Da Giuseppe Pieroni, segretario provinciale del Pdci:
Sempre più si rema per allontanare la politica dai cittadini. Basta guardare il dibattito che si sta aprendo sul piano politico nazionale e, ancor più “sconsolante”, quello sulle elezioni provinciali. Fanno a gara per “schifare”, quanti, specialmente giovani si avvicinano all’impegno diretto nella politica e all’amministrazione della cosa pubblica.
Una frase potrebbe oggi, riassumere tutto. L’ “OGM del berlusconismo” si insidia sempre più in ampi settori della politica, della società civile, fino a qualche anno fa immuni a questi geni. Si propaga modificando e devastando quanto di puro, corretto ed onesto, era stato seminato da grandi uomini, “Padri della Patria”, estensori della Carta Costituzionale, in anni ed anni di sacrifici e impegno politico.
Quello che sta accadendo, da un po’ di tempo, non lascia scampo alcuno a quanti vorrebbero opporsi a questa deriva di decadenza generale. Degenera un intero sistema. Coloro che, ad esempio, nel Partito Democratico, (più precisamente, nelle radici di questo partito) in passato erano considerati, baluardo, ostacolo, all’avanzamento della barbarie politica-amministrativa, oggi, purtroppo, restano coinvolti nelle stesse metodologie, se non, nella stessa logica filosofica di attuazione. Tutto ciò che erano i valori dell’onestà, della coerenza, della serietà, dell’affidabilità, del rispetto per le regole, vengono spazzati via, per far posto, al mercanteggiamento dei posti, dei poteri, degli interessi, persino delle dignità e degli ideali.
Non si spiegherebbero altrimenti i “salti mortali con avvitamenti” da coefficienti da “sballo” che il Partito Democratico maceratese vorrebbe compiere, sul piano delle trattative per la costituzione di una alleanza che riconquisti la Provincia al centrosinistra.
Porsi in una logica di autoreferenzialità e di autosufficienza nei confronti degli alleati della sinistra, con i quali, si sono condivise in passato importanti e naturali alleanze foriere di buone amministrazioni del territorio provinciale e regionale, minimizzandone i successi e le qualità progettuali. Dimenticare o facendo finta di non ricordare che con la stessa sinistra si è condivisa l’amministrazione provinciale uscente ( Silenzi.) e con la quale si era alleati, nel 2009, nel confronto con Capponi, quella stessa sinistra che ancora oggi è partner importante nel governo di diversi comuni della provincia. Nella stessa città capoluogo ( Macerata), dove, pur con un rapporto dialogico molto aperto il ruolo della sinistra risulta fondamentale. Avviare, in questo momento un percorso conflittuale con “questa” sinistra a mio parere non è proprio una genialità. La riconquista della Provincia può avvenire solo se si è in grado di costituire una grande coalizione che abbia come comune denominatore la condivisione di un progetto programmatico ad ampio raggio che riparta da quanto lasciato di positivo dall’amministrazione Silenzi sul piano della viabilità, delle infrastrutture, sul piano energetico, sul piano della ripubblicizzazione dei servizi idrici, delle politiche di gestione dei rifiuti, nei progetti di gestione dei servizi sociali ecc. Ogni scorciatoia, che punti solo al potere per il potere, come apparirebbe una eventuale coalizione come quella dichiarata in questi giorni sulla stampa PD – UDC – IDV, io credo sia nefasta per il territorio e per i cittadini maceratesi. Ognuno nei Congressi della forza politica alla quale aderisce, esprime le linee e le posizioni che legittimamente ritiene più plausibili, osservo solo, visto l’apertura del dibattito che ha reso pubbliche più voci, che il buonsenso, l’impegno disinteressato, immune dal venire intaccato dagli “Organismi Geneticamente Modificati” ancora sussistono all’interno e nelle aree vicine al PD. Un grazie a costoro, come il prof. Gian Mario Maulo ed altri, per l’acutezza e la forza delle loro analisi. Un invito a quanti, invece dissentono, a far sentire forte la loro voce per bloccare questa deriva “Modificata” del più grande partito del centrosinistra, che piomba dritto verso un centrismo “puro” neanche tanto originale.
Un fatto sarà certo, l’esclusione della sinistra e dei comunisti, da parte del PD dalla coalizione di centrosinistra, non ci vedrà spettatori passivi di ogni ignominia politica. Denunceremo e combatteremo con tutti i mezzi quelle “praticacce” politiche, sicuramente faremo la nostra parte non svendendo nessuno dei valori di cui siamo portatori.
