Sarà che in questi giorni non si parla d’altro che di meretrici. Ma, anche senza i fatti di attualità stretta, la metafora usata dal segretario provinciale dell’Udc Augusto Ciampechini di fronte agli stati maggiori del partito riuniti a Roma non lascia spazio all’immaginazione: “Se oggi passassimo dal precedente matrimonio con Franco Capponi, improvvisamente rotto per un incidente tecnico e non per una crisi politica, a capitanare (anche con il candidato presidente) l’ammucchiata che il PD locale ci propone (con IDV e SEL per intenderci!) o ad una corsa in solitaria senza che questa sia maturata dal basso (ed abbia ragioni politiche non solo riconducibili al quadro nazionale) daremmo proprio l’immagine di una meretrice e squalificheremmo il nostro partito in un territorio che ancora ci guarda con interesse perché crede nella nostra affidabilità, ci segue con attenzione e ci premia con un consenso molto ampio”.
Se non è una dichiarazione d’amore, poco ci manca. E questa frase, solo l’ultimo passaggio dell’articolato intervento di Ciampechini suona come un vero e proprio appello a Casini e Cesa. Chiara la volontà di riproporre alle prossime provinciali la stessa alleanza che nel 2009 portò alla presidenza Franco Capponi. Altrettanto chiara la volontà di non rinnegare nulla di quanto fatto in Regione. “Alle ultime elezioni regionali” ha chiosato Ciampechini “l’Udc maceratese ha trovato l’unità grazie al lavoro e alla credibilità personale del nostro segretario regionale Pettinari che ha saputo raggiungere un accordo veramente “politico” quando ha chiesto ed ottenuto un programma caratterizzante e l’estromissione dell’estrema sinistra dal governo della regione. Così superate le grossissime difficoltà che voi ben conoscete si è dato vita al laboratorio Marche.
Il Laboratorio è anche servito al nazionale per gettare un ponte al PD e per far emergere le contraddizioni di un partito, il PD appunto, che si dice Democratico ma che ha ancora il cuore (cioè la base) rivolto al passato (l’appello di Bersani, l’invito di D’Alema e la risposta dell’altro ieri del nostro leader Casini lo dimostrano). Il Laboratorio Marche dunque è stato utile!
Non tanto per il suo peso politico (la nostra Regione è piccolina e certo non una delle più importanti) quanto per un ragionamento politico antitetico al fallimentare bipolarismo che aveva necessariamente bisogno di esempi concreti, tangibili (e il laboratorio Marche appunto lo è stato)”.
Ciampechini, quindi, punta sull’alleanza con il centrodestra e lo ribadisce ancora una volta: “Noi maceratesi non ci siamo concentrati però solo sul lavoro amministrativo territoriale ma abbiamo anche dato il nostro contributo politico alle elezioni successive, quelle regionali, ed anche se abbiamo trovato notevoli resistenze siamo però rimasti fedeli e leali. Pur comprendendo la linea politica nazionale che alle amministrative vede il delinearsi di una corsa in solitaria per affermare le ragioni del cosiddetto 3° polo, chiedola possibilità di verificare, anche alla luce delle ultime vicende di politica nazionale stigmatizzate da precise prese di posizione del nostro presidente, e cioè quello della pacificazione, se il cammino amministrativo già intrapreso in Provincia di Macerata sia ancora un percorso politico possibile in quanto degno di prospettive per il buon governo”. Lasciando aperta, necessariamente, anche la porta ad altre possibilità: “Se non lo sarà siamo pronti ad elaborare qualsiasi altra scelta”.
Ma la linea di Ciampechini, è la stessa della segreteria regionale? Tutto l’Udc maceratese vuole riproporre lo schema di alleanze del 2009, quando il partito appoggiò ufficialmente solo alla fine la candidatura di Capponi per l’ingombrante presenza de La Destra di Storace? Il conto alla rovescia ormai è iniziato ed è chiaro come l’Udc sia un alleato tanto gradito quanto (forse) determinante sia a destra che a sinistra. La ricandidatura di Franco Capponi, il ruolo della sinistra, le scelte del Pd: tutto ruota intorno ai centristi. E qui si gioca la partita delle provinciali.
