Uccisa per soldi e per amore
Così hanno massacrato Christina

I quattro fermati per il barbaro omicidio della ballerina romena si trovano rinchiusi in carcere ad Ancona. Determinante la testimonianza del datore di lavoro della giovane e del custode del palazzo dove viveva. Sandro Carelli (il mandante), suo figlio Valentino, Sebastian Capparucci (figlio di un noto medico) e Silvio Giarmanà erano molto conosciuti a Potenza Picena

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Sandro Carelli all'uscita dalla caserma di Porto Potenza

di Laura Boccanera

(foto di Guido Picchio e Roberto Vives)

“Vergogna, farabutti”. I berretti tirati fin sopra gli occhi non sono bastati agli assassini per dissimulare il proprio aspetto. Oggi dopo un interrogatorio durato per tutta la notte i carabinieri della stazione di Potenza Picena hanno arrestato, dietro confessione, i 4 responsabili del brutale ed efferato omicidio della giovane ballerina rumena uccisa all’alba di venerdì mattina. E di fronte alla caserma diversi passanti hanno urlato il proprio sdegno in faccia agli assassini. Una comunità scossa e provata, che mai avrebbe pensato che il male avesse le sembianze del proprio vicino di casa. E in effetti sia Sandro Carelli che suo figlio e gli altri componenti della banda erano molto conosciuti a Potenza Picena, frequentavano il bar, le spiagge, in particolare Sandro, pensionato e separato, ex dipendente di un’azienda calzaturiera era stato visto spesso anche a Lido Bello per via della frequentazione sia con Christina Andrea, sia per conoscenza con alcuni condomini estivi. L’uomo abitava in viale Regina Margherita lungo la statale e da tempo frequentava la giovane, si considerava il suo compagno, per questo gli inquirenti ritengono che il movente del delitto sia anche passionale oltre che legato ad un contenzioso dovuto ad alcuni soldi (pare 2000 euro) che la donna avrebbe “spillato” al suo amante occasionale. Da lì la volontà di punire la ragazza, accesa sempre più anche dal figlio dell’uomo, Valentino, che si sentiva depauperato dalla giovane e quasi coetanea amante del padre. E anche gli altri componenti del branco erano conosciuti in città. Valentino, 24 anni era il figlio del Carelli, considerato il mandante dell’agguato. Con lui due amici, Silvio Giarmanà, 26 anni e Sebastian Capparucci anche lui classe 1986.

caserma-portopotenzapicenaE in particolare il nome di Capparucci ha scosso anche la comunità civitanovese. Il giovane infatti, di origine polacca è il figlio adottivo dello stimato medico Italo Capparucci che lavora al reparto di ortopedia dell’ospedale di Civitanova Marche. In città nessuno ha voglia di parlare, il sentimento più comune è il disorientamento per un crimine premeditato e svolto con tanta, troppa violenza per essere concepibile. Anche se tutti e quattro orbitavano attorno all’ambiente dei night. Tutti i ragazzi erano nullafacenti, non studiavano né lavoravano. In particolare il Giarmanà, originario di Enna viveva di espedienti ed era già noto alle cronache per dei precedenti, tra cui la detenzione di armi e lo spaccio fatti risalenti al 2009 e commessi in concorso con la fidanzata di allora. Pochi i dati resi noti ufficialmente dalle forze dell’ordine:  la banda agito con premeditazione, pianificando l’azione congiunta, tanto che avrebbero disattivato l’illuminazione lungo tutto il corridoio e nell’ascensore per agire nel buio più assoluto.

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L'uscita dalla caserma di Civitanova

All’arrivo di Christina Andrea  la colpiscono con due armi, un bastone di legno che sembra sia stato ritrovato in spiaggia e con uno di metallo. La tramortiscono sotto il cortile esterno del palazzo, la donna cerca di divincolarsi con tutte le forze che i suoi 40 chili riescono ad opporre, ma invano. Il branco la carica di peso e la finisce in spiaggia fracassandogli il cranio, poi, vigliaccamente cercando di nascondere le membra di quel corpo sfinito.

Sandro Carelli è il mandante, voleva dare una lezione all’amante. Il figlio Valentino e i suoi due amici sarebbero invece gli esecutori che per 1500 euro hanno massacrato la giovane.

Un’operazione brillante quella condotta dai carabinieri, in meno di 24 ore dal delitto gli inquirenti grazie ad un’azione sinergica di indagine ed interrogatori, alle preziose testimonianze del custode del palazzo dove viveva la giovane e di Maurizio Canuto, titolare del night club Play di Porto Recanati dove Christina lavorava e dove quella sera sono stati visti i quattro uomini. Così gli inquirenti  sono riusciti a risalire ai presunti omicidi, intuizioni e segnali poi confermati dalle confessioni. Questa mattina dopo un lungo interrogatorio gli assassini sono stati condotti presso la caserma di Macerata per il foto segnalamento e poi da lì a Civitanova. E da Via Carnia l’ultimo viaggio alla volta del carcere di Ancona.

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L’articolo di questa mattina dopo la confessione (leggi)

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Lo stabile di Lido Bello dove viveva Christina. La ragazza si era trasferita ada appena un mese a Porto Potenza dopo aver abitato per alcuni anni a Macerata

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L'arrivo al Comando provinciale di Macerata

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Il ritrovamento del corpo in spiaggia



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