di Giancarlo Liuti
Per una puerpera di fede islamica le proprie nudità – fra le quali, in primis, il seno – non debbono esser viste da un uomo che non sia suo marito o un suo stretto familiare. Ma lei è ricoverata nella camera di un reparto ostetrico dove si trova anche una puerpera che non è di fede islamica e il cui marito, desideroso di assisterla durante la notte, viene invitato a farsi sostituire da una donna. Ecco, in sintesi, il caso che si sarebbe verificato all’ospedale di Recanati e che un quotidiano ha reso noto con grande rilievo. Ne sono seguite energiche smentite da parte di quelle strutture mediche: il caso non esiste, nessun regolamento è stato violato e dal sette dicembre (mia domanda: e prima del sette?) nessuna puerpera islamica è stata ricoverata lì. Ma non è questo il punto sul quale oggi vorrei riflettere. Ammettiamo pure che più o meno sia andata in quel modo. Ebbene?
Ebbene, per quanto mi sforzi non riesco a trovarci nulla di strano né, tanto meno, di scandaloso. Quando mia moglie fu ricoverata in una corsia femminile dell’ospedale di Gallarate per un incidente occorsole all’aeroporto di Malpensa mi fu chiesto di non assisterla di notte, giacché le altre degenti, nessuna delle quali era islamica, non gradivano la presenza, in quelle ore, di un uomo. Ma stavolta – inutile ignorarlo – c’è di mezzo la non facile integrazione fra appartenenti a religioni diverse. E sono in gioco i modi il più possibile civili (rispettosi, anzitutto, del nostro livello di civiltà) che i valori etici in cui crediamo e gli interessi a cui teniamo dovrebbero indurci a favorirla, l’integrazione, evitando di dare spazio al veleno delle esasperazioni verbali. Fra l’altro non va dimenticato che la notizia – quasi vera o quasi falsa che fosse – era venuta da Porto Recanati, dove risiede quel marito e dove la percentuale degli extracomunitari supera la media nazionale e la problematica situazione dell’Hotel House continua a suscitare notevole allarme fra i cittadini, per cui buttare altra benzina sul fuoco è quanto meno imprudente.
Il punto che m’interessa, dunque, son proprio i modi con cui l’episodio è stato gestito a livello politico, dal quale, in teoria, sarebbe logico aspettarsi il massimo grado di responsabilità nell’orientare gli impulsi della cosiddetta gente comune. Bene, anzi male. Annunciando una manifestazione di popolo davanti all’ospedale recanatese e una indignata interrogazione a livello regionale, il consigliere Roberto Zaffini della Lega Nord ha tuonato: “Quello che è avvenuto è un atto gravissimo di razzismo ai danni di italiani. Denunciamo chi ha permesso questa discriminazione”.
Ma quale discriminazione? Quel marito non è stato allontanato – se lo è stato – né in quanto cattolico né in quanto italiano, ma per il semplice motivo che le puerpere allattano, i seni si denudano e la sua presenza, lì, di notte, avrebbe messo in forte disagio un’altra persona. Anzi, secondo il Corano, nella condizione di cadere in peccato. Nulla sarebbe cambiato, dunque, se quell’uomo fosse stato islamico ma non il marito o un parente stretto di quella signora. Ragioniamo. Impedire a un islamico in costume da bagno l’ingresso in una chiesa cattolica è forse discriminazione religiosa contro gli islamici? E impedire a un cattolico l’ingresso in una moschea senza togliersi le scarpe è forse discriminazione religiosa contro i cattolici?
E, ancora, quale razzismo? Quello che la Lega Nord pratica a piene mani verso gli extracomunitari spargendo urina di maiale davanti alle moschee e spruzzando spray disinfettante sui sedili ferroviari occupati da pendolari arabi e africani? No, questo razzismo la Lega non lo condanna. Anzi, se ne vanta. Ma ora insorge e se ne inventa uno diverso, il “razzismo ai danni di italiani”. Il che la pone ben oltre i limiti estremi della realtà, come risulta da ciò che accade quasi ogni giorno – autentico razzismo, questo sì – in varie città d’Italia con aggressioni, pestaggi e financo omicidi ai danni di esseri umani la cui unica colpa è di non appartenere all’etnia ariana (toh, Hitler!). Ecco allora i frutti del veleno al quale accennavo sopra. E basterebbe pensarci appena un tantino per rendersi conto che il suo effetto – paura, odio, violenza – non è certo di schiudere orizzonti migliori alla nostra vita sociale ma, ahimè, d’imbestialirla, imbarbarirla, incanaglirla, renderla via via sempre peggiore.