Una coalizione con questa sinistra, non obblighiamo nessuno a volerla fare per forza, noi metteremo a disposizione la nostra forza, le nostre idee, i nostri progetti per la costruzione di una alleanza, la più ampia possibile che permetta di riconquistare la Provincia. Per fare questo, penso, non esiste “una” sola strada, ne tanto meno “unici” compagni di viaggio. I meccanismi delle elezioni provinciali sono molto diversi dalle regionali.
Al prof. Pasqualetti, vorrei dire, anche se lo sa bene, che non c’è possibilità di futuro nè progresso, per le classi più deboli della società, quando la loro vita, le loro sorti, sono condizionate da governi che tutelano altri interessi, quelli degli affari, della finanza, dei benestanti, e che, gli stessi, hanno contro delle opposizioni che si differenziano solo per lo scranno che occupano. Oggi più che mai, c’è bisogno di chiarezza di posizioni. Noi sappiamo bene da che parte dobbiamo stare. Come sappiamo bene, cosa dobbiamo fare senza aver bisogno di consigli “interessati”.
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……La riconquista della Provincia può avvenire solo se si è in grado di costituire una grande coalizione che abbia come comune denominatore la condivisione di un progetto programmatico ad ampio raggio che riparta da quanto lasciato di positivo dall’amministrazione Silenzi sul piano della viabilità, delle infrastrutture, sul piano energetico, sul piano della ripubblicizzazione dei servizi idrici, delle politiche di gestione dei rifiuti, nei progetti di gestione dei servizi sociali ecc…….
Bellissima enunciazione di nobili inenti e soluzioni programmatiche che, però, con poche varianti si è già sentita più volte.
E mi vengono in mente le parole di una vecchia canzone….
“Che cosa sei, che cosa sei, che cosa sei….Non cambi mai, non cambi mai, non cambi mai…Caramelle non ne voglio più….e rose e violini/ questa sera raccontali a un’altra, violini e rose li posso sentire, quando la cosa mi va se mi va…Parole, parole, parole, parole parole soltanto parole, parole tra noi…Parole, parole, parole, parole parole soltanto parole, parole tra noi”
(ovviamente a parti invertite sx/dx il discorso non cambierebbe di una virgola)
Ed intanto TUTTI fingono di non vedere che in Italia, da alcune elezioni a questa parte, il più grande partito è quello del NON voto o del VOTO di PROTESTA (Liste Civiche, Partito Automobilisti, Liste 5 Stelle e via dicendo)…..
Ma se fingi di non vedere questi NON voti poi eviti di chiederti perchè tutti questi non votano più ed eviti di comprendere che, forse, troppi elettori si sono stancati delle favole che racconti….
condivido sostanzialmente l’analisi di Pieroni ( a prescindere dalla pelosa valutazione sul mandato Silenzi). In realtà il PD vende l’anima e la storia al miglior offerente.
Non intervengo sul tema della provinca, la mia posizione è scontata e conosciuta dai più.
Ma vorrei porre qualche riflessione tratte dal commento del sig. Cerasi, (al quale chiedo scusa per l’appropriazione).
“il più grande partito è quello del NON voto”
Ma in fondo a chi interessa?
Chi vince è contento (meglio il NON voto che un voto contro), forse chi perde può essere scontento, (se prendeva qualche NON voto forse vinceva?) ma non era sicuro di prenderlo, infatti non lo ha preso.
Allora ha che serve realmente il NON voto?
Chiedo scusa a Cerasi, ma la penso così ……
Tonino Quattrini
……Gianfrà..Io anche se miope, ci vedo eccomee… cerco di fare la mia parte per dare meno motivazioni possibili al Partito del “non voto”. Non posso accollarmi sul groppone tutti i guasti di questo paese. Storia detta…ridetta…sentita…Non ci posso fare niente, sono comunista dal 1972, penso e mi comporto da comunista. Mi hanno insegnato che, per ottenere un qualsiasi risultato,piccolo o grande che sia, c’è bisogno di lottare, perseverare, insistere…nessuno ti regala niente..Allora…porta pazienza se ti capiterà di rileggere cose sentite..importante, che, ci sia sempre qualcuno, che le sollevi per poterle risolvere o quantomeno migliorarle. Poi, sai com’è?…la storia personale di ognuno….Ciao Gianfrà…
@Quattrini
Il non voto (per disinteresse o noia o protesta o disilluzione o ecc.) è un aspetto poco analizzato del nostro panorama.
