di Alessandra Pierini
Ogni qualvolta si parla di Sferisterio, nel bene o nel male, prima di ogni cantante, direttore artistico, scenografo o regista, in ogni discorso – basta vedere i commenti di Cronache Maceratesi – salta sempre fuori il nome di Renato Pasqualetti. Ex assessore provinciale, dal 2005 Presidente della Fondazione Orchestra Regionale delle Marche, è stato vice presidente e poi segretario generale dell’Associazione Sferisterio dal 1994 al 1999 e ha collaborato con Claudio Orazi alla realizzazione di sei stagione liriche. Sono passati più di dieci anni da allora, eppure Pasqualetti continua ad essere punto di riferimento e, complice la tendenza dietrologica dei maceratesi, per cui c’è sempre un motore primo che opera nell’ombra, è nell’immaginario di molti colui che muove i fili della stagione lirica maceratese. Il Professore si meraviglia ed è il primo a cercare una spiegazione: «Io seguo la politica, ho una tessera di partito (Pd, ndr) e partecipo alle assemblee degli iscritti ma per il resto sono molto preso dai miei impegni».
Se la politica, quindi, è ormai quasi un passatempo, Pasqualetti dedica invece molte delle sue energie alla Form, anche questa presa di mira dal dibattito sullo Sferisterio per la qualità, per il costo che comporta e per il rapporto esclusivo che ha con la stagione lirica.
Perché l’associazione Sferisterio e la Form hanno questo rapporto esclusivo?
«La Form è una fondazione costituita da Regione Marche, Università Politecnica, Provincia di Ancona e Macerata e dai Comuni di Ancona, Fabriano, Fano, Fermo, Jesi e Macerata ed è una delle 13 Istituzioni Concertistiche Orchestrali italiane finanziate dal Fus per 600 mila euro l’anno. La Form ha circa 70 dipendenti, non produce lavatrici ma note e armonie ed è a tutti gli effetti un’azienda. Ha una sua stagione sinfonica, ha 8-9 titoli che propone in circa 64 concerti poi si esibisce in concerti singoli . In più svolgiamo una funzione di servizio perché siamo punto di riferimento per i teatri dove siamo chiamati per la lirica ad esempio Jesi, Ancon, Macerata ed altre. La Form è un orchestra professionale, paghiamo l’Enpals, le coperture assicurative e rispettiamo i contratti, quindi i nostri musicisti hanno un certo costo. Se così non fosse saremmo improvvisatori. L’anno scorso lo Sferisterio ha pagato per la Form 308.000 euro: in questa cifra sono comprese due rappresentazioni all’aperto e uno al chiuso per le quali ci vengono richiesti 72 musicisti che fanno almeno 3 prove di orchestra della durata di 7 o 8 ore. La Form su Macerata non guadagna una lira, calcola quanto costa ogni singolo musicista e tanto chiede allo sferisterio. La Form con la lirica ci rimette. Non è obbligatorio che Macerata o Jesi la scelgano, ma bisogna considerare che è una risorsa regionale, senza trascurare il meccanismo di solidarietà di territorio che si viene a creare. Facendo suonare la Form si fanno vivere i musicisti del territorio che si trovano sempre più in difficoltà. Se in passato infatti lavoravano con la Form per 8 mesi e mezzo, poi usufruivano della disoccupazione straordinaria che dal 2010 non è più utilizzabile. Quando l’orchestra ha un titolo in meno a Macerata, i musicisti lavorano 10 giorni in meno. La Form non perde niente ma i musicisti hanno meno continuità e i più bravi possono scegliere di andare altrove. Tra l’altro la Form, nata per il melodramma, ora fa barocco e musica moderna, con una duttilità significativa e ha anche in mente importanti progetti di sviluppo. Noi teniamo molto a suonare a Macerata, come da 40 anni ad oggi perchè siamo orgogliosi di rendere al territorio quello che ci dà».
Negli ultimi anni il bilancio dello Sferisterio ha chiuso in perdita. Perché secondo lei?
«Già nel 1996, feci compilare un bilancio sociale dello Sferisterio perché ero fermamente convinto della sua importanza. Riguardandolo mi sono accorto che nel 1996 le entrate erano di 9,4 miliardi di lire, nel 2010 sono state pari a 4,5 milioni di euro, quindi sostanzialmente facciamo la stagione con le stesse entrate di 10 anni fa. Lo stanziamento per lo Sferisterio è tre volte quello per la stagione di prosa ma mentre il contributo per la prosa non dà niente al territorio, se non la possibilità di svago per un numero ridotto di soggetti, lo Sferisterio garantisce occupazione, agisce sull’economia e ha un ritorno d’immagine notevole. La riunione della settimana scorsa in Regione per fare il punto sull’insieme delle risorse disponibili per la lirica ha proposto di fare della crisi un’occasione di crescita e in questa ottica non si deve ragionare in termini di pareggio di bilancio ma su bilanci sociali per cui ogni evento deve dimostrare la sua capacità di produrre buona e nuova occupazione , di incrementare in maniera diretta e indotta l’economia, di contribuire alla crescita culturale ed alla coesione della società. Bisogna anche allargare il concetto di cultura della conoscenza, confermando i settori tradizionali ma immettendo la ricerca e la formazione e investendo su nuovi settori quali il design, l’informatica, la green economy, la moda e la gastronomia. La nostra regione ha tutte le caratteristiche per diventare terra delle città creative».
