Il dg della Maceratese Maria Francesca Tardella
di Filippo Ciccarelli
Qualcuno, tra la trentina di tifosi presenti nel settore ospiti del “Comunale” di Chiaravalle, prendeva la via anticipata del ritorno a casa, dopo il terzo goal subito dai biancorossi. Probabilmente perché esasperato dall’ennesima figuraccia che la Maceratese andava ad offrire contro la Biagio Nazzaro, su un campo ostico, statistiche alla mano, ma che è comunque casa di una squadra tranquilla, quasi matematicamente salva, che poco o niente ha da chiedere a questo campionato. La Maceratese, invece, sembra non riuscire a capire certe cose. Forse il prefisso Fulgor fa dimenticare a qualche giocatore che la squadra per cui offre le sue prestazioni sia in realtà l’erede della Maceratese, una società che mal sopporta umiliazioni interne contro l’Atletico Piceno, al pari di batoste come quelle prese a Chiaravalle, ad Urbania, oppure in casa contro la Fortitudo Fabriano. Sta di fatto che, se l’atteggiamento dei giocatori in campo è a volte indisponente ed ai limiti della decenza calcistica, rimangono oscure anche certe scelte di chi la squadra la manda in campo. Ci riferiamo a Pierantoni, ma anche a Sabbatini; i due allenatori hanno confermato la presenza di Bonsignore dal primo minuto nel 90% dei casi in cui l’attaccante ex Cingolana è stato a disposizione; così è stato anche nell’ultimo match contro la Biagio Nazzaro, dove la punta di Messina è stata preferita a Testa, giocatore under che di recente ha messo in mostra una forma più che buona, andando a segnare goal belli come quello confezionato a Fermo. Testa è stato invece inserito a metà del secondo tempo, e se non fosse stato per un fuorigioco molto dubbio che gli è stato fischiato avrebbe anche trovato il goal, avendo saputo sfruttare l’errore del portiere biagiotto in uscita, che aveva perso il pallone, mettendo così il giovane attaccante biancorosso solo di fronte alla porta vuota. La riprova dell’impalpabilità in attacco di Bonsignore nella sfida di domenica è stata data dai cori dei tifosi locali, che cantavano ironicamente “Bonsignore uno di noi”.
L'attaccante della Maceratese Gabriele Bonsignore
Motivo ulteriore di dubbio è stata la decisione di sostituire Cavaliere con Martinelli; il giovane portiere biancorosso è stato battuto di nuovo su calcio piazzato, addirittura in due occasioni. Se sulla prima punizione Martinelli non poteva fare nulla, sulla seconda sono evidenti le sue responsabilità. Troppo spesso è accaduto che il giovane portiere venisse trafitto da calcio da fermo (per citare alcuni episodi oltre a Chiaravalle, anche Montegranaro e la partita in casa con l’Ancona). Anche sul terzo goal, quello di Colella, Martinelli non ha nemmeno provato a chiudere lo spazio, mimando appena la parata. Insomma, non si sono registrati interventi da parte dell’estremo difensore di Corridonia. Altre decisioni prese dalla panchina hanno avuto dell’incomprensibile: perché levare Petrucci (che pure aveva giocato male) subito dopo aver incassato il 2-0 ed inserire al suo posto un difensore come Borgiani? La Maceratese, che pure doveva segnare a tutti i costi per scalare la classifica in vista dei play-out quasi sicuri, è andata ad avanzare Grcic levando un’ala come Petrucci giocando di fatto a tre in difesa, perché Leopardi si sganciava spessissimo ed andava a fare il centrocampista di fascia aggiunto. Situazione poi sancita dal cambio Benfatto-Testa avvenuto al 19’ del secondo tempo e che ha visto un ulteriore sbilanciamento della compagine biancorossa. Insomma, anche i segnali dati dalla panchina sono stati piuttosto contrastanti, ma in ogni caso è bene ricordare ai giocatori che vanno in campo che fare un punto in cinque partite è una media da retrocessione. Siamo purtroppo sicuri che alla stragrande maggioranza di quelli che la domenica indossano la maglia biancorossa questo discorso non sortisca alcun effetto. Ma le future avversarie che la Maceratese potrebbe ritrovarsi ad affrontare, se le cose continuassero così, rispondono al nome di Chiesanuova, Trodica di Morrovalle, Cuprense, Torrese e via dicendo.
Il gigante croato della Maceratese Tomislav Grcic
Ed allora i nomi dei “prodi” che avrebbero permesso un tale scempio sarebbero ricordati da tutto il pubblico biancorosso, anche quello che ha gettato la spugna e non si fa vedere all’Helvia Recina, visto l’ennesimo campionato di passione. Ci sono state annate in cui la Maceratese è retrocessa, ad esempio dalla serie D, perdendo all’ultimo secondo e tuttavia applaudita dai propri tifosi: questo perché, pur difettando di tecnica e qualità, il cuore, l’impegno ed i polmoni non sono mai mancati. È la situazione contraria a quella attuale, dove scorrendo la rosa che compone la Maceratese ci si dovrebbe chiedere perché la squadra non è lì con Fermana, Ancona e Tolentino, ma sta lottando per non sparire nell’inferno del regionalismo più ignoto, ovverosia per non retrocedere in Promozione. C’è qualcuno che pensa sul serio che la qualità delle squadre che precedono la Maceratese sia immensamente più alta? La Maceratese deve guardarsi dentro. I giocatori devono capire perché il loro stadio è l’Helvia Recina e non un campetto recintato con delle margheritine che crescono ai lati, specialmente i giovani dovrebbero pensare che alcuni anni fa, per esempio, i giovani biancorossi rispondevano al nome di Valiani, uno che oggi gioca in sere A; che scomparire nell’anonimato è il peggiore dei destini e che la dignità ha un prezzo maggiore della busta paga che ricevono puntualmente dalla società. Il Centobuchi è arrivato a tre punti di distacco, domenica c’è il Montegranaro. Rialzati, Maceratese, oppure soccombi definitivamente.
