di Mario Battistini
Era una figlia delle Marche Eleonora Chiavarelli, la moglie di Aldo Moro morta a Roma domenica. Originaria di Montemarciano, in più occasioni, con la sua famiglia, si era spinta in provincia di Macerata per visitare luoghi che le erano cari, in particolare quelli a cavallo fra Morrovalle e Montecosaro dove i coniugi Moro amavano trascorrere qualche fine-settimana forse per contemplare le bellezze ambientali del Maceratese o magari per il desiderio di incontrare parenti o amici. Chissà. Le cronache non si sbilanciano e, del resto, la curiosità giornalistica non è mai riuscita a far breccia nelle faccende private dei coniugi Moro, custodi intransigenti della loro orgogliosa riservatezza.
Dando notizia della morte della signora Eleonora, alcuni cronisti, in questi giorni, hanno ripercorso velocemente alcune tappe significative dell’attività politica svolta dal compianto statista democristiano barbaramente assassinato 32 anni fa dalle Brigate Rosse. Merita una citazione a parte il ricordo di un importante provvedimento da lui adottato mezzo secolo fa, che forse molti avranno dimenticato. Eccolo.
Nell’estate del 1958 Aldo Moro, ministro della Pubblica Istruzione, introdusse per la prima volta nella legislazione scolastica italiana l’obbligo dell’insegnamento dell’Educazione civica sia alle Medie sia alle Superiori. La storia di questa materia risale alle prime teorie formulate da Platone nell’antica Grecia e da Confucio in Cina, contribuendo l’uno in Occidente e l’altro in Oriente ad elaborare e rendere fondamentali nella vita pubblica i concetti di diritto, di giustizia, di rispetto degli altri e di legalità. Beh, data l’importanza della questione, la figura di Aldo Moro si è stagliata davanti a noi ancora più nitida ed esemplare. Ma cosa resta, oggi, di questi valori?
La situazione è sotto gli occhi di tutti. La Scuola italiana – protestano insegnanti, alunni e genitori – è stata svilita da tagli incomprensibili sul piano didattico e da tagli drastici negli organici di maestri e professori che sono, tra l’altro, i peggio pagati d’Europa. Lo stesso ministero ha assunto una nuova denominazione: non più <Ministero della Pubblica Istruzione> ma <Ministero dell’Istruzione> perché le scuole private son tenute, anche nei finanziamenti, sullo stesso piano di quelle statali. E la famosa Educazione civica che fine ha fatto? Ha sorpreso non poco il commento di Mariastella Gelmini, ministro in carica dell’Istruzione italiana, alla sentenza di condanna del senatore Marcello Dell’Utri, esponente del Pdl e cofondatore di Forza Italia: <Dell’Utri è una persona perbene e ha tutta la mia solidarietà>. Questo il messaggio che il Capo della Scuola e dell’Università del nostro Paese, parlando di un politico condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, ha trasmesso agli scolari delle elementari, agli alunni delle Medie e delle Superiori e agli studenti degli Atenei italiani. Questa è l’Educazione civica del nostro tempo. Ma non fermiamoci qui.
Nel ricordo di Sandro Pertini, il presidente della Repubblica più amato dagli italiani, non può sfuggire a nessuno un’altra <perla> presente oggi nel novello libro Cuore della politica nazionale. Durante il suo settennato al Quirinale, Sandro Pertini introdusse il rito del <bacio al tricolore>, poi seguito dai suoi successori, perché <simbolo distintivo dell’unità del Paese>. La Padania, sempre in tema di Educazione civica, ne ha seguito l’esempio. <Quando vedo il tricolore m’incazzo. Io il tricolore lo uso per pulirmi il c…>. Dal comizio di Umberto Bossi a Cabiate di Como (1997). Che sciccheria! Quale raffinatezza e che gentile pensiero! Così, vivaddio, si difende lo Stato con i suoi più alti valori morali. Ma chi erano Platone, Confucio o Aldo Moro con la loro superata e vecchia Educazione civica?
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La Gelmini non è quella e è andata nel nostro profondo Sud a superare l’esame di abilitazione poichè l’esame era assai più facile e molto meno selettivo che al Nord?
Una che usa simili mezzucci che insegnamento può dare?
Sono tempi duri, ma dobbiamo resistere, difronte abbiamo una classe dirigente palesemente avversa al cittadino, malvagia direi.
L’unica nostra arma è la consapevolezza.
Le parole di Aldo Moro sono valide ancora oggi; soprattutto oggi, sull’importanza dell’educazione civica nelle scuole.
Da studente in legge sostengo e sottolineo l’importanza di tale materia, perchè per prevenire determinati comportamenti umani non basta una serie di leggi e di sanzioni volte a reprimerli, ma occorre anticipare questi comportamenti mediante l’insegnamento e la trasmissione di quelli che sono i valori semplici ma fondamentali per una pacifica convivenza fra cittadini. Credo che molti comportamenti si possano evitare alla radice, cioè nel momento formativo di ogni individuo. Il mio commento a questo articolo nasce dall’allarme che le nostre generazioni future stanno attraversando, mi rendo conto che in passato alcune politiche hanno permesso a tutti anche in maniera elementare di avere un minimo di conoscenza sul funzionamento del nostro sistema chiamato Stato, e sui principi basilari della nostra carta costituzionale in modo tale da garantire ad ogni cittadino la vera libertà quella data dalla capacità critica sull’andamento e sul funzionamento della nostra società. Oggi molti ragazzi non hanno questa possibilità e questo rappresenta un grave pericolo, si sta cercando di creare generazioni di giovani sempre più distaccate dalla vita politica, questo fenomeno di allontanamento e di impoverimento favorisce sempre più coloro che gestiscono la cosa pubblica solo per i loro interessi. Penso che il benessere di un popolo non è dato dalla sola ricchezza materiale ma dalla conservazione e difesa dei valori che tante volte vengono conclamati ma poi nel concreto dimenticati, credo che il ripristino della materia civica nelle scuole sia un pilastro fondamentale per una società sana e solida, lo insegna anche la storia dai Romani ad oggi . Concludo con i complimenti a Mario Battistini per l’ottimo articolo e con l’auspicio di un maggior buonsenso e speranza sul sostegno e ripristino di tale materia.
grazie al Ministro Gelmini, oggi nelle scuole si studia la materia “CITTADINANZA e COSTITUZIONE”
Molti politici odierni, a tutti i livelli, parlando di Moro dovrebbero intonare quella vecchia canzone di Gianni Morandi: “Non son degno di te” e proseguendo al loro elettorato dovrebbero dire: “Non ti merito piu'”
Tradotto: per Aldo Moro la Politica, quella con la P maiuscola, era l’arte di amministrare nell’interesse dei cittadini e per i cittadini.
Dobbiamo essere capaci di insegnare questo ai giovani.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, SENZA ONERI PER LO STATO.
Sono andato a rileggerlo l’articolo 33 della Costituzione, per essere sicuro…
Che so: poteva anche darsi che (dopo le leggi ad personam, il falso in bilancio cambiato in “finanza creativa” e altre amenità varie) magari l’avessero cambiato nel cuore della notte.