Don Peppe Branchesi è il “Treiese dell’anno”. Si è svolta ieri pomeriggio, nel corso della Festa del Raviolo e del Calcione, al Teatro Comunale di Treia la cerimonia di consegna dell’ambito titolo. Scelto dai componenti della Pro loco di Treia, Don Peppe ha accolto il riconoscimento con grande entusiasmo e, come presidente onorario dell’associazione Polentari d’Italia, ha voluto condividere questo felice momento con gli associati che hanno risposto al suo invito dal resto d’Italia.
Alla cerimonia, hanno partecipato anche Monsignor Claudio Giuliodori, vescovo di Macerata, il sindaco di Treia Luigi Santalucia, il presidente italiano dei “polentari” Bastiano Arcai e Francesco Pucciarelli, presidente della Pro Treia che ha consegnato al treiese dell’anno un quadro raffigurante la centralissima piazza di Treia.
A festeggiare il popolarissimo ‘don Peppe’ anche il Presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, Pier Francesco Castiglioni, preside dell’ITC “Gentili” di Macerata (dove don Branchesi ha insegnato per tanti anni); Antonio Pettinari, don Renato Gaglianone, assistente ecclesiastico nazionale di Coldiretti -il premiato è l’assistente provinciale e regionale della stessa associazione.
Altri due ospiti hanno emozionato la platea. Il grande campione di pugilato, Nino Benvenuti che in diretta ha rivolto commoventi parole di saluto al ‘Treiese dell’anno’ promettendo una sua prossima visita a Treia. A salutare al telefono l’olimpionico e più volte iridato dei pesi medi, anche l’amico fisioterapista (ed ora scultore) Nazzareno Rocchetti che nell’aprile 1967 al Madison Squadre Garden di NY (una diretta Tv che tenne alzata, querlla notte, l’Italia sportiva e non) era all’angolo del campione italiano sul ring contro Emil Griffith. “Un match dalla violenza impressionante -ha ricordato Rocchetti- ad un certo punto vidi la mia ‘manichetta’ rossa di sangue: era quella di Nino!”.
Un altro ospite ha emozionato la platea: don ‘Terremoto’. Don Cesare Grassetti, il parroco di Cesi che rimase ferito dalle prime scosse in quel drammatico settembre 1997, si è messo in contatto con l’amico ‘don Peppe’ dalla Casa del Clero di Camerino, dove ora vive.
Dai Polentari un’altra grande testimonianza d’affetto: una foltissima delegazione proveniente da tutt’Italia (Nord, Centro e Sardegna) con a capo Bastiano Arcai da Oristano si è stretta intorno a colui che ha presieduto l’associazione per oltre dieci anni. Dal palco è stata letta una bella ed intensa lettera del cardinal Ersilio Tonini ed altri messaggi provenienti da tutta Europa al ‘caro don Peppe’.
Una serata piena di applausi e di emozioni che è stata condotta dalla prof. Alessandra Fermani e dal giornalista Maurizio Verdenelli (la regia è stata del dottor Umberto Patassini) e che si è conclusa con una cena coronata dal classico dolce locale: il calcione, garnde dop marchigiano, nel cui nome insieme con quello del raviolo, proprio ieri 22 maggio Treia organizza da 47 anni una famosa sagra.
(foto di Genesio Medori)
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Strano non ho ancora letto emiliano Fratini, Che cosa avrebbe detto in merito?
Io penso che di tutto il grande pubblico autorità cvili sportive e religiose,( mancavano quelle militari) gli unici assenti erano i giovani.
Che cosa avrebbe detto Ersilio Tonini che è un fervido sostenitore dei giovani?
Presenza delle stesse persone che due anni fa venivano invitate a votare Capponi, cosa si fa pur di acquisire una poltrona!!!
Io come promesso ieri pomeriggio sono andato a Treia a mangiare i calcioni ( squisiti anche quest anno ) ed ho potuto vedere molti bambini e giovani affollare la piazza,chi per ascoltare la musica o chi per ammirare un trampoliere o chi per farsi pitturare il viso da due ragazze.Quindi penso caro Pierini che Tonini può dormire tranquillo.
Per Carlo Valentini: infatti come cambiani le cose in 2 anni. Don Peppe Branchesi oggi invita tramite i suoi parenti di votare Pettinari!!!
