Buon compleanno
Macerata

La città compie 872 anni

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Una foto storica da Maceratando

di Alessandra Pierini

Oggi la città di Macerata compie 872 anni. Tra 2 giorni festeggerà il suo patrono San Giuliano, venerato già all’epoca della sua fondazione. Bastano questi due cenni storici per capire che la figura di San Giuliano si fonde  con le origini stesse della città e per riscoprirle non basta leggerne la storia ma occorre una forte predisposizione a viaggiare nel tempo con l’immaginazione fino a immedesimarsi in un maceratese vissuto intorno al Mille. Il nostro maceratese viveva in una delle pochissime abitazioni poste su un bel colle che sorgeva proprio dove oggi si trova il centro storico della città. La sera, dopo il lavoro nei campi,si riposava sedendo sulle scale di casa sua e guardandosi intorno vedeva castra, podia, terre, montes, piccoli nuclei abitati e, verso est, una pieve, la Plebs Sancti Iuliani. Il colle dove viveva il nostro maceratese prendeva il nome da quella pieve, si chiamava Poggio di San Giuliano, faceva parte della diocesi di Fermo ed era abitato da una settantina di famiglie, oltre alla sua. A poche centinaia di metri  si trovava la terra de maceriatinis che apparteneva alla diocesi di Camerino. Il maceratese  venne poi a sapere che la terra de maceriatinis era passata nelle mani di tal Ottifreddo e della sua famiglia. All’inizio del XII secolo i vescovi fermani cominciarono a mostrare segni di indebolimento e nel 1108 i discendenti di Ottifreddo ne  approfittarono per trasferire il loro castello sulla sommità del colle e costituire il Castrum Maceratea. Il vescovo di Fermo, preoccupato, nel 116 concesse agli abitanti del Podium le libertà comunali in cambio della fedeltà alla chiesa fermana. A questo punto il nostro maceratese era già probabilmente morto, ma i suoi figli ottennero dai fermani difesa, protezione, autonomia nei commerci e nelle attività economiche e nell’amministrazione della giustizia. Intanto il Castrum Maceratae era passato nelle mani di Rustico, discendente degli Ottifreddi, per il quale i privilegi degli abitanti del Podium costituivano una forte attrattiva. Rustico pensò che l’unificazione dei due poggi avrebbe significato l’estensione al Castrum dei vantaggi dei vcini abitanti del Podium, allo stesso tempo il Vescovo di Fermo riflettè che l’unificazione avrebbe significato un allargamento della sfera di influenza della chiesa, che sarebbe diventata anche alleata militare del Castrum. Fu così che proprio  il 29 agosto 1138 (esattamente 872 anni fa) i figli del nostro maceratese e tutti i loro vicini si recarono davanti alla Pieve di San Giuliano dove il Vescovo Liberto sancì la fusione del Poggio di San Giuliano col castello di Macerata.
Il documentò che ne sugellò il patto si chiude con una solenne maledizione per chiunque avesse osato violare gli accordi: “svanisca costui come svanisce il fumo, come la cera si dilegua davanti al fuoco si disperda, sia cancellato dal libro dei viventi e non sia segnato insieme con i giusti, come Dathan e la famiglia di Abiron sia inghiottito dalla terra, la sua strada diventi oscura e pericolosa, l’angelo vendicatore lo perseguiti”.
Macerata nacque così tutelata da questo terribile anatema verso chiunque avesse minato la sua unità e da San Giuliano e a distanza di 8 secoli possiamo dire che il matrimonio tra i poggi è ancora oggi solido e indissolto.

E allora buon compleanno Macerata! Vorremmo poterti donare lo splendore del passato, l’amore dei cittadini del presente e la certezza del futuro ma non possiamo che imparare dalla tua storia, che vantarci delle nostre origini e farle conoscere. Forse San Giuliano riuscirà a fare molto di più…



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