Sempre a proposito di bilanci, più volte l’hanno additata, insieme a Claudio Orazi, come responsabile dei debiti collezionati dallo Sferisterio alla fine degli anni 90….
«Ho lavorato nello Sferisterio dal 1994 al 99 con amore. Anche Orazi lavorò con grande impegno e passione, tanto che ora lo rimpiangono ma allora ci misero in croce per quanto costò la famosa palla della Turandot. Nel ‘95 il bilancio fu chiuso con 750 milioni di lire di passivo ma furono soldi usati per la realizzazione del palcoscenico tecnologico, il cui costo fu spalmato su 3 anni. Negli anni del massimo splendore, quelli dal ‘96 al ‘99 i bilanci chiusero in pareggio per poi tornare ad essere fuori misura tra il 2000 e il 2001. Non è vero però che Comune e Provincia hanno pagato i debiti dello Sferisterio. Mentre altri teatri hanno avuto debiti risanati da terzi, lo Sferisterio ha avuto l’aiuto di Comune e Provincia ma poi ha restituito».
Qual è il quadro finanziario che si delineerà nei prossimi anni?
«La situazione è mutata in maniera drammatica: il Fus sempre in discussione, ad oggi è coperto per il 50%. La Regione, quest’anno, ha aumentato gli investimenti in cultura da 6-7 milioni a 11-12 milioni di euro. Si profilano però tagli di trasferimenti nazionali, esclusa sanità, personale e mutui, che incidono per l’87%. Il taglio sarà nel triennio di un miliardo di euro. Anche Comuni e Province dovranno sopportare l’onda della crisi e delle ristrettezze finanziarie, impegnandosi a garantire i servizi essenziali alla persona. I privati, ma anche le Banche e le Fondazioni, denunciano sopraggiunte difficoltà finanziarie».
Come faranno allora lo Sferisterio e la cultura marchigiana ad andare avanti?
«La strada principale indicata dalla Regione è quella dei sistemi di rete. L’obiettivo è quello di contenere i costi, eliminando sprechi e doppioni. Per questa prospettiva è stato realizzato il Consorzio che ha il compito specifico di offrire servizi integrati e sostenere ogni iniziativa che si muova nel percorso indicato».
Questo però riaccende in molti il timore dell’egemonia di Ancona sulla lirica maceratese…
«Non capisco la grande paura di perdere la propria identità né il sospetto che qualcuno volesse fagocitare qualcun altro. Che timore ha Macerata? Questo è un settore in cui lo Sferisterio può esprimere tutta la sua egemonia musicale, rafforzando la propria identità e la propria immagine. Macerata deve fare la stagione migliore che può, impegnandosi su un grande repertorio del melodramma dell’800 e ‘900 ed ambire ad un ruolo rilevante nel sistema marchigiano come sta già facendo coproducendo con Ancona, collaborando con Civitanova Danza, distribuendo le sue produzioni anche tramite Jesi. Invece di temere, perché non osiamo, perché non rischiamo? Lo Sferisterio ha identità da vendere, perché deve temere Ancona? All’interno del sistema di rete, ogni soggetto ed evento devono rafforzare la propria identità e la propria immagine, contemporaneamente deve sviluppare una politica solidale e di progetto che aiuti a salvare e far crescere l’insieme dello spettacolo dal vivo delle Marche, evitando che la risposta sia ridurre i titoli prodotti o abbassare la qualità. Nelle Marche della lirica si producono circa 12 nuovi titoli ogni anno, poniamo per 60 serate di rappresentazione. Il Maggio Musicale Fiorentino che dallo Stato ha 23 milioni di contributo, contro i circa 8 che prendono tutte le Marche, ormai fa 5 nuovi titoli e due riprese. E’ evidente che nelle Marche dobbiamo diminuire le produzioni mantenendo le serate e questo si può fare solo all’interno di un sistema».
Qual è la sua idea riguardo il futuro direttore artistico della stagione lirica?
«Lo Sferisterio è diventato un po’ come la nazionale e si è portato avanti un discorso sul direttore artistico anche se come ho già detto i problemi sono altri. Io ho stima assoluta di Pizzi, grande uomo di teatro, galantuomo di 81 anni, non dimentico l’aiuto che ha dato risollevando lo Sferisterio nel suo momento più difficile. Ritengo che il SOF sarà giudicato a seconda di come chiuderà il rapporto con Pizzi. Non si è riusciti ad anticipare la scadenza del suo contratto, raccogliendo progetti e curricula entro giugno 2011 per scegliere il direttore artistico del triennio 2012-14. Non si è riusciti a farlo allora, bisogna farlo adesso. Intanto si apra un bando di livello internazionale, si raccolgano progetti e curriculum su un budget indicato e i criteri e a giugno si scelga il direttore 2013-15. Intanto c’è il 2012 da fare. E’ legittimo che Pettinari sia contrario al fatto che Pizzi guidi la transizione, dall’altra parte non c’è nessuno che può dire “voglio per forza Pizzi”. Bisogna sedersi intorno ad un tavolo e trovare la vera soluzione di transizione. Un errore sarebbe che le varie parti politiche, a cui non spetta la scelta del direttore artistico, facessero dei nomi e si impuntassero a sostenerli, tanto più che la competenza della scelta spetta al Cda. Una soluzione di direzione artistica affidata ad uno o due registi e una soluzione in house per la parte organizzativa e amministrativa potrebbe essere la garanzia di transizione e svelenare l’ambiente. Per la Traviata, il regista sarà Henning Brockhaus, Pizzi delle Nozze di Figaro, in coproduzione con Ancona e poi basterebbe un’altra opera. Per quanto riguarda Luciano Messi (leggi l’articolo), ritengo che ogni teatro del mondo farebbe un affarone ad avere uno come lui ma parlarne come direttore artistico, vuol dire fargli del male. E’ un organizzatore straordinario e rigoroso ma non ha il principio dell’interpretazione artistica perché non è una sua competenza».
