Ormai da oltre vent’anni le Bandiere Blu sono medaglie al valore che le “migliori” località balneari sono autorizzate ad appuntarsi sul petto come garanzia di “sostenibilità ambientale” del mare, delle spiagge, degli spazi e dei servizi. Lanciata su scala mondiale da un paio di agenzie Onu, questa specie di concorso a premi è poi gestito ai vari livelli nazionali e in Italia accade che l’ambitissimo trofeo venga assegnato – mi si perdoni l’iperbole – al novantanove virgola nove per cento dei concorrenti. In base a quali criteri? Soprattutto – anzi, esclusivamente – per le caratteristiche organolettiche dell’acqua in cui tuffarsi. E allora, mentre in teoria l’espressione “sostenibilità ambientale” dovrebbe riguardare molti altri criteri, in pratica accade che per potersi fregiare di questo vessillo è sufficiente che i bagnanti non rischino, nuotando, di morire avvelenati.
Tutto il resto – pulizia degli arenili, efficienza degli stabilimenti, numero delle cabine, distanza fra gli ombrelloni, attrezzature igieniche, purezza dell’aria che si respira, disciplina della motonautica e del wind surfing – è un optional. Per cui, alla fine, questa specie di onorificenza è alla portata di qualsiasi località, ossia di qualsiasi sindaco, assessore comunale o associazione alberghiera in grado di far udire la propria voce in sedi più o meno politiche.
E lo dimostra che ad eccezione di brevissimi tratti occupati da pestilenziali raffinerie di petrolio o inquinati da foci di fiumiciattoli vomitanti scarichi industriali e detersivi domestici, il litorale delle Marche è tutto un garrire di Bandiere Blu. E la provincia di Macerata? Ne ha solo tre, ma ciò dipende dalla fatale circostanza che le nostre località balneari sono, per l’appunto, solo tre: Civitanova, Porto Recanati e Porto Potenza.
Ma da qualche tempo, pur senza il forte sostegno mediatico di cui godono le poco probanti Bandiere Blu, sta prendendo piede un’altra iniziativa finalizzata anch’essa alla promozione turistica: il Club “I borghi più belli”, nato su impulso dell’apposita consulta dell’Anci, l’associazione nazionale dei comuni. Individuarli e segnalarli – questa è l’intenzione – risponde all’esigenza di valorizzare il patrimonio di storia, arte, cultura, ambiente e tradizioni presente in quei centri che sono emarginati dal grande flusso dei turisti. E qual è il criterio seguito? Soltanto uno: la bellezza. Un criterio che però ne contiene molti, fra cui, scusate se è poco, la qualità della vita. Un criterio che, malgrado fatichi a far breccia nella mentalità e nella sensibilità di tanti amministratori locali, è, per l’Italia, la miglior carta da giocare per lo sviluppo del turismo straniero e che, ponendo un freno ai guasti della cementificazione selvaggia e di un dissennato uso del territorio, riguarda pure il benessere di noi residenti.
Perché ne parlo? Anzitutto perché i centri prescelti da questo Club sono 208 in tutto e ben 18 di essi si trovano nelle Marche, il che, considerando le modeste dimensioni territoriali della nostra regione, è quasi un primato nazionale. E poi perché, di questi 18, ben 10 sono maceratesi: Cingoli, Esanatoglia, Matelica, Montecassiano, Montecosaro, Montelupone, San Ginesio, Sarnano, Treia e Visso. E questo è certamente un doppio primato: nazionale e regionale. E domenica prossima, stavolta su iniziativa del Touring Club, si terrà a San Ginesio la manifestazione delle cosiddette Bandiere Arancione, che riguardano il marchio di “qualità turistica e ambientale” attribuito, fra 191 centri italiani, a 7 della nostra provincia: Camerino, Montecassiano, Montelupone, Pievebovigliana, San Ginesio, Sarnano, Urbisaglia.
Può darsi, intendiamoci, che i criteri di tali scelte non siano così oggettivi come dovrebbero essere (la parola “bellezza”, del resto, si presta a un’infinità di interpretazioni) e può darsi che quei 18 o quei 7 sarebbero dovuti essere di meno o di più (mi chiedo, ad esempio, perché non siano entrati nel primo gruppo San Severino e Urbisaglia, e nel secondo Treia e Visso). Ma resta il fatto che il Maceratese continua a far parlare di sé ben oltre i propri confini e ci riesce proprio per la bellezza dei paesaggi, dei monumenti, delle testimonianze d’arte e di cultura. E’ un grande e prezioso tesoro, questo, un tesoro che avrà un peso sempre maggior nel futuro del mondo. Ricordiamocelo e cerchiamo di proteggerlo dall’invasione dei supermercati.