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Se ricordiamo Valiani,ricordiamo anche Colantuono e Graziani!!!!
Ricordare Colantuono ci vuole un bel coraggio, ricordiamoci il suo comportamento quantomeno discutibile di Reggio Emilia? E’ l’unico giocatore in Italia che per due volte, e contro la stessa squadra (Il Teramo), si è fatto espellere dentro gli spogliatoi durante l’intervallo! Graziani veniva regolarmente fischiato tutte le domeniche !! Io ricorderei invece gli esempi dei Rega,dei Ciappelloni, dei Mazzanti, dei Prenna, dei Ferretti e tanti altri che prima di perdere una partita sputavano veramente sangue!!
sig. valentini secondo me lei dice una cosa che non corrsiponde alla realtà, Graziani per la curva e la gradinata è sempre stato un idolo sempre e solo incitato; dalla tribuna luogo frequentato solo da certi tifosi piovono fischi. distingua.
Per quanto riguarda Graziani mi ricordo molte contestazioni e ne sono testimone per il semplice fatto che prendevo sempre le sue difese considerandolo un giocatore di categoria superiore come poi si è verificato.
L’esempio nell’articolo si riferiva appunto ai giovani, come poteva essere uno come Valiani, che a Macerata arrivò ventenne, mentre Graziani è un po’ più grande di lui (quando giocò con i biancorossi credo fosse intorno ai 25 anni). Altrimenti ci sarebbero stati tantissimi altri esempi di ottimi giocatori da poter menzionare, ma non certo “under” (penso a Spuri, secondo di Garella quando questi era il portiere dell’Hellas Verona che vinse lo scudetto! Oppure all’indimenticato Cvetkovic). Sicuramente, al di là dei differenti valori tecnici, c’è una discrepanza nelle motivazioni e nel carattere tra quei giocatori e molti di quelli che scendono in campo oggi che è sconfortante, a maggior ragione per ragazzi di 18-20 anni…
“oppure soccombi definitivamente “dell’estensore dell’articolo , mi sembra eccessivo , ed in questo momento , francamente inopportuno.Cui
prodest?Ma ritornando all’aspetto tecnico mi domando perche’ dei 30 giocatori utilizzati in campo ed in panchina in questo campionato solo uno del capoluogo è stato pressoche’titolare, diversamente dal passato quando una percentuale significativa dei giocatori era di Macerata . I citati Prenna ( celebre la leggenda metropolitana che circolava riguardo i suoi parastinchi ricavati dai paraurti della “500” a testimoniarne le sue capacita’gladatorie) e Rega (ingaggiato a suo tempo dalla Libertas Bari , come noto ,si stabili definitivamente in citta’disputando numerosi campionati) ne sono un esempio ,oltre a decine e decine di giocatori , che costituivano l’asse portante e la leadership della squadra , rimasti indimenticabili nella memoria dei tifosi , diversi approdati in serie A e tutti innamorati ,vivendo in citta’, dei colori biancorossi. A che serve avere un settore giovanile con
circa 200 ragazzi se poi da tempo , le probabibilta’ per i migliori , quantomeno dell’approdo in prima squadra sono pressoche’ zero .Parliamo di un campionato di eccellenza (non di serie A).Ma poi con quali risultati?? Evidentemente delle due l’una , o i tecnici del settore giovanile non sono in grado di preparare adeguatamente i giovani tanto da non fornire gli innesti ed i ricambi necessari alla prima squadra (ma i risultati di settore di fatto smentiscono questa analisi) oppure il costoso “regime ” procuratoriale che
impedisce la continuita’ e l’intesa , attualmente vigente , (la girandola di 30 giocatori francamente è troppo) si è dimostrato da anni un fallimento .
Caro Filippo, si sente lontano un miglio come le tue critiche provengano dalla passione e dal cuore di un giovane legato da una grande passione per la squadra della sua città che purtroppo, per lui e per le giovani generazioni, gli ha regalato più delusioni che momenti di gioia.
Inutile pertanto richiamarsi a dei ricordi lontani e fare dei raffronti con situazioni che hanno poco in comune.
Mancano soltanto poche partite; chiedo pertanto ai tifosi di fare un ulteriore atto di fede continuando ad essere vicini alla squadra sino al termine del campionato.
Forse, con una grande prova di carattere ed una dimostrazione di compattezza, la salvezza potrebbe essere ancora alla nostra portata.
Sono daccordo con l’amico Andrea, nel calcio a volte succedono i miracoli, speriamo che questa volta tocchi a noi!!! Forza ragazzi perchè i numeri ancora non ci condannano e tutto è possibile, basta volerlo!!