di Matteo Zallocco
“Un freno alla cementificazione, l’apertura ai giovani e alle donne, sostegno alle fasce più deboli (immigrati e anziani)”. Su questo punterà Bruno Mandrelli, uno dei cinque candidati alle primarie del centrosinistra di domenica prossima. I cittadini che si sono costituiti nel comitato d’appoggio hanno parlato della sua candidatura: “Sarà poi Bruno Mandrelli a presentare le sue priorità per il programma”, hanno detto nella conferenza stampa di questa mattina gli avvocati Stefano Benedetti, Vando Scheggia, Fernando Froldi, Gianluca Micucci Cecchi e il preside Nicola Di Monte. “Siamo solo una parte di questo comitato a cui hanno aderito studenti, insegnanti, avvocati, commercialisti, imprenditori, commercianti e anche docenti universitari come Francesco Adornato, preside di Scienze Politiche”.
Sono stati spiegati i motivi del sostegno a Bruno Mandrelli: “Con lui si possono unire tradizione e innovazione. Da giovane è stato un validissimo assessore alla cultura e con lui decollò la stagione lirica, ma la sua forza sta nel fatto che non è stato un politico di carriera ma è entrato nella vita della società civile. Il sindaco di Macerata non deve provenire dagli apparati dei partiti e non deve essere un soggetto che ha fatto solo politica e vive di politica. Il senso della misura di Mandrelli è noto a tutti, amici ed avversari. Ha deciso di riproporsi in questo momento difficile ed esaltante allo stesso tempo e lo fa unendo la continuità al bisogno di trasformare alcune cose, a cominciare dai comportamenti etici della pratica politica”.
Bruno Mandrelli non era presente alla conferenza stampa, peccato perché avremmo voluto sentire anche la sua voce. “Oggi è il comitato a parlare, Mandrelli avrà diverse occasioni per farlo in questa settimana, ma ha grandi idee, vedrete!” L’avvocato Vando Scheggia intanto invita tutti a partecipare alla cena dei sostenitori (e non solo) di Mandrelli che si terrà sabato al Pozzo.
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Dal Comitato dei sostenitori di Bruno Mandrelli.
Ecco alcuni spunti programmatici:
Internet: è diventato uno strumento di comunicazione, ricerca, apprendimento di massa. Il fenomeno può essere accompagnato da iniziative della p.a. che agevolino la fruizione del servizio sopratutto per i giovani. Macerata, con la sua struttura architettonica intramuraria anche medioevale, ha una vocazione naturale per interventi non invasivi ma al passo con i tempi. Realizzare una città ove sia possibile l’accesso da più punti e praticamente a costo zero è possibile ed è già stato realizzato in altre città con una virtuosa sinergia tra pubblico e privato.
Sosta e parcheggi: il problema è stato variamente affrontato nel corso degli anni ed è fuor di dubbio che la dotazione strutturale sia cresciuta. La questione potrebbe quindi essere esaminata sotto profili diversi, che prendano in esame la situazione esistente e le prospettive di sviluppo: perchè alcune aree di sosta sono sottoutilizzate ed altre sovraffollate, come rendere funzionale alle esigenze del cittadino (e non il contrario) la fruizione dei parcheggi e dei sistemi di collegamento al nostro centro storico, caratterizzato da un andamento non pianeggiante con le connesse difficoltà di accesso per categorie diverse di popolazione, anziani in particolare. La questione del parcheggio sotto rampa Zara può essere affrontata in quest’ottica, razionalizzando in parte l’esistente e progettando la possibilità di un collegamento con il centro idoneo a soddisfare le esigenze dell’utenza. Su ciò, verificati gli elementi oggettivi sulle necessità, ipotizzare anche una parziale dismissione dei parcheggi oggi esistenti lungo le mura di tramontana e ipotizzare moduli di complementarietà con il mini silos di via Armaroli, diversificando anche le vocazioni se necessario (sosta lunga/breve). Vi è comunque un aspetto connesso alla percezione dell’offerta da parte dell’utente da approfondire, rilevandosi, al di là del dato oggettivo, una sorta di insoddisfazione per l’attuale situazione. Le emissioni di Co2 vanno diminuite ad ogni costo, anche con la ripresa di un processo di intensificazione delle aree verdi che vanno in ogni modo incoraggiate.