Che fare, dunque, per scongiurare che negli ospedali le donne arabe e islamiche siano costrette a mostrare le loro nudità e gli uomini italiani e cattolici siano costretti a non prestare assistenza notturna alle loro mogli? Camere riservate? Impossibile, costerebbero troppo (da noi, comunque, le corsie femminili sono da sempre distinte da quelle maschili e nessuno ha mai protestato per questa rigida separazione, le cui ragioni sono non solo di riservatezza e pudore ma derivano anche da una sessuofobia di stampo religioso che, Corano a parte, è ben presente pure nelle nostre Sacre Scritture). E allora? Oltre che incivile, abbrutirsi nello sbandierare parole stavolta improprie quali “discriminazione” e “razzismo” non fa che eccitare gli animi e alimentare il rischio di atti inconsulti. Ripeto: e allora? Tranquilli, signori. La soluzione, in fondo, è semplice: basterebbero quei pannelli movibili che, in uso da tempo nelle corsie ospedaliere dove capita che pure le donne italiane e cattoliche non amino esibire il seno nudo, si chiamano paraventi. Vedete quanto poco ci vuole per impedire le guerre di religione?
Di segno analogo – ma comico, in fondo, e così voglio trattarlo – è l’episodio accaduto l’altra sera al consiglio comunale di Macerata (leggi l’articolo), dove il capogruppo del Pd, quel Narciso Ricotta che ritenevamo provenire dalle file della vecchia Democrazia Cristiana, si è invece rivelato (forse avremmo dovuto sospettarlo, considerando le sue sembianze un po’ mediorientali) figlio sì della Dc però intesa come Democrazia Coranica in versione Talebana, per la quale mostrare le nudità costituisce peccato gravissimo e meritevole di severissime pene. Lui, infatti, ha minacciato lapidazioni giudiziarie contro chi, come Cm, ha osato dare un’occhiata alle conturbanti nudità dell’edilizia pubblica locale. E, da accanito sostenitore del burqa, ha lasciato intendere che certe faccende debbono restare rigorosamente coperte e possono vederle soltanto i mariti e i familiari stretti, vale a dire, in questo caso, coloro che con gran verecondia deliberano nel segreto delle stanze dei bottoni. Ora, a Cm, ci siamo chiesti che fine ci aspetta e chi ci porterà le arance in gattabuia. Anche stavolta, però, la soluzione ci è parsa semplice: fregarsene e proseguire lungo la strada del buon giornalismo.
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Io, a suo tempo, ho sempre assistito mia moglie nei giorni trascorsi all’ospedale in occasione dei nostri lieti eventi ( nessun altro avrebbe potuto farlo). Non c’è mai stato nessun problema: quando portavano i neonati per l’allattamento uscivo dal camerone e rientravo quando il tutto era finito. Nessun problema per nessuno….
Ora, in nome dell’integrazione ( forse la nostra????) salta fuori il problema……
Se gli islamici vogliono seguire i dettati della loro religione sono liberissimi di farlo. Tirano fuori i dindini e fanno realizzare i reparti per soli islamici, nulla da eccepire!!!!!!!
Anche per quanto riguarda il consigliere talebano nulla da eccepire ( avrà i suoi motivi per assumere un tale comportamento…. anche lui tra i compagnucci di merenda????).
I suoi elettori devono però essere informati sul suo integralismo e sul suo modo di intendere la libertà di informazione e a questo ci sta pensando Cronache Maceratesi.
Buon Natale
La condizione delle donne nei paesi islamici non e’ frutto di un sentimento religioso ma dell’indole di segregazione innata degli uomini. La donna e’ lo strumento con cui l’uomo emancipato si mostra agli altri suoi fratelli: più questa e’ fedele e riservata migliore e’ l’immagine che l’uomo da di se.
L’uomo integralista islamico non conosce il sentimento del pudore, della gelosia, della seduzione, perché il concetto di proprietà li assorbe e li annienta.
Se un islamico mi sa spiegare la differenza che c’e’ tra una donna che ha avuto rapporti con altro uomo prima di sposarsi e viceversa, potrei anche cambiare opinione…pero’ un uomo così attento nei riguardi della sua sposa non può essere un maiale tra le mura domestiche e non può guardare con gli occhi sgranati un’altra donna che veste abiti succinti.
Non condivido l’articolo.
Da che mondo e mondo in ospedale vergogna, pudicizia, imbarazzo vengono messi da parte -causa forza maggiore – da pazienti, dottori ed infermieri che si trovano a fare fronte alle situazioni più difficili, paradossali e a volte comiche che uno può pensare. Il dottore che interessato ci chiede davanti a tutti se abbiamo fatto “aria” o l’infermiere che ci porta una padella e 5 minuti dopo la riprende bella colma o il familiare del letto vicino che si deve sorbire odori e visioni a dir poco indecenti del malato di fianco che noncurante di spettatori involontari, si lancia in autopulizie manuali da brivido!