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Forse il bravo Dott. Liuti non
che sta per nascere un altra promozione turistica
” la provincia con il maggior numero
di centri commerciali e supermercati in rapporto alla popolazione ”
Una soffiata dice che ce la stiamo battendo con quella di Milano ..
@ Giancarlo Liuti
Un sigaro toscano, un titolo di cavaliere, un piatto di polenta e una bandierina non si negano mai a nessuno!
Nel 2000 la “Bandiera Arancione” non venne concessa a Treja in quanto la torre dell’acqua (serbatoio di accumulo e riserva dell’acqua) deturpava lo skyline. La bandiera del TCI non venne concessa a San Severino per il numero eccessivo degli abitanti poiché le bandiere andavano concesse ai comuni piccoli. Tuttavia, dopo aver rilevato che la Regione (Assessorato al Turismo!) aveva un grande potere nell’assegnazione di tali effimere onorificenze ad usum delphini, mi dimisi da console del Touring della Provincia di Macerata.
L’italiano crede che tutto quanto di bello si possa fare in Italia sia stato fatto, una volta ed una volta per tutte, nel passato remoto -e spesso mitologico- del paese. E che nulla, nulla di quanto si possa fare oggi possa mai competere. Questa adorazione delle antiche reliquie e’ , molto semplicemente, la morte di qualsiasi volonta’ di costruire un futuro. Il futuro lo hanno costruito i padri mitici del paese, e di quello bisogna accontentarsi………
Parlando da maceratese, ed esprimendo quindi una considerazione del tutto personale basata su quello che vedo, credo che Macerata sia piuttosto bruttina sotto molto aspetti e mediocre in altri. Ma la sua provincia è qualcosa di veramente stupefacente: poche regioni al mondo godono di una tale “bellezza” storico/paesaggistica/naturalistica, un’alta qualità della vita e un clima invidiabile.
Un potenziale turistico elevatissimo, se non fosse che non siamo proprio bravi a mostrare al mondo quello che abbiamo.
Il turismo, se sostenibile, sarà la salvezza delle generazioni future.
Parole sante dottor Liuti!!! Queste bandiere blu ormai fanno ridere ai polli!!! Le vere bellezze della nostra provincia non sono certo le spiagge ma i tanti piccoli centri dell’entroterra e speriamo che iniziative come quella di domenica nella fantastica Sanginesio serviranno a valorizzarli!!!
@ Ipno
Macerata, nonostante la recente caotica espansione a macchia d’olio e seppur trasandata, è una bellissima “perla irregolare”. Tuttavia ritengo che manchi completamenta di esempi di architettura moderna di qualità. Infatti le ultime opere decenti sono ascrivibili alla progettazione dell’architetto Alfredo Lambertucci: la chiesa di San Gabriele dell’Addolorata in contrada Mozzavinci (1953), il quartiere INA – Casa con le casette a schiera (1958) e il Palazzo di Giustizia (1967-71).
Ora anziché cincischiare sulla bellezza del centro storico è arrivato il tempo di riqualificare le periferie.
Condivido il pensiero espresso dal Dr.Liuti.Credo che tutti i cinquantasette comuni della nostra provincia siano dei gioielli di arte,cultura e storia da far conoscere e tramandare ai nostri figli.Molti di loro ,forse ,non li hanno mai visitati,peccato!!! Il mio è solo un ivito a farlo al più presto.Tutto parla da sè e chi ci vive e magari è anche un pò avanti con l’età racconta,basta ascoltarli, delle vere e proprie perle di saggezza.Basta attraversare i numerosi vicoletti che li caratterizzano con le case di pietra che quasi si toccano,i balconcini fioriti,i negozietti dove non solo si compera,ma si chiacchiera,si racconta di tutto e magari anche di tutti,s’incontra la tenera vecchietta uscita di casa per una piccola spesa vestita così come lo era a casa e magari anche in “ciabatte”. Difendiamo questi tesori!!!!
Rosella Ederli
Abito lontano dal Piceno in cui ho vissuto da giovane, risiedo in una città (Venezia) dove certamente le bellezze artistiche ad ambientali non mancano; so però che gli amici, a cui suggerisco delle visite ai piccoli borghi marchigiani, mi ringraziano delle indicazioni e si dichiarano entusiasti. E’ successo anche nei giorni scorsi, durante la festa dei borghi bandiera arancione. I veneti stanno scoprendo con sorpresa le Marche, in particolare il Piceno, e con il loro giudizio confermano le bandiere arancioni, come hanno già confermato i tanti stranieri che hanno deciso di abitarvi per periodi più o meno lunghi.
Unico difetto, a mio parere: vedere da parte degli abitanti il bicchiere mezzo pieno.