E’ ancora possibile, secondo lei, colmare il ritardo accumulato?
«Siamo ancora in tempo. Ritengo poi che i maceratesi devono smettere di farsi del male. Al Rof, con 700 presenze, garantite anche dalla fascia costiera riminese, ricca di turisti, si parla di grande successo. Per Popsophia dove non si paga neanche il biglietto si parla di grandi numeri. Allo Sferisterio, quando ci sono 1.400 persone che hanno pagato in media 60 euro per un biglietto non si può parlare di insuccesso. In questa città abbiamo tre stagioni di prosa, 9 sale cinematografiche, tanti eventi e spettacoli, non capisco cosa abbiamo da lamentarci».
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Bèh, in materia, mi sembra che si dica tutto e il contrario di tutto… conosco sufficientemente quel mondo per poter avere molte riserve sui contenuti.
@ Alessandra Pierini
Da oggi abbiamo anche un ” PROFETA” a Macerata !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
C.M., coincidenza voluta col mese dei morti o testimonianza sulla resurrezione del lazzarò? Senza acrimonia verso il fratello con verso o prosaico che esso sia.
Ti prego Renato sei troppo intelligente per ostentare le labbra a mò di meraviglia sul fatto che qualche maceratese pensi che dietro ogni Cultural-politico-affaire ci sia il tuo zampino.Una mossa molto astuta ma su quello che organizzate in Regione non hai detto proprio tutto.
Lo Sferisterio ha ospitato i Maestri più illustri della lirica internazionale quali Pavarotti, Domingo, Carreras, Bruson, Caballè, Raimondi; grandi Direttori quali Kuhn, Jia, Callegari, De Bernart; nel palco unico al mondo per estensione sono andate in scena oltre alla “palla” della Turandot ricordata da Pasqualetti, la “conchiglia” della Traviata, il “lenzuolo” della Lucia di Lammermoor ed altre innovative trovate che hanno elettrizzato il pubblico.
MacerataOpera (nome che i più preferiscono rispetto al Sof) ha fatto il giro del mondo ed ha conquistato l’oriente.
Accanto ai grandi nomi, pero’, si sono esibiti molti giovani che, grazie a Macerata, sono diventati talenti apprezzati ovunque: Esposito, Aronica, Ballo, Antonucci e così via.
Nel 2012 non si può piu’ vivere di amarcord; si e’ cercato di farlo negli ultimi anni e si rischia di far diventare l’Arena un museo ottocentesco a cielo aperto per turisti fotografi.
Se non si accetta di farlo diventare uno dei Teatri del circuito (e le ragioni sono condivisibili) la strada e’ quella della promozione dei giovani talenti. L’Orchestra Filarmonica Marchigiana ed il Coro Lirico Marchigiano sono le risorse da cui ripartire e da quest’ultimo attingere alcuni interpreti.
Il grossolano errore che, a mio parere, si sta facendo e’ far uscire i titoli del nuovo cartellone a singhiozzo …qualche giorno fa si e’ detto della Traviata, oggi sento Le Nozze di Figaro e la terza ancora non si sa, ma c’è da scommettere che la renderà nota l’uscere del Teatro!
Il cartellone andava pubblicato alla prima di quest’anno (non vi e’ dubbio) ma visto cosa e’ successo, quello del 2012 dovrà essere pubblicizzato solennemente in una conferenza stampa presieduta dall’intero staff nominato e non per vox populi.
Quando parla Pasqualetti significa che qualcosa di grosso bolle in pentola; Pasqualetti, infatti, è il principale ispiratore della politica cultural/musicale regionale (e per esempio l’ispiratore – se non il vero e proprio estensore – della legge regionale sullo spettacolo dal vivo nella quale fa la parte del leone proprio la sua Form, chiedere all’Orchestra Rossini di Pesaro per credere).
L’unico aspetto positivo da cogliere nell’intervento, in cui si preannuncia in sostanza la creazione di questa rete (che come tutte le ammucchiate si rivelerà una fregatura per tutti, tranne …. che per la Form che così si blinda definitivamente in tutti i teatri messi in rete), è che l’anno prossimo forse ci sarà Henning Brockhaus allo Sferisterio, cioè un grande professionista, uno che avrebbe avuto tutte le carte in regola per la direzione artistica, al quale, ovviamente, non si sarà pensato neanche per un istante, tra Pizzi, lazzi e Messi.
La volpe, solo nelle favole non arriva all’uva.
@MARCHIORI: La ringrazio molto per aver sottolineato la poca eleganza di Pasqualetti nel rammentare la “palla” di Turandot ha colto- spero di non errare- con quanta sufficienza si cerca di liquidare una parte della storia dello Sferisterio e che proprio dalla sua liquidazione ha origine la grande sconfitta che a Macerata è stata inflitta. E la sconfitta porta anche la firma di Pasqualetti. Abbandonare quell’idea di Teatro che guardava al mondo, che dava lavoro ai maceratesi, che portava turismo, che si poneva nelle Marche e in Italia come capofila imprescindibile, è stata attuazione di un disegno ben preciso con il primo tratto teso alla decapitazione di Orazi, che lui sì che è stato il traghettatore della sua Salomè portando a dimenticare i cartelli e le grida contro la “lirica borghese”! Poi con una bella nomina di Presidente perchè ormai il curriculum era ” formato”.Perchè queste cose Pasqualetti non le ha dette allora e le dice adesso? Perchè quando Meschini e Silenzi continuavano a dire che i maceratesi stavano pagando i debiti di Orazi, non è stato così preciso e puntuale?