“P.R.G.” dell’Università e della cultura: proseguendo lungo la strada avviata con l’elaborazione concettuale dei percorsi museali sembra utile un ragionamento che si incentri sulla ricerca ed individuazione dei punti di interesse, di aggregazione, di interscambio dei flussi sociologicamente rilevanti: studenti universitari, studenti delle scuole, turisti, cittadini, etc. Una sorta di “lucidi” ideali, sovrapponibili che abbraccino le zone nevralgiche della città e focalizzino l’attenzione sulle possibili funzionalità collettive.
Centro Storico come “salotto buono” della città: va riscoperta questa vocazione, tipica delle collettività di media dimensione che caratterizzano buona parte della nazione. Il centro storico può essere vissuto meglio, come punto di riferimento dell’intera collettività cittadina, con i suoi musei, con le sedi universitarie, con la presenza delle istituzioni e della vita (o di parte di essa, naturalmente) letteraria ed artistica. Bisogna riempirla di sana gioventù. Proseguire nell’opera volta all’abbellimento del centro appare necessario ed opportuno.
Una cultura dell’integrazione: appare necessaria in ragione del numero di extracomunitari (o comunque di soggetti di nazionalità non italiana immigrati) presenti in città. L’amministrazione può fare la sua parte, in collaborazione con altre istituzioni, in primis la scuola, per creare un tessuto di regole e valori condivisi che evitino il rischio del rigetto o dell’isolamento dello straniero. Dall’isolamento non nasce mai nulla di buono e non possiamo credere che il problema non esista o far finta di non vederlo. Ne guadagnerà la concreta applicazione dei principi di solidarietà e la possibilità di vedere tutti coloro che vivono o lavorano a Macerata fare la propria parte per una città vivibile e sicura.
Verifica dell’attuazione dei principi di sussidiarietà: a Macerata esiste un arcipelago di associazioni che contribuiscono alla cura di molteplici interessi particolari: immigrati, anziani, diversamente abili, centri di aggregazione culturale, etc. Si impone quindi una verifica della corretta applicazione dei principi di sussidiarietà, verifica che non può essere disgiunta dall’analisi delle contribuzioni in essere.
Costruire una nuova piattaforma di valori e costruire una nuova classe dirigente: non è un compito istituzionale dell’amministrazione ma può essere un indirizzo politico. Nel momento in cui i falsi miti indotti da una TV commerciale sempre più povera di contenuti cominciano a mostrare crepe va riscoperto il valore del senso della collettività e delle istituzioni rappresentative. Enfatizzare i centri di aggregazione pubblica dove praticare l’eguaglianza: la morte annunciata dei falsi miti giovanili (ricchezza senza qualità, lavoro senza professionalità, prevalenza dell’apparire sull’essere) porterà anche ulteriori scompensi in combinato disposto con la crisi economica finanziaria in atto. Le risorse delle famiglie diminuiranno – sono già diminuite – rendendo paradossalmente difficile mantenere lo “stile di vita” che ha illuso troppi giovani sull’esistenza di una realtà di eguaglianza formale assolutamente artificiosa e vuota di contenuti. La risposta può essere anche nella riscoperta dei valori di collettività, implementando i punti di aggregazione di natura pubblica e, per ciò solo, eguali per tutti.
Autonomia dell’associazione Sferisterio: potrebbe essere ripreso il ragionamento sulla rivisitazione dello statuto dell’Associazione Arena Sferisterio valorizzandone i profili di autonomia come elemento prodromico alle possibilità di allargamento della base societaria e di contribuenti. Le possibilità operative, allo stato attuale e con il modello attuale, sembrano purtroppo limitate e non facilmente ampliabili. Cambiare il modello può agevolare da un lato la ricerca di nuovi apporti, dall’altro favorire una ancor maggiore integrazione del nostro teatro all’aperto con l’intera comunità provinciale. In termini strettamente correlati al tessuto cittadino potrebbe essere studiata la modalità di maggior integrazione tra studenti, professori, artisti e maestranze della stagione lirica nella caratteristica zona della cocolla.
