spiaggia in pigiama, alle 10:15 il bagno, poi la merenda con una pesca ed infine ritornavamo dalle suore”.
Altro racconto interessante è quello del dottor Carlo Guidarelli, un altro grande amante del mare: “Mio padre mi ha regalato questo moscone quando avevo quindici anni, proprio come suo padre aveva fatto con lui”. Certo tante attività relative alla voga e alla pesca le hanno complicate le leggi e pertanto ci piace segnalare che anche l’avvocato Franco Coppi è un grande amante del mare in quanto ha una piccola ed elegante barca di mogano nei pressi della Fiumarella. Una barca realizzata da artigiani locali e quando il mare lo consente l’avvocato romano si lascia cullare solca le onde verso il Conero tra le urla dei gabbiani. Ai cortesi lettori, come si scriveva agli inizi del ‘900 consiglio ”L’ombra del massaggiatore nero”, un libro pieno di miti di Charles Sprawson, un’antologia di scritti dedicati al nuoto dai più grandi scrittori di tutti i tempi: Omero, Fitzgerald, Byron, Goethe, Poe, Mishima e altri. Storie di campioni di nuoto che, controcorrente, a furia di sfidare l’amore per la vita avevano finito per trovare una vorticosa morte.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Concordo con quanto da Gabor e’ stato scritto; anzi e purtroppo mi sento anche di dover rincarare la dose in merito al cambiamento del bagnante frequentatore del lido Portorecanatese. Il superaffollamento delle spiagge secondario alla cementificazione massiva ha condotto a necessarie misure restrittive per le quali in spiaggia non e’ possibile fare praticamente nulla, basta leggere le ordinanze della capitaneria di porto, i regolamenti di spiaggia esposti presso ogni balneare, riassumibili in un chiarissimo “vietato tutto”.
I bambini piu’ fortunati dispongono di piccolissime superfici dedicate al gioco (beach volley in genere) perennemente occupate dai piu’ grandi. Alcuni balneari non ne dispongono affatto; dopo il bagno non rimane molto da fare.
Parallelamente comunque si e’ verificato un adattamento passivo del bagnante che si “accontenta ” della tintarella permanente, in carenza di stimoli fisici quali il richiamo del mare, dell’acqua ( sopra o sotto la stessa ), del piacere di una bella remata, nuotata e quant’altro.
Per concludere infine quanto sopra scritto (ahime’) e’ solo una fedele riproduzione di quanto accade anche ( mutatis mutandis ) in situazioni piu’ cittadine .
@ Pentax61
Una vita vera! Appropriarsi del mare, custodirlo, riversarci dentro l’anima, accettarlo e amarlo come fosse l’unica cosa che conta ed esiste!
(J. KERUAC, Il mare è mio fratello, Oscar Mondadori, Milano, 2012.)