Certo Andrea. non serve a niente vivere di nostalgia ma cosa è cambiato se non peggiorato in questi anni ? Solo i direttori artistici mentre chi dovrebbe fare il politico, perchè tale si definisce, senza però partecipare al voto popolare,occupa e presiede ruoli, funzioni e posti continuando a dare lezioncine da quattro soldi.
@Carletta
Polemizzare sul PD e’, come direbbe Travaglio de mc, sparare sulla crocerossa. Non vi e’ dubbio che la politica abbia fallito: buco di bilancio a fronte di risultati qualitativi mediocri. Sentir dire da Pasqualetti di essere tesserato PD, di partecipare alle riunioni ma di essere estraneo all’attività politica e’ la prova provata della sconfitta della politica stessa, ovvero chi fa politica prende le distanze da se stesso.
Ricordo che si grido’ allo scandalo quando sfilarono le pellicce durante una rappresentazione perché era stato profanato il tempio della lirica…quello era davvero il tempio dell’opera classica oggi e’ un contenitore vuoto con su scritto “Festival”…ma di che cosa se non c’e’ un Direttore, un cartellone, un cast.
Detto questo, oggi mentre i primari studiano (e litigano) il malato sta morendo e non si salverà con medicine non reperibili. A mio parere servono strategie e progetti nuovi, meno dispendiosi ed e’ per questo che dico di inventare un nuovo Festival (se l’alternativa e’ il circuito). Il 2012 oltre ad essere il ventennale della Traviata di Svobota e’ anche il decennale della sua scomparsa ed allora perché non istituire il “premio Svobota” assegnato al miglior giovane talento, conferito da una giuria d’onore composta dai grandi della tradizione maceratese…Bruson, Ferretti, ecc.
Non vorrei che lo Sferisterio faccia la fine di un edificio che doveva essere ad esso strettamente connesso: VILLA LAURI. A testimonianza di ciò riporto qualche titolo:
– E. H. ERCOLI, “La Capanna dello zio Tom”, Il Messaggero, 22 maggio 87;
– “Voto unanime sull’Università della Musica”, Il Resto del Carlino, 5 luglio 87;
– E. FIORENTINO, “E come docente la Fracci”, 12 dicembre 87;
– G. BOMMARITO, “Montalbano, gioiello in rovina”, 8 settembre 88;
– G: DI MODUGNO, “C’era un progetto per Villa Lauri…”, Corriere Adriatico, 6 maggio 1989.
Ebbene questa dimora che il Presidente della Provincia Otello Di Stefani aveva coraggiosamente sottratto al patrimonio della sanità e sul cui utilizzo qualcuno aveva fantasticato varie università (della musica, della danza, della terra delle malinconie ecc.), tanto da portarci anche il Rambaldi del King Kong, venne miserabilmente alienata nel 2002 all’Università di Macerata.
Vorrei sommessamente ricordare che proprio a quel tempo il gramsciano della spettacolazione Pasqualetti era un assessore esterno alla cultura…
CONOSCENDO I MIEI LIMITI DI ANALIZZARE GLI SPETTACOLI LIRICI NON DO NESSUN GIUDIZIO SULLA LORO VALIDITA E ORGANIZZAZZIONE. MENTRE LA MIA ESPERIENZA MI PERMETTE DI DARE UN GIUDIZIO SUI BILANCI DI QUESTO ENTE AVENDOLI CONOSCIUTI E ANALIZZATI 1995/2004 E POSSO DIRE CON CERTEZZA CHE IL MODO COME SONO STATI GESTITI I SOLDI DEI CONTRIBUENTI ERA DA RABBRIVIDIRE, E PENSO CHE DOPO IL 2004 LA SITUAZIONE NON SIA CAMBIATA. E NELLO SPERPERO IN TEMPI DI VACCHE GRASSE NON SI E’ SALVATO NESSUN PARTITO DI CENTRO, DESTRA E SINISTRA COMPRESO L’INTERVISTATO.
MA OGGI SULL’ORLO DEL BARATRO ECONOMICO VA RIVISTO E RIDIMENSIONATO TUTTO, ALTRIMENTI MENTRE LA NAVE AFFONDA CONTINUIAMO A SUONARE E BALLARE COME SE LA NAVE NON FOSSE NOSTRA.
@PENNA BIANCA: Siccome i bilanci li ho visti anche io e non sono bilanci di un tomaificio può spegare per cortesia com’è cambiato l’indotto economico dal 1995 al 2004? Perchè un conto è approfittare di una situazione florida e fare investimenti, un conto è sperperarli alla cieca.Pasqualetti fa una analisi molto lucida e vera che emerge anche dalle analisi dei revisori dei conti. E cioè oggi si ha un budget superiore rispetto al 1999, considerate anche le svalutazioni. Rimane sempre la domanda: perchè lo dica adesso e non lo abbia detto in questi dieci anni. Mi risulta che nelle famose riunioni di partito dicesse tutt’altro.
