Lo Sferisterio secondo Pasqualetti
“Fare sistema per andare avanti”

L'INTERVISTA - Il presidente della Form: "Con la rete dei teatri si conterranno i costi, eliminando sprechi e doppioni. Pizzi ha dato tanto ma è legittima la posizione di Pettinari, bisogna sedersi intorno ad un tavolo e trovare la vera soluzione di transizione. Si apra subito un bando internazionale per il direttore artistico del triennio 2013-2015"

- caricamento letture

pasqualetti-renato

di Alessandra Pierini

Ogni qualvolta si parla di Sferisterio, nel bene o nel male, prima di ogni cantante, direttore artistico, scenografo o regista, in ogni discorso – basta vedere i commenti di Cronache Maceratesi – salta sempre fuori il nome di Renato Pasqualetti.  Ex assessore provinciale, dal 2005 Presidente della Fondazione  Orchestra Regionale delle Marche, è stato vice presidente e poi segretario generale dell’Associazione Sferisterio dal 1994 al 1999 e ha collaborato con Claudio Orazi alla realizzazione di sei stagione liriche. Sono passati più di dieci anni da allora, eppure Pasqualetti continua ad essere punto di riferimento e, complice la tendenza dietrologica dei maceratesi, per cui c’è sempre un motore primo che opera nell’ombra, è nell’immaginario di molti colui che muove i fili della stagione lirica maceratese. Il Professore si meraviglia ed è il primo a cercare una spiegazione: «Io seguo la politica, ho una tessera di partito (Pd, ndr) e partecipo alle assemblee degli iscritti ma per il resto sono molto preso dai miei impegni».

Se la politica, quindi, è ormai quasi un passatempo, Pasqualetti dedica invece molte delle sue energie alla Form, anche questa presa di mira dal dibattito sullo Sferisterio per la qualità, per il costo che comporta e per il rapporto esclusivo che ha con la stagione lirica.
Perché l’associazione Sferisterio e la Form hanno questo rapporto esclusivo?
«La Form è una fondazione costituita da Regione Marche, Università Politecnica, Provincia di Ancona e Macerata e dai Comuni di Ancona, Fabriano, Fano, Fermo, Jesi e Macerata ed è una delle 13 Istituzioni Concertistiche Orchestrali italiane finanziate dal Fus per 600 mila euro l’anno. La Form ha circa 70 dipendenti,  non produce lavatrici ma note e armonie ed è a tutti gli effetti un’azienda. Ha una sua stagione sinfonica, ha 8-9 titoli che propone in circa 64 concerti poi si esibisce in concerti singoli . In più svolgiamo una funzione di servizio perché siamo punto di riferimento per i teatri dove siamo chiamati per la lirica ad esempio Jesi, Ancon, Macerata ed altre. La Form è un orchestra professionale, paghiamo l’Enpals, le coperture assicurative e rispettiamo i contratti, quindi i nostri musicisti hanno un certo costo. Se così non fosse saremmo improvvisatori. L’anno scorso lo Sferisterio ha pagato per la Form 308.000 euro: in questa cifra sono comprese due rappresentazioni all’aperto e uno al chiuso per le quali ci vengono richiesti 72 musicisti che fanno almeno 3 prove di orchestra della durata di 7 o 8 ore. La Form su Macerata non guadagna una lira, calcola quanto costa ogni singolo musicista e tanto chiede allo sferisterio. La Form con la lirica ci rimette. Non è obbligatorio che Macerata  o Jesi la scelgano, ma bisogna considerare che è una risorsa regionale, senza trascurare il meccanismo di solidarietà di territorio che si viene a creare. Facendo suonare la Form si fanno vivere i musicisti del territorio che si trovano sempre più in difficoltà. Se in passato infatti lavoravano con la Form per 8 mesi e mezzo, poi usufruivano della disoccupazione straordinaria che dal 2010 non è più utilizzabile.  Quando l’orchestra ha un titolo in meno a Macerata, i musicisti lavorano 10 giorni in meno. La Form non perde niente ma i musicisti hanno meno continuità e i più bravi possono scegliere di andare altrove. Tra l’altro la Form, nata per il melodramma, ora fa barocco e musica moderna, con una duttilità significativa e ha anche in mente importanti progetti di  sviluppo.  Noi teniamo molto a suonare a Macerata, come da 40 anni ad oggi perchè siamo orgogliosi di rendere al territorio quello che ci dà».

