Domani, 1° maggio 2011, a Roma si terrà la Beatificazione di Papa Giovanni Paolo II. In tutta la città sono attesi molti fedeli in arrivo da tutto il mondo.
In occasione di questo evento invitiamo i maceratesi a condividere un ricordo del “Papa di Tutti”. Un commento in calce a questo articolo, ma anche un testo, un video e delle foto che potete inviarci all’indirizzo [email protected]
Iniziamo dal ricordo del Comune di San Severino Marche:
Il 18 maggio 1991 un bagno di folla accoglieva in piazza Del Popolo, a San Severino Marche, la visita di Papa Giovanni Paolo II. Oggi, a distanza di diversi anni, la comunità settempedana ha deciso di ricordare, e celebrare con rinnovato e sentito spirito di fede, quella straordinaria giornata. L’Amministrazione comunale ha riprodotto, in un poster affisso all’ingresso del Municipio, la cartolina ricordo realizzata esattamente venti anni fa per celebrare quello straordinario evento. Quella cartolina, che ritrae un pontefice sorridente e la bella e suggestiva immagine di piazza Del Popolo, venne inviata dal Comune ai settempedani emigrati in occasione della Santa Pasqua. Come rispose monsignor Domenico Marinozzi, all’epoca vicario apostolico di Soddo – Hosanna in Etiopia, al gradito omaggio: “San Severino con la visita del Santo Padre ha vissuto uno dei momenti più gloriosi della sua storia”.
IL SINDACO MARTINI: “VIVO IL RICORDO” – “Il ricordo della visita di Giovanni Paolo II, quel 18 maggio 1991, è ancora molto vivo in tutti noi. In molti uffici del Comune e nelle case di tanti settempedani campeggia l’immagine simbolo di quel pomeriggio con il Papa che parla ad una folla immensa di fedeli in piazza Del Popolo”. Così il sindaco Cesare Martini, venti anni dopo celebra, alla vigilia della beatificazione di Giovanni Paolo II, quello straordinario appuntamento con la storia. “Ricordo ancora la lunga attesa rotta dal passaggio, sopra le nostre teste, dell’elicottero dell’Aeronautica Militare che atterrò alle 17 in punto al campo sportivo. La banda cittadina salutò con le note dell’inno vaticano quei momenti. Il Papa fu ricevuto dall’allora sindaco Alduino Pelagalli che era accompagnato dall’ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, Emanuele Scamacca, e dall’allora Prefetto di Macerata, Michele De Feis.
Poi il corteo papale attraversò viale Mazzini, via Matteotti e via Eustachio tra due ali di folla fino ad arrivare in piazza Del Popolo dove non ho mai visto tanta gente come in quella occasione. Un mare di folla. Giovanni Paolo II commosse tutti dicendo di essere felice di iniziare la sua visita pastorale alla nostra antica e fedele diocesi incontrandosi con i settempedani. Poi il Papa lasciò la piazza attraversando via Ercole Rosa, viale Bigioli, viale Eustachio e via Settempeda dove ad attenderlo c’erano ancora migliaia di persone. I giornali, le radio e le tv di tutto il mondo parlarono di quell’incontro che rimarrà per sempre impresso nella nostra memoria insieme al ricordo di un Papa straordinario – conclude Martini – che ha saputo entrare nelle nostre case e rimanerci per sempre”.
LA LAPIDE IN MEMORIA DEL SANTO PADRE – Una lapide commemorativa ricorda a tutti i settempedani, ma anche ai turisti ed ai visitatori che giungono in città, la visita del Santo Padre quel giorno del 1991. Sulla stessa, posta sul lato destro della facciata del Comune, vi si legge: “Il 18 marzo 1991 in questa piazza gremita di autorità e popolo Giovanni Paolo II invocò il disarmo dei cuori per un futuro di pace. La Città grata al Santo Padre e all’arcivescovo Francesco Gioia”.
IL LIBRO DI PACIARONI “I PAPI A SANSEVERINO”- Sono quattro i passaggi dei Papi nella Città di San Severino Marche. Li ricorda nel volume “I papi a San Severino”, edito nel dicembre del 1991 dal Comune, lo storico settempedano Raoul Paciaroni che scrive proprio con riferimento alla visita di Giovanni Paolo II: “E’ stato un avvenimento destinato a rimanere nell’animo e nella memoria di tutti i settempedani.