Simpatica l’analisi di ansio litico, un consorzio inventato per far sì che le realtà positive apportino a quelle negative, come vuole la bassa ideologia seguita dagli ex-comunisti. Ma Pesaro è entrato nel Consorzio? Così giusto per sapere
Pasqualetti fa il suo mestiere (salvaguardare la form) e naturalmente blindando l’orchestra fa si che le briciole (se ci sono) se le dividano pochi altri (coro, etc.)
La qual cosa sarebbe ineccepibile se come in altri luoghi i soldi provenissero da privati per cui avete mai sentito qualcuno criticare la stagione sinfonica della form sulla qualità, sulle scelte del programma propinato annualmente ? Ci credo che si stanno buttando sul barocco e sulla musica moderna (Allevi e il Papa …) e questo sarebbe musica sinfonica ? Ma per favore …
Ricordiamoci in fin dei conti sopratutto che stiamo a parlare di soldi pubblici, soldi di tutti
hhttp://www.cultura.marche.it/CMDirector.aspx?id=9761
hhttp://www.cultura.marche.it/CMDirector.aspx?id=9828
http://www.cultura.marche.it/CMNews.aspx?id=10382
@ CARLETTA: Non so a quali riunioni di partito avrei detto cose diverse se me lo ricordi te ne sarei grato?
Invece a te che conosci bene la questione molto probabilmente in prima persona, mi spieghi perchè il consiglio provinciale fece una commissione d’inchiesta con solo rappresentanti di partito sia di maggioranza che di minoranza che avevano interesse politico a ripianare i svariati miliardi di passivo accumolati, e non vennero inseriti i consiglieri che avevano sollevato il problema e che in commissione portarono in evidenza condraddizioni? A comferma ti puoi documentare con i verbali di commissione o di consiglio. Questo per il passato, invece cosa pensi per il futuro che la comunita provinciale non solo quella della città di Macerata dovra continuare a pagare i disavanzi fatti con gestioni approssimative e politiche,anche con la crisi economica che viviamo? Non si puo continuare a tirare la corda, perchè è molto vicina alla rottura.
@PENNA BIANCA Ma non mi riferisco a lei..la domanda è a Pasqualetti!
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Bravo Pasqualetti, i maceratesi devono smetterla di farsi del male. La città ha creato tante professionalità, poi la classe politica di turno le fa girare a vuoto. Quando L’assessore Giancarlo Quagliani, Benedetti, e pochi altri inventarono lo Sferisterio per Macerata, molti di questi interlocutori di cronache maceratesi, non erano ancora nati.Poi ci furono le coraggiose direzioni degli Ass.ri David Calise e Bruno Mandrelli che con invidiabile successo, portaroni la stagione lirica maceratese su tutti i migliori quotidiani otaliani e internazionali. Ora cosa succede? Che significa questa transizione? Se ci mettiamo velocemente un po più di umiltà e buona volontà, le persone qualificate e idonee non mancherebbero di certo. Lo stesso Mandrelli è stato un protagonista del nuovo statuto approvato dalla mia commissione 4^ del comune di Maceerata, Ricordo anche che l’attuale presidente della Provincia Antonio Pettinari, fu l’ideatore del treno della lirica “Rimini – Macerata, Pescara – Macerata. Siamo ancora in tempo mettiamoci dopo il 4 Novembre intorno ad un tavolo. Buon Lavoro Ivano Tacconi
@ Tacconi,
Un pò carente, e in parte taroccata, la sua ricostruzione sul ritorno della lirica allo Sferisterio dopo 45 anni. Mi è stato detto da più di un cronista dell’epoca che, oltre a Calise, anche Lei agli inizi non fosse tra i favorevoli. Ma tanta acqua è passata sotto i ponti ed è giusto “guardare avanti”, come ama ripetere buonisticamente ad ogni piè sospinto. Comunque fà bene, ci vogliono in Consiglio anche i vecchi giovanilisti come Lei. Però, per favore, non proponga nuovi tavoli di confronto. Non le bastano quelli delle infinite ed inconcludenti verifiche amministrative?.
Caro Ivano,
sono curioso di sapere dove e con chi stavi nel 1964 (con l’Agip? con l’Eni? con la Snam? con la democrazia cristiana? con le poste ecc.?) e di quali professionalità stai parlando. Non mi pare che l’Arena/Sferisterio come la chiamarono i tuoi provinciali amici, detta anche Opera Festival ai tempi di Maulo o Sof abbia prodotto un critico, un cantante, un musicista. Ogni anno vengono citati i quattro “vip” di casa nostra e i cittadini sono tenuti lontani dal tempio degli scrocconi. La verità è che lo Sferisterio è una delle tante casematte gramsciane conquistate dai comunisti ed in mano agli ex comunisti.
Ecco una buona ragione per farla finita con i “musici” dello Sferisterio.
L’amico Pasqualetti accarezza un circolo, fno a farlo diventave un pò vizioso e in molte sue risposte sembra emergere il vecchio Pasqaletti quadro di Partito, bravissimo a non dire nulla ma a diro molto bene
Dice infatti che “Pizzi ha dato tanto”.
Ma qui mi pare che i conti, tra dare/avere, abbiano un grosso sbilancio di esercizo tra quato è stato strapagato e quanto ha reso.
Tra l’altro, visto che dice che al Form è “a tutti gli effetti un azienda” e che “La Form su Macerata non guadagna una lira” presumibilmente si concede una licenza poetica-amministrativa poichè egli presumibilmente è poco pratico di stati patrimoniali e conti economici.