Ricostruire il ruolo di capoluogo provinciale: accanto al necessario e pacifico sostegno a quanto di buono si è fatto in questi dieci anni – e ve ne è – sembra utile una riflessione sulla intrinseca realtà di Macerata e sulle sue prospettive. E’ vero che molti indicatori denotano un complessivo stato di buona salute della nostra città ma è altrettanto vero che altri e diversi indicatori, peraltro frutto di studi non superficiali, segnalano il pericolo di un potenziale declino ove non si ponga mano, anche concettualmente, ad alcune criticità obiettivamente sussistenti.
La questione abitativa: incentivare i modelli ecosostenibili, nei limiti dei poteri del comune, può essere un’ulteriore linea di indirizzo e di sviluppo dell’azione amministrativa in parallelo ad un impegno in favore del recupero delle bellezze cittadine. Credo che si possa serenamente sostenere l’utilità di avere una città più bella ed il comune può fungere da stimolo in tal senso, individuando anche meccanismi incentivanti per il miglioramento del tessuto rubano.
In sintesi, valorizzare gli aspetti qualitativi rispetto a quelli meramente quantitativi su ci sono già state date risposte, intervenendo anche sul regolamento edilizio o approntando gli strumenti necessari per una nuova cultura dell’abitazione.
Individuare i nuovi bisogni: valorizzare il merito.
STOP ALLA CEMENTIFICAZIONE?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!!??!?!!?
Mandrelli si candida con la LISTA DI CITTADINANZA MaceraTiAmo?
Oppure si candida con chi ci garantisce più di 1milione di metri cubi per i prossimi anni tra Piano casa e minitematica?
Cerchiamo di essere seri perchè i cittadini maceratesi non sono imbecilli!!
Vorrei informare i lettori di questo articolo che l’amministrazione uscente ha approvato un piano casa ed una “minitematica” che porterà in città più di 1milione di metri cubi di nuove costruzioni industriali ed abitative.
NUOVE COSTRUZIONI!!! cioè in più rispetto a Via Trento, Via Pantaleoni, Via Ghino Valenti, Piazza Pizzarello.
Se i professionisti della politica che si stanno candidando alle elezioni di marzo vogliono realmente cambiare qualcosa debbono dire che su PIANO CASA e MINITEMATICA cercheranno di trovare accordi con costruttori e proprietari per avere un minore impatto ambientale.
Il resto sono chiacchiere ed i maceratesi si stanno svegliando.
Il “piano casa” è una progettazione, al momento, molto teorica, cioè sulla carta.
Si è data facoltà di edificare, ma non è detto che tutti gli edifici (che potrebbero ipoteticamente sorgere) vedranno mai la luce.
In cambio delle costruzioni il Comune avrebbe avuto un doppio incasso: da un lato un “tot” di euro per ogni metro cubo edificato ed anche degli “spazi” (giardini, locali, uffici, ecc.) da poter destinare alla collettività.
Da quello che mi risulta il motivo principale di questo progetto era “fare cassa”, cioè rimpinguare i conti dell’Amministrazione.
Questo perché vuoi la minore rimessa dello Stato verso gli enti periferici, vuoi il taglio dell’ICI, vuoi i mutui accesi negli ultimi 20 anni era necessario “cercare un sistema” per avere maggiore liquidità -senza toccare le tasche dei cittadini-.
Ma lo ripeto il “piano casa” da solo la facoltà di costruire, entro 10 anni, in determinate zone di Macerata.
Non vi è certo l’obbligo e di sicuro (se il mercato mobiliare non riprende) non ci sarà mai nessun costruttore così idiota da edificare qualche palazzina per poi lasciarla vuota (e rimetterci propri soldi).
Ben diverso è il discorso sulla “minitematica” di cui, ritengo, non vi fosse alcuna urgenza, anche perché già il “piano casa” (se anche solo realizzato in parte, così come presumibilmente accadrà) avrebbe coperto la richiesta di alloggi per almeno i prossimi 10-15 anni.
Non so perchè, ma mi torna in mente la recente crisi finanziaria, appena scoppiata tutti ad invocare etica e nuove regole, ora che l’attenzione (non i problemi) è leggermente scesa si torna a fare peggio di prima!!
Concordo con il signor Ranzuglia e poi… al comitato di Mandrelli….. con l’etica … è una parola grossa …. “non ce fate ride”.