Che dire, io ho grande rispetto per la Pro Loco e per il grande impegno ed entusiasmo profuso nell’organizzazione delle loro iniziative, specie negli ultimi anni con il positivo impegno di forze e idee giovani.
Non a caso le recenti manifestazioni messe in piedi hanno avuto il giusto premio da parte del pubblico con una crescente partecipazione di gente non del luogo a testimoniare la bontà delle idee di fondo.
Però permettetemi di essere critico (costruttivamente si intende, non in modo distruttivo) su questo premio. Per una cosa come il titolo di treiese dell’anno ti aspetteresti molto di più. Un premio che ha una valenza importante per la comunità, vista la pompa magna della cerimonia e la grande risonanza mediatica riscossa, non può essere deciso e assegnato ad esclusiva discrezione di una cerchia di poche persone quale il consiglio direttivo della Pro Loco. Occorre ripensare al modo per allargare la base elettorale che dovrebbe prendere questa decisione nel modo più trasparente e condivisibile possibile. Attualmente le associazioni (definite i rappresentanti della società treiese) possono proporre un nome motivandolo ma il loro parere non vincola in nessun modo la delibera finale.
E’ così che escono fuori nomi quali Capponi nel 2009 e Don Peppe nel 2010, due nominativi che hanno suscitato non pochi malcontenti per le rispettive motivazioni. Così il premio non esce dalla dimensione locale e rischia di perdere interesse per avviarsi, infine, al declino. Bisogna alzare il tiro, non fossilizzarsi sullo scenario e/o sull’amico più immediato: è simile alla miopia di cui parlavo nell’altro articolo.
Di questo passo si cade nell’ovvietà (esempio: se pensiamo a chi potrebbe essere il premiato per l’anno 2011 già potremmo azzardare una risposta simile a quella finale) mentre il premio dovrebbe essere un volano per tenere altissima l’attenzione sulla città di Treia.
Egregio Sig Meo io intedevo la presenza di giovani alla cerimonia del triese dell’anno presso il teatro comunale. Io ero presente.
I ragazzini erano in piazza a godersi la festa e le bellezze di Treia.
Tonini secondo me non sarebbe stato contento di vedere la passerella forzata delle “autorità”.
Il Grazie a Tonini è per i valori trasmessi alle passate generazione e nonostante l’età attualmente è un vescovo moderno capace ancora di attirare i giovani. Sicuramente lui non avrebbe preteso il Campetto di Calcio a San Lorenzo di Treia ma l’avrebbe costruiti dove stanno i ragazzi.
@ pierini
Per il campetto di calcio a San Lorenzo bastava evitare giustificazioni manzoniane; di sicuro era meglio farlo in altro luogo.
Oppure il campetto è stato realizzato per chi d’estate, tra una pomiciata e l’altra, non vuole perdere la tensione fisico-emotiva
Il campo di calcetto a San Lorenzo? L’ha detto anche il sindaco nell’intervista pubblicata su Cronache Maceratesi: è destinato prima agli ospiti della parrocchia di S. Lorenzo (quindi del vescovo) e poi ai giovani della città (il senso è questo).
Mi pare ovvio che se io sono un giovane di Treia e voglio giocare a calcetto non vado a S. Lorenzo che mi sta lontano 7/8 kilometri ma vado diretto in un altro Comune o mi sposto nelle frazioni di Passo di Treia o Camporota.
ho finalmente letto Emiliano Fratini che come pensavo è un giovane di Treia.
Emiliano alla tua frase finale “mentre il premio dovrebbe essere un volano per tenere altissima l’attenzione sulla città di Treia” aggiungerei ” e un’occasione per diffondere e esaltare tra le giovani generazioni i veri valori della vita” . Certamente non è l’auto esaltazione delle cose fatte specialmente per coloro che per scelta di vita dovrebbero farle per missione.
Tutto il resto è divertimento personale che esula dalla missione scelta.
Emilano spero che avrai molti altri amici impegnati come te. Io ti vedrei bene tra candidati per le prossime amministrative.
Ti faremo sensaltro la campagna elettorale.
Complimenti Don Peppe, veramente meritato questo premio!!!
Anna M.