E non prenderei proprio letteralmente nemmeno quanto dice che lo Sferisterio “ha un ritorno d’immagine notevole”..
Forse qualche anno fa (quando Macerata Opera era sulle pagine dei giornali specializzati di tutto il Mondo), ma negli ultimi anni (per una serie molteplice di poco nobili motivi, che non sto a ricordare perchè sappiamo benissimo tutti) questo ritorno di immagine è assai, molto, drammaticamente appannato.
Basta vedere i pochi, spauriti autobus di turisti (italiani e stranieri) che giungono oggi per l’Opera e ricordarsi “le carovane” che, a TUTTE le rappresentazioni, avevano una quindicina di anni fa.
@Carletta: le chiacchiere stanno a zero, se si mettono insieme Ancona, Jesi e Macerata, si mettono insieme un teatro che dal punto di vista nazionale sta nella c.d. “lirica minore” (Ancona), cioè a zero perchè non beneficia di alcun contributo pubblico del F.U.S. (così che sta rapidamente andando verso una chiusura, dopo l’inizio battagliero di circa 10 anni fa, e nonostante una fortissima iniezione di risorse di Comune di Ancona e Regione), un “teatro di tradizione” di serie B (cioè Jesi), che campicchia con stagioni rimediate finanziate quasi integralmente dal FUS e che ha conclamatamente bisogno di coproduzioni per sopravvivere (per esempio: quelle con Treviso), ed un “teatro di tradizione” come Macerata che, pur ridotto nello stato pietoso che è sotto gli occhi di tutti, è quello più finanziato. Ora, è evidente per qualsiasi “stratega”, se anche non abbia le doti imprenditoriali di Agnelli o Marchionne (dico, ovviamente, in senso ironico) che un teatro come lo Sferisterio ha tutto da rimettere ad appiccicarsi dietro Jesi e soprattutto Ancona. L’unica struttura che ci guadagna è proprio e solo la Form, che senza la stagione anconitana perderebbe dei (preziosi) giorni di lavoro per i suoi orchestrali: ecco l’unica ragione per la quale si cerca di salvare Ancona ….. quanto all’orchestra Rossini di Pesaro, non so secondo lei in cosa avrebbe dovuto “entrare”; il mio riferimento su questa orchestra era alla legge sullo spettacolo dal vivo, che è stata modellata sulle esigenze della Form e che, come dice “Continuiamo a farci del male”, lascia a tutti gli altri operatori le briciole di quella che forse un tempo era una torta, ed ora al massimo è una crostatina su cui l’unico soggetto che metterà la zampa è appunto la Form.
P.s.: mai avuto nulla a che fare con il comunismo in vita mia …..
TACCONI CHE DICE BRAVO A PASQUALETTI della serie, il compromesso storico 30 anni dopo…ops volevo dire Dorico, scusate
@ANSIO LITICO: appoggio la sua lettura a pieno infatti ex non era riferito a lei
E’ apprezzabile e condivisibile per “realismo” l’idea di fondo che muove l’argomentazione di Renato Pasqualetti. Dico del taglio politico e “sociale” che sta dietro e dentro il suo intervento. Quanto lui propone deve essere infatti letto, e così io lo leggo, nell’ottica di una “cultura” che non sia solo ed unicamente un “oggetto estetico”, vale a dire di qualità ( che comunque è inclusa nella argomentazione),quanto nella sua “funzione sociale”: dico dei posti di lavoro, parlo dell’eventuale indotto,, insomma, in quella direzione e “investimento” che è il compito fondamentale della Politica. Quando siamo alle strette con tagli bestiali, quando una classe politica ( non solo di destra, dico del Parlamento) non riesce ( o non vuole o non volle) “sanare” se non con condoni e altre miserie l’Italia che stava ( e sta) franando, allora si è certi che l’allarme non è cosa effimera. Si ritiene “strutturale” la riforma delle pensioni e si aggira la questione italiana, il suo male cronico, che è e rimane l’evasione fiscale più alta del mondo, si dice che dobbiamo essere europei o americani, dimenticando che Al Capone fu arrestato per evasione fiscale, si autorizzano gli evasori che hanno portato all’estero i capitali chidendo per il rientro l’Obolo di San Pietro del 5%, quando in Francia è il 35%. Si dice che dobbiamo adeguarci all’Europa, dimenticando che gli stipendi e le pensioni dei nostri amici europei non sono da fame. Bene, in tutta questa bizzarra Opera Buffa o vero Melodramma, insomma in un periodo di “crisi” io ritengo che la Cultura possa non essere solo “fruizione” ma occasione di lavoro. E vengo a Macerata, al nostro Sferisterio, non sottraendomi al dibattito. L’ipotesi della Struttura regionale non è da azzerare, se questa, come sostiene Pasqualetti, funge unicamente da “coordinamento” o, se si vuole, intercettazione e coordinamento di alcune eccellenze, ai fini di un risparmio. Altra cosa è lo Sferisterio, la sua identità, la sua tradizione. Uno Sferisterio che noi amiamo ( negli attivi e nei passivi di bilancio) ma che noi dobbiamo risolvere nella attuale patologia. Il nuovo Statuto voluto dal Comune e votato alla unanimità è uno “strumento” che potrà mobilitare nuove energie e, come spero, una relazione diversa con i privati. Non ho mai partecipato al toto Direttore, ritenendo questo anno di transizione, una transizione che dovrà però essere “attiva”, concreta. A mio avviso spetta al nuovo Consiglio di Amministrazione essere in “nuovo” soggetto, forte, capace di guidare questo anno difficile. Sappia questo nuovo Consiglio recuperare ( a proposito di lavoro) quella Scuola di Macerata che ( fin dai tempi di Calise, passando per Orazi) ha lavorato con passione, impegno e anche sacrificio. Si parta dal basso, da noi, dalle maestranze, si faccia una Traviata con ciò che già c’è nel magazzeno, si facciano sacrifici per questo anno, ma si facciano con i maceratesi. Qualsiasi sia il Direttore che verrà, o il Traghettatore, stia, agli “Ordini” del Consiglio di Amministrazione, con bilanci preventivi chiari ed analitici come i consuntivi.