A livello politico si è, quasi sempre, preferito relegalo in un generico “quaunqismo”, non dargli alcun peso, fare finta che chi non vota non gli interessi per nulla le sorti della Città o del Paese.
L’alibi è granitico: chi non vota non sceglie quindi non decide quindi non gli interessa e quindi è fuori dal meccanismo della rappresentanza… quindi “chi se ne frega”.
Tanto il non voto, se non in casi particolari, colpisce sia di qua che di la e pertanto non porta grossi scompensi.
Non mi sembra che vi sia mai stato un approfondito ragionamento (in chiave politica) del perchè chi (fino a ieri) ti ha votato ed oggi non ti vota più.
Perchè sto perdendo questi elettori?
Perchè non riesco più a coinvolgere nelle scelte la popolazione?
Se invece del voto fossero “quote di mercato” (che se tu perdi qualche altro acquista)ci sarebbe un’ analisi, si cercherebbe di capire i motivi del disinteresse verso i propri prodotti o la propri attività, si proverebbero campagne pubblicitarie differenti, si migliorerebbe il prodotto, ecc…
Ma poichè -policamente- i voti che tu perdi, più o meno, li perde anche l’alta parte (e comunque i voti dei NON votanti che tu non catturi NON li conquista neanche l’altra parte) ecco che il “chi se ne frega” è genralizzato e nessuno mette mano al problema, anzi si tende aminimizzarlo, a fare finta che non esiste.
Anche sui quotidiani prima il non voto aveva “più spazio” (perchè comunque rappresentava un malessere)oggi invece c’è un tacito accordo: NON se ne parla e, se proprio se ne è costretti a parlare, ci si rifugia sul qualunquismo, disimpegno, apatia, ecc. (cercando in tutti i modi di connotare il NON voto come elemento negativo).
Il gioco (politico) è tutto incentrato nel catturare il voto degli indecisi o dei disillusi dell’altro schieramento (che comunque continuerebbero a votare)… Dover cercare di “catturare” i voti del NON voto sarebbe non solo più impegnativo ma costringerebbe anche a dover porsi delel domande e quindi a darsi dei perchè oggettivi ed onesti.
Meglio allora fare finta che il NON voto non esista….
@Pieroni
Peppe poichè tra poco festeggerai i 40 anni di militanza politica, quasi sempre attiva, in parte ti sei risposto da solo.
Io non contesto assolutamente il tuo discorso (a pare i tuoi richiami sull’essere comunista perchè ci si dovrebbe spiegare -a fondo- su cosa lo intendi oggi e come lo intendevi ieri e quali sono le tue pietre angolari di oggi e quelle di ieri, ecc., ma la discussione sarebbe lunga)che è un forte richiamo all’impgno.
Contesto il fatto che una stessa classe politica non può essere buona per tutte le stagioni e quindi non può essere sempre la stessa dell’altro ieri, ieri, oggi e pure domani.
Senza scomodare analisi sociologiche ne addentrarci nei mutamenti sociali (e globali) che sono intervenuti negli ultimi 30 anni c’è un aspetto che fa da spartiacque… l’Età.
Chi ha 70 anni ha un orizzonte di vita limitato, rispetto a chi ne ha 30 e quindi si muove e ragiona (quando lo fa, molti nostri politici – di tutti gli schieramenti- nemmeno sono capaci di farlo) nel breve periodo.
Quindi ecco che il politico non immagina come sarà la città o la Nazione tra 30 anni, ma cerca solo gli strumenti (a breve) per essere rieletto tra 5.
Il ricambio generazionale (che da noi in Italia avviene solo a causa decesso dei “vecchi”, quando oramai i giovani sono diventati anch’essi anziani e quindi già vecchi per governare) è a mio avviso necessario.
Ecco perchè sono favorevole ai 2 turni: dopo 2 mandati (in consiglio Comunale, in Regione, in Parlamento… oppure uno in Regionee l’altro in Provincia) te ne torni a casa e (per almeno diciamo 10 anni) resti per legge fuori da tutti gli incarichi politici diretti o indiretti (partecipate, consigli di amministrazione di imprese statali, comunità montane, ecc.).