 

pasqualetti-renato14-300x225Negli ultimi anni il bilancio dello Sferisterio ha chiuso in perdita. Perché secondo lei?

«Già nel 1996, feci compilare un bilancio sociale dello Sferisterio perché ero fermamente convinto della sua importanza. Riguardandolo mi sono accorto che nel 1996 le entrate erano di 9,4 miliardi di lire, nel 2010 sono state pari a 4,5 milioni di euro, quindi sostanzialmente facciamo la stagione con le stesse entrate di 10 anni fa.  Lo stanziamento per lo Sferisterio è tre volte quello per la stagione di prosa ma mentre il contributo per la prosa non dà niente al territorio, se non la possibilità di svago per un numero ridotto di soggetti, lo Sferisterio garantisce occupazione, agisce sull’economia e ha un ritorno d’immagine notevole.  La riunione della settimana scorsa in Regione per fare il punto sull’insieme delle risorse disponibili per la lirica ha proposto di fare della crisi un’occasione di crescita e in questa ottica non si deve ragionare in termini di pareggio di bilancio ma su bilanci sociali per cui ogni evento deve dimostrare la sua capacità di produrre buona e nuova occupazione , di incrementare in maniera diretta e indotta l’economia, di contribuire alla crescita culturale ed alla coesione della società. Bisogna anche allargare il concetto di cultura della conoscenza, confermando i settori tradizionali ma immettendo la ricerca e la formazione e investendo su nuovi settori quali il design, l’informatica, la green economy, la moda e la gastronomia. La nostra regione ha tutte le caratteristiche per diventare terra delle città creative».

 

Sempre a proposito di bilanci, più volte l’hanno additata, insieme a Claudio Orazi, come responsabile dei debiti collezionati dallo Sferisterio alla fine degli anni 90….

«Ho lavorato nello Sferisterio dal 1994 al 99 con amore. Anche Orazi lavorò con grande impegno e passione, tanto che ora lo rimpiangono ma allora ci misero in croce per quanto costò la famosa palla della Turandot. Nel ‘95 il bilancio fu chiuso con 750 milioni di lire di passivo ma furono soldi usati per la realizzazione del palcoscenico tecnologico, il cui costo fu spalmato su 3 anni. Negli  anni del massimo splendore, quelli dal  ‘96 al ‘99 i bilanci chiusero in pareggio per poi tornare ad essere fuori misura tra il 2000 e il 2001. Non è vero però che Comune e Provincia hanno pagato i debiti dello Sferisterio. Mentre altri teatri hanno avuto debiti risanati da terzi, lo Sferisterio ha avuto l’aiuto di Comune e Provincia ma poi ha restituito».

 

pasqualetti-renato3-300x225Qual è il quadro finanziario che si delineerà nei prossimi anni?

«La situazione è mutata in maniera  drammatica: il Fus sempre in discussione, ad oggi è coperto per  il 50%. La Regione, quest’anno, ha aumentato gli investimenti in cultura  da 6-7 milioni a 11-12 milioni di euro. Si profilano però tagli di trasferimenti nazionali, esclusa sanità, personale e mutui, che incidono per l’87%. Il taglio sarà nel triennio di un miliardo di euro. Anche Comuni e Province dovranno sopportare l’onda della crisi e delle ristrettezze finanziarie, impegnandosi a garantire i servizi essenziali alla persona. I privati, ma anche le Banche e le Fondazioni, denunciano sopraggiunte difficoltà finanziarie».

Come faranno  allora lo Sferisterio e la cultura marchigiana ad andare avanti?

«La strada principale indicata dalla Regione è quella dei sistemi di rete. L’obiettivo è quello di contenere i costi, eliminando sprechi e doppioni. Per questa prospettiva è stato realizzato il Consorzio che ha il compito specifico di offrire servizi integrati e sostenere ogni iniziativa che si muova nel percorso indicato».