In ospedale tutti sopportano tutti…o quanto meno dovrebbero.
Quindi non spostiamo l’analisi sugli episodi suoi personali o dell’islamica neomamma e diciamo chiaramente che il fastidio del – vero o presunto – tipo dell’ospedale di Recanati deriva dal dover sottostare a regole CHE NON ESISTONO ma che vengono fatte valere per non sollevare problemi culturali (che esistono) e mediatici di una certa entità (sai che titoloni “Razzismo in corsia”!!!).
IL FASTIDIO DERIVA DAL FATTO CHE L’INTEGRAZIONE PER NOI È UN OBBLIGO DA SUBIRE PASSIVAMENTE (noi dobbiamo integrarci con le altre culture sennò siamo razzisti) e non un valore da condividere e vivere globalmente con tutte le etnie e credo religiosi che vivono nella nostra Città.
Se facciamo continuare a passare questo concetto che integrazione significa abdicare la nostra cultura e il nostro credo religioso in favore di quelli altrui…facciamo davvero del razzismo al contrario e allora non lamentiamoci che la Lega, pur con la massima indelicatezza e scarsa cultura, possa far presa sulle persone del nostro territorio.
Trovo molto educativo che una donna (di fede islamica o cattolica o quel che sia); diciamo, che una persona abbia premura per la propria intimità, considerandola parte integrante della propria dignità di persona. Sembrerebbe una lezione in piena controtendenza, se non fosse che l’amico Giancarlo precisa – mediante l’aneddoto che lo riguarda – che questa forma di rispetto è antica, e sempre valida.
Il che mi solleva un pensiero sulle contraddizioni (almeno in apparenza) della nostra epoca, così smaccatamente sessista e disinibita. Sarà invece che questo abbrutimento costante del corpo, questo “mostro in prima pagina” è in realtà soltanto frutto di un pessimo marketing e che, dietro le quinte, grazie a Dio, permane la bellezza di una pienezza diversa?
perchè non si fanno un ospedae islamico?
Dott. Liuti grazie ancora per questi bellissimi spunti di riflessione!!! Tanti auguri a tutti voi!! Avanti così!!
GRASSIE FRADELLO FINALMENTE ITALIA HA LEGGI GRANDE ISLAM
Dott. Liuti,
“i seni islamici e il paravento”. So cosa sono i seni delle islamiche, quello che mi riesce più difficile è capire se “il paravento” è un suo pseudonimo. Ma non lo credo.
Dott. Liuti,
“i seni islamici e il paravento”. So cosa sono i seni delle islamiche, quello che mi riesce più difficile è capire se “il paravento” è un suo pseudonimo. Mi riesce più difficile crederlo che cedere alla tentazione della battuta.
@ Mus
Tentazione a cui ha ceduto visto che ha fatto due post……
Chi sarà il paravento…..
Non me ne voglia…..
Ho ceduto anche io…..
Siamo deboli…..
che idiozia….è davvero pochezza intellettiva sventolare la bandiera della discriminazione quando in una nazioea laica(almeno sulla carta costituzionale) come l’Italia, ci sono scuole nella provincia che obbligano i bambini a 3 ore di messa per i saluti natalizi: ore didattiche. Ovviamente solo i bambini di dichiarata fede musulmana possono esimersi e anche stare a casa. Mi chiedo: chi non è cattolico e nemmeno musulmano? e secondariamente, da quando la confessione religiosa cristiano-cattolica è obbligatoriamente religione di stato? che cosa è questa se non una violazione dei diritti fondamentali? e poi stiamo a discutere di un episodi come quello di Recanati???conosco donne italiane e pensate anche cristiane che non vorrebbero e non hanno voluto altri uomini nella stanza. Se torniamo in dietro nel tempo molte delle nostre mamme o nonne (se hanno partorito in ospedale) non hanno voluto uomini in camera che non fossero i loro e molte volte si chiedeva proprio che fossero altre donne ad assisterle….incredibile!!!!!non sarà forse una questione di pudore personale oltre che culturale???chissà proviamo a far incontrare due neuroni insieme prima dar fiato alla bocca e poi magari diremo cose serie e veritiere.
E io dovrei cambiare radicalmente le tradizioni per dimostrare che due neuroni si sono incontrati nel mio cervello?????
Quello che ho detto nel mio intervento è forse poco serio e non veritiero?????
Comunque, gentilissima Valentina, le garantisco che forse è sufficiente un solo neurone per capire che non si può dichiare poco serio e non veritiero il fatto che io e mia moglie abbiamo avuto due figli e che io ho assistito la mia moglie senza nessun problema così come ho scritto e confermo ancora.
Buon anno anche ai neuroni
Se invece si collegano i due neuroni si arriva alla facile conclusione che l’articolo è rivolto all’atteggiamento del nostro caro aministratore talebano