Tra l’altro si avrebbe anche un “effetto collaterale” interessante: poichè dopo 10 anni sarai costretto a mollare (ed essere solo cittadino elettore ma non elegibile) il giochino degli intrallazzi, delel pastine, del tornaconto personale, delposto di lavoro in cambio del voto verrebbe ad essere fortemente ridimensionato… Poichè non puoi ambire di restare attaccato alla poltrona a vita (e quidi “costretto” a prostituirti epr essere rieletto e rieletto e rieletto) sarai finalmente “libero” di fare il bene del Paese.
Caro sig. Cerasi
Condivido la sua analisi, (anche se i motivi sono molto più ampi, almeno secondo me) ma gia nella seconda parte del suo intervento da delle risposte alla prima parte e al NON voto.
Anche se non in tutto, è condivisibile il suo ragionamento. Penso importante l’argomento e spero di poter assistere ad un dialogo costruttivo sul tema, nel prossimo futuro.
La partecipazione è il “succo” della democrazia. Lo “scontro” più è aspro e i toni “insultanti” e astiosi, più la gente si allontana dal voto.
Berlusconi è stato fatto diventare un “centro di gravita permanente”, per chi lo odia scatenando il “contro”, con il risultato di allontanare i veri problemi e l’essenza prima della politica. Nessuno più si confronta sulle idee e le linee sociali. Un esempio è la vicenda “suap Giorgini” “tutti d’accordo escluso il popolo.
cmq non è possibile essere chiari in poche righe ma è comunque importante iniziare a farlo.
Tonino Quattrini
…aspetta Gianfranco…Leggo solo ora la tua replica,che mi lascia, per le sue “teorie”, comparazioni, alquanto sorpreso: In questo momento non ho tempo per poterti rispondere, lo farò al più presto. Una cosa te la dico ora..permettimela…non immaginavo che tu potessi avere una mentalità così “vecchia”. Questo modo di ragionare, si, è vecchio, stantio oltre che rozzo. Quanto mai sul piano culturale, intellettuale,politico?..si anche politico, la “vecchiaia” viene misurata con gli anni?..Vuoi il primo esempio che mi viene in testa ora?..Giorgio Bocca..secondo te è “vecchio”?….
@ Scusi sig. Pieroni
Giorgio Bocca? Quello che ha firmato il manifesto della “legge sulla RAZZA”?
” Caro Pieroni la prova che lei si sbagli ce la dà il solito “mus rugens” con il suo intervento rabbioso: condivido sostanzialmente l’analisi di Pieroni ( a prescindere dalla pelosa valutazione sul mandato Silenzi). In realtà il PD vende l’anima e la storia al miglior offerente.
In altre parole anche a dx hanno capito che un’alleanza più ampia che comprenda anche il centro significa chiudere l’esperienza del centro dx. Ovviamente non basta andare al potere se non è chiaro per fare cosa. Tuttavia in questo momento storico l’importante è spazzare via dal panorama politico nazionale e locale tutta una sereie di faccendieri, razzisti, megalomani ecc.
Per tutto il resto avremo tempo. La sx che lei rappresenta, se ha veramente a cuore il bene del paese deve fare un gesto di grande generosità e trovare il modo di sostenere comunque il centro sinistra, Sono sicuro che si possa trovare la possibilità di far entrare l’UDC nella coalizione e di valorizzare la sx in qualche modo.
@Peroni,
Si può essere vecchi a 25 ani ed essere giovanissimi ad 80, ma ciò non significa che, automaticamente, si è buoni per tutte le stagioni politiche.
Se oggi ci sono dei problemi, se dei cambiamenti non si sono gestiti bene, se c’è una crisi si evince che i alcuni dei frutti marci di oggi sono stati seminati ieri perchè, ieri, chi dirigeva non ha saputo prevedere, non ha saputo immaginare.
Ma se quelli che dirigevano (ieri) vorrebbero, oggi, trovare la soluzione per quello che loro stessi di sbagliato hanno fatto mi sembra proprio un pochino eccessivo, non trovi?
Solo da noi in Italia ci sono politici che, passando da un incarico all’altro, restano sulla scena (dicendo tutto e il contrario) anche per 30, 40 addirittura 50 anni.
Molti di questi, senza la politica, sarebbero costretti a mendicare un pasto alla Caritas perchè non hanno ne arte ne parte e, come diceva Enzo Biagi, avrebbero difficoltà a sfamare la famiglia.