Questo però riaccende in molti il timore dell’egemonia di Ancona sulla lirica maceratese…

«Non capisco la grande paura di perdere la propria identità né il sospetto che qualcuno volesse fagocitare qualcun altro. Che timore ha Macerata? Questo è un settore in cui lo Sferisterio può esprimere tutta la sua egemonia musicale, rafforzando la propria identità e la propria immagine. Macerata deve fare la stagione migliore che può, impegnandosi su un grande repertorio del melodramma dell’800 e ‘900 ed ambire ad un ruolo rilevante nel sistema marchigiano come sta già facendo coproducendo con Ancona, collaborando con Civitanova Danza, distribuendo le sue produzioni anche tramite Jesi. Invece di temere, perché non osiamo, perché non rischiamo? Lo Sferisterio ha identità da vendere, perché deve temere Ancona? All’interno del sistema di rete, ogni soggetto ed evento devono rafforzare la propria identità e la propria immagine, contemporaneamente deve sviluppare una politica solidale e di progetto che aiuti a salvare e far crescere l’insieme dello spettacolo dal vivo delle Marche, evitando che la risposta sia ridurre i titoli prodotti o abbassare la qualità. Nelle Marche della lirica si producono circa 12 nuovi titoli ogni anno, poniamo per 60 serate di rappresentazione. Il Maggio Musicale Fiorentino che dallo Stato ha 23 milioni di contributo, contro i circa 8 che prendono tutte le Marche, ormai fa 5 nuovi titoli e due riprese. E’ evidente che nelle Marche dobbiamo diminuire le produzioni mantenendo le serate e questo si può fare solo all’interno di un sistema».

 Qual è la sua idea riguardo il futuro direttore artistico della stagione lirica?

«Lo Sferisterio è diventato un po’ come la nazionale e si è portato avanti un discorso sul direttore artistico anche se come ho già detto i problemi sono altri. Io ho stima assoluta di Pizzi, grande uomo di teatro, galantuomo di 81 anni, non dimentico l’aiuto che ha dato risollevando lo Sferisterio nel suo momento più difficile. Ritengo che il SOF sarà giudicato a seconda di come chiuderà il rapporto con Pizzi. Non si è riusciti ad anticipare la scadenza del suo contratto, raccogliendo progetti e curricula entro giugno 2011 per scegliere il direttore artistico del triennio 2012-14. Non si è riusciti a farlo allora, bisogna farlo adesso. Intanto si apra un bando di livello internazionale, si raccolgano progetti e curriculum  su un budget indicato e i criteri e a giugno si scelga il direttore 2013-15. Intanto c’è il 2012 da fare. E’ legittimo che Pettinari sia contrario al fatto che Pizzi guidi la transizione, dall’altra parte non c’è nessuno che può dire “voglio per forza Pizzi”. Bisogna sedersi intorno ad un tavolo e trovare la vera soluzione di transizione. Un errore sarebbe che le varie parti politiche, a cui non spetta la scelta del direttore artistico, facessero dei nomi e si impuntassero a sostenerli, tanto più che la competenza della scelta spetta al Cda. Una soluzione di direzione artistica affidata ad uno o due registi e una soluzione in house per la parte organizzativa e amministrativa potrebbe essere la garanzia di transizione e svelenare l’ambiente. Per la Traviata, il regista sarà Henning Brockhaus, Pizzi delle Nozze di Figaro, in coproduzione con Ancona e poi basterebbe un’altra opera.  Per quanto riguarda Luciano Messi (leggi l’articolo), ritengo che ogni teatro del mondo farebbe un affarone ad avere uno come lui ma parlarne come direttore artistico, vuol dire fargli del male. E’ un organizzatore straordinario e rigoroso ma non ha il principio dell’interpretazione artistica perché non è una sua competenza».

E’ ancora possibile, secondo lei, colmare il ritardo accumulato?
«Siamo ancora in tempo. Ritengo poi che i maceratesi devono smettere di farsi del male. Al Rof, con 700 presenze, garantite anche dalla fascia costiera riminese, ricca di turisti, si parla di grande successo. Per Popsophia dove non si paga neanche il biglietto si parla di grandi numeri.  Allo Sferisterio, quando ci sono 1.400 persone che hanno pagato in media 60 euro per un biglietto  non si può parlare di insuccesso. In questa città abbiamo tre stagioni di prosa, 9 sale cinematografiche, tanti eventi e spettacoli, non capisco cosa abbiamo da lamentarci».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page

Quotidiano Online Cronache Maceratesi - P.I. 01760000438 - Registrazione al Tribunale di Macerata n. 575
Direttore Responsabile: Gianluca Ginella. Direttore editoriale: Matteo Zallocco
Responsabilità dei contenuti - Tutto il materiale è coperto da Licenza Creative Commons

Cambia impostazioni privacy

X