Fotovoltaico selvaggio, Macerata prima nelle Marche

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Pannelli fotovoltaici in provincia

Mettere da subito una moratoria alla realizzazione di megaimpianti fotovoltaici in campagna per evitare che entro la fine dell’anno i pannelli coprano una superficie agricola grande quanto duemila campi da calcio, con gravissimi danni ambientali, paesaggistici ed economici. E’ quanto chiedono alla Regione Marche la Coldiretti, la Cgil, Polis Nova e Laboratorio Recanati, che hanno presentato il primo dossier sul fotovoltaico selvaggio nel corso di una conferenza stampa svoltasi ad Ancona. Nel mirino delle associazioni il fenomeno che in questi ultimi mesi sta vedendo le colline marchigiane ricoperte da enormi distese di pannelli.

E la provincia in cui il fenomeno è più evidente è quella di Macerata. Secondo il dossier curato dall’architetto Riccardo Picciafuoco  i terreni agricoli che nei primi cinque mesi del 2011 sono stati occupati da grandi impianti fotovoltaici (oltre i 200 kilowatt di potenza) coprono circa 570 ettari. Il triplo dell’intero 2010 (200 ettari). Dopo la provincia maceratese, con 190 ettari, seguono Ancona (160), Pesaro Urbino (100), Fermo (80) ed Ascoli (40).

Per quanto riguarda le nuove domande già presentate, la stima è che per la fine dell’anno potrebbero essere coperti dai pannelli altri 900 ettari di terreni agricoli, arrivando a superare quota 1.500 ettari. In pratica, una superficie pari a 2 mila campi di calcio.

E si comincerebbe proprio a Macerata, con un maxi impianto che una società spagnola vorrebbe realizzare in Contrada Boschetto, con 50 ettari di terreno occupati e una potenza di 24 megawatt.

Secondo il dossier, nelle Marche si costruiscono mediamente più impianti su suolo agricolo e più grandi, il triplo rispetto alla Toscana e il doppio rispetto all’Umbria. In percentuale, la superficie agricola sacrificata è invece vicina a quella della Puglia, che dispone di un territorio prevalentemente pianeggiante.

“Impianti senza alcuna connessione con l’attività agricola ma realizzati al solo scopo di ottenere gli incentivi, spesso ad opera di gruppi finanziari addirittura stranieri – hanno sottolineato Giannalberto Luzi, presidente di Coldiretti Marche, Selly Kane segretario confederale Cgil Marche, Claudio Segattini, presidente di Polis Nova, e Franco Frapiccini di Laboratorio Recanati -. Al contrario serve una nuova legge regionale che uniformi le procedure di autorizzazione su tutto il territorio, e va incentivata la collocazione del fotovoltaico  nelle sole aree urbanizzate o degradate, sfruttando discariche e cave dismesse e, soprattutto, i tetti dei capannoni industriali e artigianali, gli edifici produttivi agricoli e quelli pubblici e privati in genere”.

Al grido d’allarme lanciato da Coldiretti, Cgil, Polis Nova e Laboratorio Recanati, hanno aderito anche altre 12 associazioni: Italia Nostra, Slow Food, Vas Marche, Agritur Aso, Associazione tutela e valorizzazione Valdaso, Codat Osimo, Gruppo società e ambiente Senigallia, Lupus in fabula, Luoghi comuni, Metauro nostro, Pro natura Marche, Salviamo la Val Potenza.



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