A San Severino non si verificava un simile evento da quasi cinque secoli: l’ultimo Papa a mettervi piede era stato Paolo III nel lontano 1543. La pur breve visita di Giovanni Paolo II a San Severino è stata vissuta e sentita dai settempedani come l’unica, storica ed irripetibile presenza del Papa fra loro – aggiunge sempre nel suo libro Paciaroni, sottolineando – Dagli scritti degli annalisti e dai documenti risulta con certezza che la città era già stata onorata, nei secoli passati, dalla augusta presenza di tre altri Pontefici: Nicolò V nel 1449, Pio II nel 1464 e Paolo III nel 1543”. Un’ appendice allo stesso volume si chiede se anche Clemente VII passò a San Severino. “L’annalista locale Valerio Cancellotti – scrive l’autore – ammette recisamente che Clemente VII onorò con la sua presenza Sanseverino nell’anno 1530, mentre il grande storico Paolo Giovio vuole il passaggio del Pontefice, per le nostre contrade, nel 1522. L’indagine accurata che abbiamo compiuto, specie nell’archivio storico del Comune sanseverinate, non ci ha condotto ad una conferma della notizia data dai due storici. Abbiamo invece raccolto una serie di dati i quali dimostrano che in entrambi i viaggi compiuti attraverso le Marche da questo Papa, egli non passò mai per San Severino”.
Nelle foto: alcuni momenti della visita del Papa a San Severino Marche
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Cosa ricordare di Carol Wojtyla, Giovanni Paolo II, in questo momento di gloria?
Beh, per esempio le tante domande sulle tante ombre del suo pontificato alle quali nessuno ha mai risposto nè risponderà, tra profumo d’incenso ed inni di gloria.
Eccone qualcuna.
1) Perchè non consentì mai che Mons. Paul Marcinkus chiarisse con la giustizia i moltissimi dubbi sollevati dal suo disinvolto operato alla guida dello Ior, compreso il coinvolgimento dell’istituto nell’omicidio di Roberto Calvi (con tutte le varie attività criminali connesse)? perchè protesse Marcinkus fino alla morte, obbligandolo al silenzio? silenzio su cosa?
2) Perchè consentì (se non ordinò) allo Ior diretto da Marcinkus di finanziare pesantemente – con i soldi del Banco Ambrosiano e con la collaborazione di Roberto Calvi, che guardacaso proprio al papa scrisse l’ultima sua accorata lettera, quando sentiva che stava per morire, di fatto minacciando di svelare segreti pericolosi per il Vaticano – sia la “rivoluzione” di Solidarnosc nella sua amata Polonia, sia feroci dittature centro e sud americane in funzione “anticomunista”?
3) Perchè dopo che fu di fatto accertato che il Banco Ambrosiano aveva perso mille milioni di dollari per opera delle attività svolte con lo Ior (quelle di cui al punto 2 che precede) il Vaticano si rifiutò sempre – con il consenso del Papa, ovviamente – di restituire questi soldi fino a quando non venne raggiunto un accordo con la liquidazione del banco che ottenne l’elemosina di 250 milioni di dollari? Perchè il Papa non fece si che la chiesa facesse fronte alle proprie responsabilità?
4) Perchè dopo l’attentato di Ali Agca (che taluni vedono come un avvertimento della mafia siciliana, che aveva i perso i propri soldi nel default del Banco ambrosiano, affinchè il Vaticano restituisse i soldi, serviti a mantenere regimi militari in sudamerica e Solidarnosc in Polonia) il Papa concesse all’Opus Dei lo status di Prelatura personale che attendeva da decenni? Forse per ringraziare la stessa Opus Dei per la collaborazione prestata per l’estinzione dei debiti di santa romana chiesa con la mafia???
Queste sono solo alcune domande collegate con il principio del pontificato di Wojtyla, molte altre potrebbero seguirne …..
No, non ci siamo, santa romana chiesa sceglie sempre di beatificare personaggi inquietanti, come “San” Josemaria Escrivà de Balaguer, compromesso con il regime di Franco, e sospetto di aver affermato che Hitler non poteva aver ucciso sei milioni di ebrei, perchè saranno stati al massimo tre o quattro milioni ……
Il mio ricordo è uno solo, mi manca tanto.Beato Giovanni Paolo II: aiutaci a migliorare questa Società, fa che i Giovani trovino un lavoro stabile e che le famiglie siano più sicure. Il 1° Maggio 2011 festa dei lavoratori, sarà in eterno la data della Tua Beatificazione.