forse ci conviene “spedire” tutti gli appassionati della lirica a Verona. biglietto e albergo a 5 stelle compreso ! chiuderemmo il bilancio in attivo
Non c’è bisogno visti gli ultimi avvenimenti e il cartellone che si prospetta per quest’altro anno…
Andare avanti, perché? Se una cosa va male ed è in forte passivo va chiusa, poi riaprirà quando i maceratesi avranno estinto questa classe politica e ci sarà qualcuno che lo fa per passione e volontà… x ora dico chiudiamo e infischiamocene di Pasqualetti e Carancini…. i politici dovrebbero fare quello che il popolo vuole e da quanto si legge, il popolo vuole che non si faccia la stagione ponte… 8Che cmq durerà fino alle dimissioni di Carancini, io una stagione ponte di altri 4 anni non la voglio!!!)
Surreale (al limite del fantascientifico) l’intervista odierna, del Maestro Pizzi, sul Resto del Carlino.
@CERASI: Ho avuto modo di leggerla anche io e non è altro che quello che mi aspettavo.
E’ accaduto lo stesso con la Ricciarelli: prima la città si è piegata ai suoi voleri- se non ricordo male si sono anche dati da fare fino all’inverosimile anche per trovarle una casa- e poi quando le cose si mettono male i maceratesi abbandonano la nave e quella che prima era una nave bella e comoda, diventa una zattera da abbandonare.NON CONDIVIDO LA REAZIONE DI PIZZI ma la politica di questa città a questo ha portato.Ad un Direttore Artistico a cui è stato fatto credere mare e monti e che adesso, in un delirio da onnipotenza professionale dà dell’ignoranti ad Assessori, al Sindaco, al Presidente della Provincia.E si permette di dire che lui ha portato un teatro in bancarotta ad un livello internazionale.
Tutto il contrario di quello che dice Pasqualetti.
Sono un fan di Orazi e se Pizzi si riferiva a lui dicendo di aver preso un teatro in fallimento allora dico che se qualche maceratese non ha il coraggio di dirgli in faccia che mai Orazi si è permesso una tale caduta di dignità- e il tempo ha dato ragione a lui- allora ognuno ha quello che si merita
@carletta
Per la Ricciarelli, in origine, se non ricordo male (sono passati diversi anni) il contratto doveva essere 2+1 (cioè arriva a cartellone già deciso, l’anno successivo fa il suo e vediamo cosa succede e poi, semmai, avrà anche il contratto per il terzo anno) che si trasformò (non ho capito bene ancora come) in 3 anni secchi….
Mi sembra di ricordare (ma sono passati molti anni e magari ricordo male) che uno dei pochi che cercò di chiedere spiegazioni (ma non mi pare che ne ottenne un granchè) ad una riunione di Maggioranza fu l’allora Capogruppo Carancini non soddisfatto per nulla che il contratto si era magicamente trasformato in 3 anni.
Sempre se non ricordo male il Carancini chiese direttamente spiegazioni al Sindaco (Meschini) anche in tono molto contrariato dati i non buoni risultati dopo 2 anni di Ricciarelli…
Su Pizzi onestamente non saprei cosa dire; se non erro aveva già allestito qualcosa allo Sferisterio, precedentemente alla sua nomina, ma perchè venne scelto e quali furono i passaggi, quali le promesse, quale il percorso, ecc. ecc. sono per me un mistero.
Di certo a qualche riunione di maggioranza ho partecipato in cui si parlava di Lirica ma perchè la scelta cadde su quel nome non lo ricordo proprio.
Sull’articolo odierno del Carlino il Maestro Pizzi dice una cosa giusta, cioè prese lo Sferisterio in una situazione non certo brillantissima.
Però dissento sul fatto che, preso dalle stalle, lo abbia portato alle stelle….
Inoltre credo che (ammesso e non concesso che quello che dice il Maestro sia vero)è mancanza di classe autoglorificarsi per i risultati positivi (eventualmente) ottenuti da se stesso.
Sull’ignoranza che Pizzi da alla politica locale potrebbe avere anche ragione (non mi sembra che vi siano così tanti melomani o esperti di Lirica tra i nostri politici) però anche qui c’è una caduta di stile: non si sputa nel piatto dove si è mangiato (non mi sembra proprio a prezzi popolari!!!) fino a ieri.
Quello chè però mi inquietà è il futuro: nessuno sembra avere idee chiare per i prossimi anni ed anche sull’anno di transizione (e sui nomi che circolano per questo anno sabbastico), sulle eventuali realistiche idee per il rilancio, su eventuali accordi con Ancona e Jesi, su come rilanciare lo Sferisterio facendolo uscire da una realtà diventata sempre più provinciale, su come fare assai meglio operazioni streategiche di marketing e pubblicità, su come trovare nuovi sponsor mi sembra che vi sia moltissima confusione sotto il sole….