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eh beh, accettare l’ammucchiata in questi giorni pare brutto…
Singolare come, a seconda delle convenienze, si fanno astrusi contorsionismi richiamando a volte il percorso politico nazionale (facendo ipocritamente finta, nel contempo, che il percorso locale non sia influente) oppure si richiama il percorso locale (facendo ipocritamente finta che a livello nazionale non esista nulla)
Quando va ben l’UdC utilizza a livello nazionale la “teoria dei 2 forni” (aggiornamento del vecchio “O Franzia o Spagna, purchè se magna”) per giustificare localmente un alleanza con il PdL e, nella Regione vicino, un’alleanza con il Pd.
Quando questa teoria -decisa da Roma- invece non ha il suo tornaconto personale (poltrone ed incarichi) ecco che i messaggi nazionali vengo messi in soffitta e si fa il contrario di quello che da Roma propongono.
Poi il solito corollario di abusate frasi:
“per la continuità dell’azione amministrativa”;
“per un alto senso dello Stato”;
“per conservare la nostra identità”;
“per rilanciare l’azione di governo locale nel territorio”;
ecc. ecc. ecc.
Insomma i vani tentativi ridicoli di mascherare una scelta fatta più per il balletto delle poltrone che sui programmi ed i progetti.
Tutto sembrerebbe si potrebbe riassumere nella frase “chi mi da di più lo chiamo babbo”
L’oracoloUdc ha parlato: Capponi verrà riconfermato.
il PD avrà pure il cuore rivolto al passato, ma detto dall’UDC diventa quasi una barzelletta: come non notare la loro differente collocazione politica a seconda della convenienza (che loro chiamano “programma”). Il loro passato è l’eterno presente di una sistematica occupazione di posizioni che eccedono ampiamente la loro rappresentatività e il loro consenso tra gli elettori.
Premiato POLTRONIFICIO UDC.
“…Non siamo meretrici…” dice Ciampechini.
Credo gli si possa dare ragione, infatti, leggendo i giornali, sembrerebbe che tutte le meretrici siano concentrate in alcune grosse città…….
Quindi a Macerata certamente non ce ne sono.
A Macerata ci sono pero’ molti cattolici……che dovranno scegliere se stare con …..
Trovo paradossale che per non essere meretrici si suggerisca di seguire Berlusconi!
L’uscita di Ciampechini, nello stesso momento in cui a Roma Casini chiede le dimissioni del governo di centro destra, è fuori luogo e fuori tempo.
E’ inoltre in palese contraddizione con l’asserita volontà di non rinnegare il lavoro fatto in Regione che è passato “nonostante” l’UDC maceratese e non certo grazie ad esso.
Per un partito che conta tra le sue fila numerosi cattolici è poi imbarazzante doversi schierare con la Destra di Storace e con i Leghisti, in palese contrasto con il comune sentire dei cattolici maceratesi, accoglienti e solidali.
In questa fase della politica italiana le Marche possono continuare ad essere un utile laboratorio per sperimentare nuove formule. Certo che per una politica nuova ci vogliono facce nuove, non certo quelle di Pettinari e Ciampechini e questo è forse il maggiore ostacolo. Se così è, l’UDC abbia almeno il buon senso di concorrere a lanciare anche a Macerata il terzo polo, senza accampare la scusa che si tratta di “una corsa in solitaria senza che questa sia maturata dal basso”: non mi risulta che noi del “basso” siamo stati interpellati.
Dal Corriere Adriatico di oggi:
“Ancona Terzo polo, tutto pronto. Ieri a Roma, Udc, Fli e Api si sono ritrovati per mettere a punto le tappe del nuovo soggetto politico che scenderà in campo già per le prossime amministrative definendo i vari coordinamenti territoriali. Presenti i big, da Cesa a Urso passando per Rutelli senza dimenticare Sbarbati, La Malfa e il movimento di Lombardo, si è cercato di focalizzare le tappe per la costruzione di un soggetto che intende rappresentare un’alternativa agli attuali schieramenti.
Da Roma alle Marche, il Terzo polo sta per diventare realtà con i tre coordinatori, Antonio Pettinari, Udc, Mario Baldassarri, Fli, e Raffaele Delle Fave, Api, che, a margine del summit capitolino, hanno subito cominciato a esaminare la situazione marchigiana.”
Certo i coordinatori non sono proprio verginelle ma tant’è…