Caro Ivano anche per te è arrivato inesorabilmente il tempo di Villa Cozza!
Questo è il mio ricordo
http://www.google.com/imgres?imgurl=http://img.studenti.it/images/giovani/main/news/articoli/foto100/papa_pinochet250.jpg&imgrefurl=http://cliveowen.net/pictures/wojtyla-pinochet&h=265&w=250&sz=58&tbnid=4ABgdx8V_ltgOM:&tbnh=212&tbnw=200&prev=/search%3Fq%3Dwojtyla%2Bpinochet%26tbm%3Disch%26tbo%3Du&zoom=1&q=wojtyla+pinochet&hl=it&usg=__xTX64QMyYv58J0zVt3P3s3tUUJQ=&sa=X&ei=sFS8Ta_BB5DJswatyoCLBg&ved=0CCUQ9QEwAg
Per me è stato IL PAPA!! L’unico a riuscire a parlare al cuore della gente! Quando arrivò a Macerata ero in corso Cavour e non dimentico l’emozione che provai a vederlo passare!!
Varsavia, 1943 un soldato tedesco sta per sparare al polacco in fuga quando una voce dall’alto dice “non sparare, quel polacco un gorno sarà papa”
Ed il soldato tedesco risponde “ed io?”
La voce dall’alto: “tu, dopo”
…che tristezza certi commenti,comunque domani 1° maggio e’ un grande evento per tutti…Giovanni Paolo II un grade Papa che ha fatto la storia.
Nel 1992 ero anch’io all’inizio di Corso Cavour quando è passato, ero alla celebrazione al campo fiera della sera stessa e al mattino, dopo il pellegrinaggio a piedi a Loreto, mentre tornavo a casa l’elicottero bianco si stava alzando per riportarlo a Roma.
Tutto in quel giorno e in quella notte è stato un’emozione indimenticabile, non solo perché era il “Papa”, ma perché è stato un uomo che ha sempre saputo trasmettere la sua gioia di amare Dio e gli uomini.
Peccato per chi non lo ha saputo vedere…
Liana Paciaroni
Grazie, Giovanni Paolo II
http://www.youtube.com/watch?v=IST42JmcdRU&feature=fvst
L’avevo già incontrato in Aula Nervi nel 1980. Pochi minuti, scambio di due battute, una foto insieme. Quando venne a Macerata, tuttavia, mi diedi da fare per poterlo rivedere da vicino. Avevo un desiderio che può giudicarsi tranquillamente infantile, ma più forte di me: guardarlo da vicino negli occhi. Così riuscii ad ottenere un pass per ricevere la Comunione da lui: mi dicevo “stavolta, sia pure in quell’attimo, ci guarderemo negli occhi da vicinissino”. Ma quando gli fui davanti non riuscii a sostenere il suo sguardo, che era profondissimo, che ti scavava dentro, sia pure con amore, e dovetti chiudere gli occhi. Ci riuscii mentre usciva in processione dalla celebrazione, e gli tirai un bacio. Se ne accorse, perché mi benedisse. Un’ultima volta ravvicinata lo rividi in Aula Nervi pochi mesi dopo, quando andammo come diocesi a ringraziarlo per la visita. Eravamo sulla transenna, con un’icona in bella vista: si accostò e ci chiese “Di dove siete?”. Rispondemmo “di Macerata”. “Viva Macerata!”, replicò sornione. Ecco: in mezzo al grande e sterminato mare di buone opere compiute da questo umanissimo gigante della fede, potevo solo mettere questo sassolino di un ricordo. La prima foto dell’80 (e quella del ’95 con i miei occhi chiusi) le tengo sopra il letto: binomio inusuale. Un grande santo insieme a un povero peccatore.
era un uomo che faceva il papa, e come tale, secondo me, non era esente da peccati, quindi non dovete scandalizzarvi se alcuni di noi lo trattano come un uomo.. le considerazioni del signor Antonio Maria non sono campate in aria, così come è altrettanto vero che ha fatto delle aperture straordinarie verso le altre religioni, e questo è molto importante.. comunque “a pelle” emanava bontà e rimaneva simpatico rispetto a chi lo ha preceduto.. ora comunque non c’è più e (anche Lui) merita il rispetto che si deve ai defunti..
scusate se scrivo qua ma tra i milioni di miliardi di banner e l articolo principale sul papa anticomunista non trovo l articolo sull evento della giornata: 1 maggio festa dei lavoratori!!
qualcuno potrebbe mettere il link?
ogni occasione è buona per commenti polemici, poveri e negativi ….se neanche una persona come Giovanni Paolo II ha addolcito i vostri cuori penso che il male esista d’avvero …
@Antonio Maria Golini.