Non vorrei che tutto questo gran can-can che si è sviluppato attorno all’Opera maceratese nasconda in realtà la ricerca di molti pirati di un ultimo arrembaggio, alla nave che affonda, per cercare di rubare tutto il possibile….
@CERASI: Pizzi fu proprio con la Ricciarelli che venne a Macerata, a sentir loro così tanto amici. LoSferisterio l’ha preso disastrato dalla sua amica Ricciarelli o Pizzi voleva dire altro?
Ha ragione ,uscite una più infelici dell’altra ma se il Presidente interviene qualcosa bolle in pentola così come è preoccupante che lui elargisca lodi a qualcuno,quel qualcuno avrà diverso e avverso destino.
Nella pentola c’è chiaramente il Consorzio, questa specie di papocchio dal quale possono trarre vantaggi solo le Muse e la Form e qualcuno in Regione già pensa ad un bel concerto ForMuse organizzato da Pasqualetti and Friends
@carletta
Io ricordo solo che un giorno [ora non ricordo con precisione se era alla Radio 3 o alla TV3, comunque un 3 c’era 🙂 ], veniva intervistata la Ricciarelli e durante l’intervista (durata almeno 10 minuti) si è parlato di questo, di quello, della carriera, di Baudo, di cosa faceva, di cosa avrebbe fatto ma la Ricciarelli, nemmeno per sbaglio, ha detto 1 sola parola sullo Sferisterio: e per fortuna che ne era il Direttore Artistico.
Su Pizzi brancolo nel buio: però so che molti attori (e talune comparse) del percorso che ha portato il Maestro a diventare Direttore Artistico per 6 anni sono ancora tutti in vita e potrebbero fare luce.
Così come si potrebbe fare luce sul contratto del Maestro: clausole, esclusive, dettagli, ecc.
Questo perchè sembrerebbe che, nonostante sui giornali locali il Maestro difenda a spada il “suo” SOF non è che, poi, questo suo bambino sia proprio in cima ai suoi pensieri visto che, molto spesso, è altrove con altre produzioni.
Ma se spesso è altrove: come si spiega l’ingente contratto che qualcuno gli ha fatto sottoscrivere?
O come si spiegano i vari contratti di cui si è parlato in questi giorni o quanto è costato l’allestimento del Lauro Rossi?
O come è finita tutta la storia della sartoria e dei costumi arrivati da Roma?
Quello che a me fa profondamente inc@zz@re è che chi sa, tra i politici, di tutta la questione tace…
@CERASI Ha toccato il punto ” lo Sferisterio non è in cima ai pensieri”.Ed ecco perchè io batto e come Lei mi inquieto nell’avere risposte dai politici, dai quei politici che dovrebbero preservare il nome di Macerata.Perchè quel desiderato confronto pubblico non c’è stato più? Eppure una parte del Pd lo agognava e lo voleva. Le segnalo l’intervento della Giorgi sul quotidiano locale, favorevole e auspicante nel riconoscere ad Ancona una posizione preminente nell’asse regionale. Questo andrebbe ad affossare realtà autonome come jesi e Macerata.Le ricordo che alla Direzione Artistica delle Muse venne chiamato Orazi, allora Sovrintendente a Macerata. Altro groppone di una egemonia che a qualcuno non è mai piaciuta.Ma l’egemonia dell’allora MacerataOpera fu guadagnata sul campo e occupò anche le Muse tantochè le maestranze ( tecnici, sarte, direttori di palcoscenico ecc.)andarono in trasferta ad Ancona. Altro groppone quello di riconoscere un knowhow dei lavoratori maceratesi.Tutto casuale? le segnalo altra casualità: molti dei lavoratori maceratesi si sono trasferiti a Jesi. Infine La invito a meditare sul cartellone del Lauro Rossi. Ci trova qualcosa di anomalo?Cogito ergo..dubito
@carletta
Scusi quale cartellone Lauro Rossi, poichè c’è quello delle Opere Teatrali, quello del Jazz, quello della Stagione Concertistica ed anche quello del SOF
@CERASI quello della prosa, ovvio. Prosaico
http://www.comune.macerata.it/Engine/RAServePG.php/P/149641CMC0400/M/28501CMC0122
Scusi la mia ignoranza in materia, ma ho visto il cartellone sul sito del Comune.
C’è la collaborazione con l’AMAT (che mi sembra sia in piedi da diversi anni) , la collaborazione con l’APM (che però mi sembra che, in casi simili, collabori anche su altre iniziative di caratere culturale maceratese) e la Banca dell’Adriatico (presumo sia lo sponsor principale) ma non mi sembra di aver notato nulla di particolare….
Però io non so se ci sono collaborazioni, amicizie, scambio di favori, allestimenti in condivisione, ecc. ecc. tra tutte le compagnie che verranno a fare le rappresentazioni, o gli autori, o gli attori, o gli scenografi, o i registi, o i costumisti, ecc. ecc…..
Vedo che si apre con uno spettacolo in collaborazione con il Teatro Stabile delle Marche (http://www.stabilemarche.it/organigramma.asp) di Ancona
chi ha contribuito a causare la “malattia” dello Sferisterio si accredita oggi come “medico curante”
@LAMBERTO: Le ho risposto sull’articolo di Marcolini
@carletta
ho letto la sua risposta, molto articolata e, dal mio punto di vista, condivisibile
grazie