Caro Antonio, noi ci conosciamo benissimo e ci stimiamo…..questa volta non condivido una virgola di quanto hai scritto forse frutto di poca informazione.
Già Giovanni Paolo I (forse per questo “eliminato”) aveva stroncato tutti i vertici dello IOR quando era arcivescovo di Venezia, e così ha continuato Giovanni Paolo II. Di certo se ci pensi bene, un papa, in questi tempi, non può tagliare la testa ai cardinali che si macchiano di reati…li allontana e cerca di rimediare cosa che ha fatto egregiamente Giovanni Paolo II!
Ma non ha fatto solo questo….ha fatto molto altro per la gente e il sociale…basti pensare che è riuscito a riunire tutte le religioni del mondo attorno a se!!! Se non è un miracolo questo!
Mi spiace Anto’ (apprezza la mia confidenza che mi permetto per l’amicizia che ci lega) questa volta hai toppato!
Caro Tommy, con altrettanta stima e confidenza ti dico che sul tema del default (chiamiamolo così) dell’Ambrosiano ho letto libri su libri, compresi gli atti del processo Calvi.
Per quanto concerne Luciani, fu proprio per impedirgli pesanti riforme della curia vaticana e dello Ior che – forse – è stato ucciso. Sul punto ti segnalo “In nome di Dio – La morte di papa Luciani”, di D. Yallop (Tullio Pironti Editore), in cui si giunge alla (condivisibile) conclusione che l’indomani del giorno in cui morì Luciani fosse in procinto di annunciare grosse novità nell’organigramma vaticano, Ior compreso.
Giovanni Paolo I non riuscì mai quindi a “stroncare” nulla, anzi, quando era patriarca di Venezia si scontrò proprio con Marcinkus sulla vendita del 51% della Banca Cattolica del Veneto, di proprietà dello Ior, all’Ambrosiano di Calvi, e perse la partita (uno dei motivi per i quali Marcinkus poteva avere motivi di temere per la sua elezione a papa).
Quanto ai legami Ior/Ambrosiano, essi sono stati documentati in svariate sedi processuali anche penali, non ultima la liquidazione coatta amministrativa del Banco, e d’altra parte fu proprio Marcinkus a consegnare a Calvi le c.d. “lettres de patronage” con le quali riconosceva che alcune delle società “offshore” create da Calvi con l’Ambrosiano erano di proprietà dello Ior, quasi a garantirne le esposizioni debitorie; peccato che però le lettere furono ritirate da Marcinkus proprio quando Calvi era lì lì per fallire, e questo tra l’altro innescò la tragica fine della vita di Calvi, con la sua disperata fuga in Svizzera prima ed a Londra poi.
Prima di Calvi, la finanza vaticana era stata gestita da un certo Michele Sindona …. e non aggiungo altro.
Che c’entra Wojtyla?
Beh, a parte il fatto che il papa difficilmente può essere all’oscuro di cosa fa lo Ior, risulta che parte dei miliardi di dollari persi dall’Ambrosiano (per decisione dello Ior) sia finita proprio – e guardacaso – in Polonia …. a finanziare Solidarnosc …. il resto, invece, in centro e sudamerica a finanziare dittatori in funzione anticomunista.
Che poi Calvi, l’Ambrosiano e pure lo Ior avessero gestito soldi della mafia siciliana, anche questo risulta da vari atti che adesso non sto qui a sciorinare: ripeto che pur essendo stato accertato che il passivo dell’Ambrosiano ammontava a circa 1000 milioni di U.S.$, il Vaticano ne pagò solo 250 all’Ambrosiano, ma si suppone che altri soldi siano stati girati dall’Opus Dei direttamente alla mafia creditrice, anche per evitare ulteriori attentati a Sua Santità oggi beato Wojtyla. Che guardacaso concesse subito dopo all’Opus Dei lo status di “prelatura personale”, che rappresenta il solo ed unico caso attualmente esistente di applicazione di questo particolare istituto canonico.
Ora, Tommy, sono certo di non possedere la verità assoluta, ci mancherebbe, ma quello che ti ho sopra succintamente riassunto viene da paginate e paginate di libri letti in questi ultimi 5-6 anni …..
Se non sono certezze, almeno qualche dubbio lo giustificano su Wojtyla, no?
Non è tutto oro ciò che luce ……
E’ ancora vivo il ricordo e l’emozione degli incontri con il Papa Beato Giovanni Paolo II a Macerata, ma soprattutto nell’immensa vallata di Montorso, dove ancora ho bene in mente tutta la notte passata a pregare, poi l’arrivo dell’alba ed il risveglio dolce dato dalla sua voce.. momenti che suscitano ancora in me dei sentimenti forti che non dimenticherò mai. Un grande Papa che ci ha insegnato a non avere paura della fede..
@Antonio Maria Golini.
Caro Antonio, di libri ve ne sono tanti giornalisti e “giornalai” scrivono di tutto, facendoci credere che sanno tutto ed invece molto è frutto della loro fantasia. Addirittura c’è gente che scrive che non siamo andati sulla luna e che le torri gemelle sono state solo demolite.
Non credo a quei libri! Anzi quello che scrivi te conferma la grandezza di Giovanni Paolo II che, se fosse vero (io non ci credo), è riuscito a finanziare “il crollo del muro di Berlino”.
La grandezza di questo Papa Beato è data dal suo carisma, dal suo modo di porsi alla gente…io l’ho incontrato due volte Una appena eletto all’aula Nervi, ho solo data la mano…era un giovane papa atletico- immenso che ti dava un certo senso di timore. Poi l’ho incontrato a Cesi il 3 Gennaio 1998 in occasione della visita per il terremoto..un vecchietto gobbo, claudicante, malandato che però…e’ questa la sua grandezza quando ha cominciato a parlare si è ritrasformato in quel gigante che era da giovane.
Il papa, pur conoscendo chiaremnte parte di quello che combinano le “finanze vaticane”, non si occupa di investimenti danarosi…ma di investimenti delle anime…E CI E’ BEN RIUSCITO FACENDOSI PIANGERE ANCHE DA CAPI RELIGIOSI DI ALTRE CONFESSIONI SPESSO IN CONTRASTO CON LA NOSTRA!
Tre milioni di persone al suo funerale e 1 milione e mezzo per la sua beatificazione non sono “poveri illusi” ma gente che ha ben giudicato e guardato le opere di questo Santo Papa.
@Tommaso Martello: caro Tommy, io ho fatto il riassunto di fatti storici riportati anche in atti e sentenze di processi celebrati avanti a tribunali italiani, poi uno può crederci o no. Si tratta però di fatti circostanziati e molto coincidenti fra loro.
Ognuno può giudicare a seconda del proprio credo e della propria opinione.
Tu dici che se è vero ciò che dico, Wojtyla “è riuscito a finanziare il crollo del muro di Berlino”. Beh …. insomma, al di là del risultato che può piacere o meno, non è che il papa è andato in una filiale di banca, ha offerto un’ipoteca su San Pietro, ha chiamato un notaio, ha fatto un mutuo e poi ha dato i soldi a Solidarnosc dicendo “fate crollare il muro di Berlino”.
Non è questo ciò che risulta essere avvenuto.
Lo Ior, su richiesta del papa, avrebbe obbligato il Banco Ambrosiano di Calvi a prendere i soldi dell’Ambrosiano stesso (cioè dei clienti dell’Ambrosiano), utilizzarli per costituire società offshore e con quelle finanziare a destra e sinistra.
Non è proprio la stessa cosa, mi sembra. Non è una cosa molto pulita, onesta e legittima, mi sembra.
In aggiunta a ciò, forse (ma è molto probabile) lo Ior ha usato anche i soldi della mafia siciliana, che infatti per averli indietro ha progettato ed eseguito anche l’attentato del maggio 1983 (se non erro).
Calvi è morto ammazzato. Sindona (custode dei segreti dello Ior prima di Calvi) pure. Insomma, tutto questo ha provocato morti, truffe, furti, etc. etc.
E Wojtyla ha coperto fino alla fine Paul Marcinkus, che grazie a lui si è portato i suoi segreti nella tomba.
Insomma, io lascio che a giudicare sia ognuno, il mio giudizio è severissimo anche perchè questo comportamento contraddice totalmente i messaggi evangelici. Certo un santo è colui che pratica il vangelo, non colui che semina una scia di morti e crimini anche se fosse per “abbattere il muro di Berlino” …